MILANO - I giudici della seconda sezione penale hanno assolto quattro banche estere accusate di aggiotaggio nell'ambito del crac Parmalat e hanno assolto sei manager degli istituti di credito, anche loro imputati nel procedimento concluso oggi a Milano.
Si tratta di Citigroup, Morgan Stanley, Bank of America e Deutsche Bank. Nei loro confronti l'accusa aveva chiesto confische per un totale di 120 milioni e sanzioni per un totale di 3,6 milioni. In particolare per le persone fisiche i giudici hanno pronunciato un verdetto di assoluzione «per non avere commesso il fatto e perché il fatto non sussiste».
In particolare si tratta di Carlo Pagliani e Paolo Basso di Morgan Stanley, Marco Pracca e Tommaso Zibordi di Deutsche Bank, Paolo Botta di Citigroup e Giaime Cardi di Credit Suisse. Per quest'ultimo l'accusa aveva chiesto la prescrizione ma per lui, come per gli altri manager, i giudici hanno ritenuto di emettere un verdetto di assoluzione piena.
Gioia e abbracci tra i legali. Dopo la lettura della sentenza dei giudici prima in aula si è sentito un brusio poi è scoppiata la gioia degli avvocati. Di segno nettamente contrario la reazione dei due pm presenti, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino che, dopo la lettura del dispositivo, si sono allontanati senza dire una parola.
«Dai processi mi attendo un tribunale serio, sereno e rigoroso. E devo rendere omaggio a questo tribunale che lo è stato», ha detto l'avvocato Nerio Diodà, difensore di Citigroup. Per Citigroup, in particolare, la richiesta di pena era "pesante": una confisca da 70 milioni di euro più una sanzione da 900mila euro. Nonostante l'assoluzione, dice ancora il legale, «per ragioni morali Citigroup ha già esercitato un risarcimento nei confronti della maggior parte delle persone rimaste vittime del crac Parmalat».
«La sentenza del tribunale di Milano conferma inequivocabilmente che Citi e i propri collaboratori non ebbero alcun ruolo nella perpetrazione della più significativa bancarotta fraudolenta nella storia italiana», ha commentato l'istituto bancario. «Citi - si legge nel comunicato - è lieta che il Tribunale abbia pienamente riconosciuto le ragioni proprie e del proprio collaboratore Paolo Botta. Citi ha sempre sostenuto di essere stata defraudata da Parmalat».
Soddisfazione anche da Bank of America «per l'ulteriore assoluzione emessa dal tribunale di Milano per il reato di aggiotaggio». «Come è emerso nel dibattimento - si spiega dall'istituto - non solo il reato non sussisteva ma Bank of America disponeva di modelli organizzativi idonei. Ancora una volta, pertanto, è stato confermato che nessuno dei dipendenti di Bank of America fosse a conoscenza della frode di Parmalat e che la stessa è stata perpetrata solo da alcuni suoi esponenti con l'assistenza di alcuni revisori contabili».
«La sentenza - afferma anche Deutsche Bank in una nota - ha dimostrato che Deutsche Bank e i suoi dipendenti hanno agito con professionalità e nel rispetto della legge italiana».
Subito dopo Pasqua, a quanto si apprende da fonti vicine al dossier, si dovrebbero chiarire i termini di un primo accordo tra Granarolo, Cassa depositi e prestiti e gli istituti bancari impegnati a costruire una cordata italiana in grado di fronteggiare l'offensiva della francese Lactalis su Parmalat, che detiene il 29% del capitale sociale del colosso del latte di Collecchio. Sono oggi in corso incontri no stop tra il gruppo bolognese e gli altri attori coinvolti nel tentativo di costruire una formazione che batte bandiera bianco, rosso e verde. In campo, al momento, ci sono, oltre a Granarolo, la capofila Intesa SanPaolo, Unicredit, Mediobanca, Cdp, Bnl.
Una cordata dunque di natura essenzialmente finanziaria, se è vero che per ora un nuovo partner industriale che potrebbe investire capitali nell'operazione ancora non ha battuto colpo, dopo il no di Ferrero. E i tempi stringono, mentre due restano le strade che si possono imboccare: un'Opa, tenuto conto che il 2 maggio entrerà in vigore il nuovo regolamento Consob, o una trattativa con Lactalis per convincerla a cedere le proprie azioni e a rinunciare all'offensiva.
Fonte: Adnkronos
Articoli correlati:
Incontro tra Lactalis e Ferrero Verso una holding per Parmalat?
Accordo a sorpresa con Lactalis Il 29% di Parmalat ai francesi
Parmalat, Antonio Vanoli nuovo direttore generale
La bancarotta di Tanzi oscura il successo di Parma