Ci ha tormentato a scuola quel "5 maggio" manzoniano ("Ei fu siccome immobile ...") ma da allora non possiamo non ricordare quell'intrepido generale corso che fu Napoleone Bonaparte, che si autoproclamò imperatore dei francesi, ispirandosi al Sacro Romano Impero. Ora, a 200 anni dalla sua morte (Sant'Elena, 5 maggio 1821) Roma, la città da lui tanto ammirata ma che non ebbe mai la fortuna di ospitarlo, lo ricorda con mostre, eventi culturali e anche appuntamenti enogastronomici.

Una statua di Napoleone Bonaparte
Mostre e libri per ricordare l'Imperatore dei francesi
Visitatissima, alla riapertura,
la mostra "Napoleone e il mito di Roma" ai Mercati di Traiano mentre un libro appena uscito del giornalista Roberto Race,
Napoléon le Stratège de la Communication offre una rilettura di una figura elogiata ma anche contestata. «La sua - scrive l'autore - fu una mente di
una modernità impressionante: sosteneva che non si può guidare un popolo senza indicargli un futuro». Napoleone fu genio militare, ambizioso stratega, innovatore, amante della gloria e dei piaceri terreni e influenzò gli stili di vita di tutt'Europa.
Frettoloso a tavola, attento sul campo (agricolo)
E a tavola? Secondo Louis Constant Wairy ,il suo primo valletto di camera,
non era esigente, preferiva mangiare da solo e non voleva perdere troppo tempo, anche perchè tendeva a ingrassare. Eppure
era molto interessato all'agroalimentare, come dimostrano
le innovazioni introdotte nelle coltivazioni e nei vigneti dell'Isola d'Elba, costretto all'esilio a cui lo aveva condannato il Trattato di Fontainbleau (1814) dopo la rovinosa battaglia di Lipsia.
L'invenzione della razione sottovuoto
Ma dovremmo
ricordarci di lui anche quando apriamo un barattolo o una lattina. Fu lui, infatti, a risolvere il problema dei rifornimenti di cibo ai soldati della Grande Armèe in trincea e anche quello di prevenire la comparsa di scorbuto a bordo delle sue navi. Commissionò a un pasticciere, Nicolas Appert,
un sistema per conservare i prodotti freschi in vetro, con un rivoluzionario processo che creava il sottovuoto. Appert fu premiato con 12.000 franchi e l'invenzione - elogiata anche da Pasteur - segnò la storia dell'alimentazione moderna.
Pollo alla Marengo, la ricetta più apprezzata
Proprio a Napoleone che era tutt'altro che un gourmet, paradossalmente, è legata una della ricette più note in tutto il mondo:
il Pollo alla Marengo, con gamberi di fiume, uova e cognac. L'aveva inventata con quanto era riuscito a trovare il suo cuoco svizzero Francois Durand, che lo seguiva anche in battaglia. Riuscì così a ristorare il suo imperatore dopo le fatiche della battaglia vittoriosa contro gli austriaci, in Piemonte, durante la seconda campagna d'Italia.
Sembra che quel piatto sia stato da lui molto apprezzato e che se lo sia fatto rifare ripetutamente. Non è noto se per il gusto o per l'ebbrezza di rivivere la vittoria di Marengo.
Se tra i piaceri terreni di Napoleone non figurava in particolare la cucina, qualche preferenza ce l'aveva:
amava le zuppe, il fagiano arrosto e, nelle terre imperiale di Parma, il prosciutto ben stagionato. Roma, città da lui amatissima tanto che investì il figlio Napoleone II col titolo di Re di Roma, lo ricorda anche con iniziative speciali come quella attuata dal Rome Cavalieri, icona dell’ospitalità internazionale e resort di lusso.
Pollo alla Marengo, il piatto più apprezzato da Napoleone
Napoleone amante dell'arredo di lusso
Ha usato il linguaggio dell’arte e del bello creando
la Suite Napoleon, con pregevoli arredi e mobili originali Impero, la corrente del Neoclassicismo che segnò le arti nell'età napoleonica con l’obiettivo di celebrare la sua ascesa al potere.
