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Fipe annuncia la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto del turismo

La Federazione italiana pubblici esercizi rimuove la disdetta al contratto del turismo, e riprende le trattative, in accordo con le organizzazioni sindacali. Tra gli obiettivi: ridurre il costo del lavoro delle aziende

 
16 settembre 2015 | 18:07

Fipe annuncia la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto del turismo

La Federazione italiana pubblici esercizi rimuove la disdetta al contratto del turismo, e riprende le trattative, in accordo con le organizzazioni sindacali. Tra gli obiettivi: ridurre il costo del lavoro delle aziende

16 settembre 2015 | 18:07
 

Dopo un silenzio lungo circa un anno, da quando la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) aveva annunciato la ripresa delle trattative in merito al rinnovo del Contratto del turismo (Ccnl Turismo) per i dipendenti dei pubblici esercizi, è avvenuto il tanto atteso incontro con le organizzazioni sindacali. Fipe ha promosso quindi la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo del settore, rimuovendo la disdetta dal Ccnl Turismo, comunicata lo scorso 28 ottobre 2013 alle organizzazioni sindacali. La disdetta lo ricordiamo era una conseguenza del mancato accordo con le parti sindacali, che impediva di creare le condizioni necessarie per salvaguardare l’occupazione e favorirla con delle incentivazioni.

Lino Enrico Stoppani

«La decisione di rimuovere la disdetta/recesso - commenta Lino Enrico Stoppani (nella foto sopra), presidente della Fipe - ha un importante valore politico sindacale, apprezzato dalle controparti sindacali. Permangono le difficoltà di settore, con le conseguenti complicazioni di natura sindacale, ma c’è stato il reciproco impegno a trovare nuovi equilibri nell’interesse delle imprese, dei lavoratori e dei consumatori».

È da allora che Fipe sottolinea difficoltà strutturali del settore che in questi anni di crisi si sono manifestate, con un forte calo dei consumi (-2,8 miliardi di euro dal 2010 ad oggi), dei ricavi e dei margini operativi, con la conseguente compressione dell’occupazione e persino la significativa chiusura di numerose imprese (-30mila imprese dal 2011 al 2014).

«L’obiettivo della ripresa delle trattative - dichiara Fipe in una nota - è di rivedere le norme per ridurre il costo del lavoro delle aziende, senza incidere sulle retribuzioni». «Sembra un paradosso - prosegue il presidente Stoppani - ma l’obiettivo è quello di intervenire sulla parte normativa del contratto che produce costo del lavoro anche in assenza delle ore lavorate. Il settore soffre di scarsa produttività e se non riesce a migliorarla è destinato a perdere professionalità e occupazione, a danno soprattutto dei lavoratori, oltre che del Paese, che ha bisogno di una rete qualificata di Pubblici Esercizi per sviluppare le sue straordinarie potenzialità».

Aldo Cursano«L’attuale situazione di fermento del mercato - dichiara a Italia a Tavola Aldo Cursano (nella foto accanto), vicepresidente della Federazione italiana pubblici esercizi - richiede un grande senso di responsabilità da parte delle associazioni di categoria come Fipe. In questo senso Fipe ha scelto di adottare un atteggiamento di collaborazione. Le imprese non sono in grado di stare sul mercato se le condizioni sono quelle attuali; non sono capaci di rispondere alle aspettative di un consumatore che è cambiato e ha delle capacità economiche diverse. È bene ritrovare il giusto equilibrio per poter mantener in piedi il sistema».

«Avere ritirato il recesso al contratto del turismo - continua Cursano - è un segnale molto importante e dimostra una posizione forte assunta da Fipe, perché la crisi ci ha imposto una posizione chiara: le imprese non sono in grado di subire un costo del lavoro così pesante, perciò abbiamo la necessità di abbattere dei costi improduttivi. Costi che mettono le nostre imprese in condizioni di chiudere, abbattendo la forza lavoro».

«Vogliamo trovare una risposta alla necessità delle nostre imprese - conclude Cursano - vogliamo premiare la meritocrazia dei lavoratori, e pretendiamo una flessibilità adeguata, intervenendo sui costi del lavoro e non sulla retribuzione. Questo atteggiamento ci ha portato a riaprire il tavolo di discussione con le organizzazioni sindacali, che stanno dimostrando responsabilità, Insieme dobbiamo essere in grado di dare delle risposte alle nuove necessità del mercato. Se le parti sociali non reagiranno positivamente, significa che non siamo in grado di fare il nostro lavoro. C’è forte ottimismo da un lato e un grande senso di responsabilità dall’altro».

In attesa che il contratto venga revisionato, le imprese dei pubblici esercizi continueranno ad applicare il Ccnl Turismo sottoscritto lo scorso 20 febbraio 2010.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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