Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 02 maggio 2024  | aggiornato alle 19:57 | 104936 articoli pubblicati

Roero
Salomon FoodWorld
Roero

Cibo, simbolo culturale La cucina deve unire, non dividere

In un dibattito televisivo, cous cous e polenta hanno assunto valore identitario e rappresentativo di due diverse popolazioni. Ma il cibo è uno strumento di integrazione, pur preservando radici e tradizioni culturali

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
 
27 febbraio 2017 | 09:05

Cibo, simbolo culturale La cucina deve unire, non dividere

In un dibattito televisivo, cous cous e polenta hanno assunto valore identitario e rappresentativo di due diverse popolazioni. Ma il cibo è uno strumento di integrazione, pur preservando radici e tradizioni culturali

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
27 febbraio 2017 | 09:05
 

Tra le mura domestiche, in una delle mie poche serate trascorse in famiglia, assistevo ad una di quelle trasmissioni di approfondimento giornalistico oramai comuni in tutti i palinsesti televisivi. Il dibattito riportava la questione dei profughi in arrivo in Italia e le problematiche che questi potenzialmente potevano recare sul territorio.

Con due “collegamenti” in diretta e lo studio nel ruolo di mediatore, si contrapponevano due opposte fazioni: gli abitanti di un piccolo paese di un comune italiano e l’altro di una comunità magrebina i cui componenti erano regolarmente residenti nel nostro territorio. Il dibattito assomigliava ad una vera e propria “arena” dove venivano messe in evidenza riflessioni diverse, inerenti i problemi che questo esodo di “disperati” reca involontariamente ed indistintamente a tutti. La mia attenzione veniva attratta da un cartello che, nonostante la serietà della questione, non mi ha trattenuto da una sonora risata. Su questo si leggeva “Sì alla polenta, no al cous cous!”. Inutile dire che il collegamento proveniva da un comune veneto. “Più cous cous, meno polenta!”, replicava un cartello dell’altra fazione nordafricana.

Cibo, simbolo culturale  La cucina deve unire, non dividere

Subito in me è sorta una profonda riflessione su come certi cibi abbiano un valore identitario talmente forte da diventare simbolo di un popolo, di una comunità, di un luogo. Il “botta e risposta” utilizzava quindi la polenta e il cous cous come simboli culturali, vessilli di una battaglia da combattere per l’affermazione di sé contro l’altro. Si potrebbe pensare anche ad una questione di un’orgogliosa ed ironica auto-rappresentazione, ma l’identificare un gruppo umano con il cibo che lo caratterizza è un’abitudine che la storia racconta.

I greci antichi, si definivano “mangiatori di pane” contrapponendosi alle abitudini alimentari dei “barbari”, cacciatori e mangiatori di carni crude. Altre di queste definizioni nascevano come appellativi negativi tipo “mangiarape” o “mangiagatti”, o addirittura in senso dispregiativo come “mangiamaccheroni”, che i nostri vicini francesi riservavano agli italiani emigrati oltralpe. Anche l’appellativo “mangiapolenta” nacque con una finalità derisoria, ma oggi (come abbiamo visto) può diventare un orgoglioso segno identitario.

A mio avviso invece, e credo di esprimere il parere dell’intera Federazione italiana cuochi, il cibo è, e può diventare sempre più, uno strumento di integrazione, pur preservando e tutelando le proprie radici e tradizioni culturali. Il cibo offre e condivide, aiutando gli altri a comprenderne il senso conviviale e sociale oltre che gastronomico. Il cibo, nel segno di reciproco rispetto, unisce, fa comprendere, può perfino diventare uno strumento di integrazione già dalle mense delle scuole primarie (asili, elementari e medie).

Anche a livello politico il cibo aggrega, lo dimostra il “Cous Cous Fest - festival internazionale dell’integrazione culturale”, che si svolge ogni anno a San Vito Lo Capo (Tp), dove i numerosi paesi in gara, anche politicamente in attrito tra loro, si sfidano con piatti di cous cous in una competizione culinaria che è giunta alla sua 19ª edizione. Quest’ anno i paesi partecipanti sono stati Angola, Francia, Israele, Palestina, Italia, Marocco, Mauritius, Perù, Stati Uniti e Tunisia.

Allora, signori, permettetemi un allegro e simpatico: “Evviva il cous cous, evviva la polenta, evviva i cuochi di ogni Nazione, evviva la Fic!”.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Union Camere

Senna
Julius Meiln
Comavicola

Electrolux
Mulino Caputo