Un busto di Napoleone in marmo, opera di Buracchi, campeggia nell’ingresso, mentre due dipinti del pittore Jean Louis Faure rappresentanti il Foro Romano e il Colosseo dialogano con rare stampe d’epoca che narrano le gesta dell’Imperatore ritratto a cavallo.
Nella suite con vista c'è anche la scrivania originale del figlio, il re di Roma, e nel bagno c'è una vasca in stile per l’abitudine di Napoleone di prendere le decisioni importanti - come la vendita della Louisiana e le dichiarazioni di guerra - rilassandosi in acqua.
Dal cocktail al menu completo, nella Capitale un'offerta napoleonica a tutto tondo
Ma
non c'è festa senza degno brindisi e allora
il barman Angelo Severini del Tiepolo Bar del Rome Cavalieri ha creato il cocktail Napoleon, a base di Moet&Chandon Imperial e liquore di Violetta, fiore amatissimo dall'imperatore. Anche al ristorante francese della Capitale,
Le Carrè Francais di Via Vittoria Colonna 30, per l'occasione sono state fatte le cose in grande. Il titolare, il bretone Jildaz Mahé
ha creato lo speciale "Menu Napoleon". Comprende tante novità, dall’aperichic alla parigina al nuovo menu a base di Coq au vin, Carré d’agneau e Burger di astice, fino al sito “Top 250”, una vetrina anche online con tutte eccellenze francesi in vendita. Trionfano la Mousse di foie gras “à la Talleyrand”, in omaggio diplomatico francese e, ovviamente, Il Pollo alla Marengo.
La torta "languida" Pauline
Una torta,
la "Pauline", opera originale del maître patîssier della maison, Giancarlo Bruno, è un
omaggio a Paolina Borghese (sorella di Napoleone e sposa del principe Camillo II Borghese). Ha la base croccante di cioccolato al latte e nocciola e un biscotto morbido con farina di nocciole con sopra un cremoso al gianduia. Il tutto, ricoperto da una ganache montata al cioccolato al latte e da una glassa di cacao amaro con praline di nocciole caramellate. Il risultato è una
semisfera che potrebbe essere interpretata come il famoso seno della bella dama sdraiata in posa languida, opera del Bernini ed esposta alla Galleria Borghese.
La torta Pauline
Non può mancare la Millefoglie, meglio se di Gruè
Ma, oltre che al Pollo alla Marengo,
il nome dell'imperatore resta legato anche ad un dolce di fama internazionale: il Napoleon Cake, una torta a strati farcita di crema al burro e frutti rossi. La pasticceria artigianale romana Gruè di Felice Venanzi e Marta Boccanera gliene ha dedicata un'altra, decisamente più leggera ma squisita, risultato di ripetute prove e assaggi: la Millefoglie Napoleon declinata in quattro ricette: nocciola, pistacchio, cioccolato fondente monorigine e lampone.
Come base hanno tutti la crema chantilly montata con panna fresca al 60% e crema pasticcera per il restante 40% e viene proposta anche come monoporzione o in trancio da passeggio. «Questo dolce ha sempre rappresentato una grande sfida - dice Felice Venanzi - con le sue sfoglie quasi impalpabili e la sofficità della crema. Io e Marta, che ricerchiamo sempre la perfezione, ci siamo a lungo interrogati su come realizzarlo per esprimere, al tempo stesso, anche qualcosa di nuovo».
Aggiunge Marta Boccanera: «Abbiamo studiato tutti gli elementi che compongono il millefoglie per renderlo totalmente armonioso e donargli un’eccellente masticabilità e gusto. Per esempio, abbiamo reso la pasta il più possibile fragrante e leggera, perfetta per la primavera, calibrato la quantità di crema all’interno e cercato accostamenti con sapori come il caramello salato o i lamponi».
ll Millefoglie di Gruè viene preparato secondo l'originale ricetta ad eccezione della sfoglia, per un risultato sorprendentemente delicato. Si utilizzano burro di altissima qualità, uova di allevamento a terra e zucchero di destrosio, con un potere dolcificante più basso del semolato. Studiata anche l'altezza ideale che per il Millefoglie Gruè è compresa tra i 6 e gli 8 cm.