Il Giubileo dei record si sta trasformando in un Giubileo della speranza. Al netto dell’intervento della Provvidenza divina, al momento Roma deve fare i conti con flussi sotto le attese, peraltro di turisti che spesso prediligono il pranzo al sacco o il pernottamento in bed&breakfast, quando non direttamente in strutture religiose. E allora occorre fare i conti su quello che sarà davvero l’effetto-Giubileo, anche in questa settimana che porta ad uno degli eventi clou - quello dedicato ai giovani -, che rischia di allontanare turisti, anziché avvicinarli, anche se l’obiettivo è capitalizzare il ritorno di immagine in un secondo momento, quando i pellegrini rientreranno nella quota standard, ma il turista troverà una città con più servizi e organizzazione. Almeno questo è quanto auspica Sergio Paolantoni, presidente di Fipe-Confcommercio (la Federazione italiana dei pubblici esercizi) di Roma.

Le presenza a Roma per il Giubileo sono sotto le attese
Giubileo, il turismo non decolla, neanche coi giovani
Tra il 2 e il 3 agosto è previsto l’arrivo di un milione di pellegrini, accolti da Papa Leone nell’arena di Tor Vergata, completamente ristrutturata per l’occasione. I numeri logistici sono imponenti: 355 tende e gazebi, 179 torri audio, 2.000 casse, 122 telecamere di sorveglianza, 2.760 bagni chimici, 15 km di cavi elettrici, 5 milioni di bottigliette d’acqua. Una macchina organizzativa colossale. Nonostante le previsioni di un flusso straordinario, gli albergatori romani non vedono alcun boom. I pellegrini saranno ospitati in 284 scuole, parrocchie e centri sportivi, non in hotel.
Giubileo, come cambia l’offerta ricettiva
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ha confermato al Fatto Quotidiano: «Per i turisti religiosi l’albergo è l’ultima opzione. Il riempimento oggi è buono, ma parte da prezzi bassi, con margini compressi». A mancare è anche la clientela non religiosa: congressi sospesi, viaggi rinviati, turismo generalista in calo. Le stime del Ministero del Turismo, che parlavano fino a fine 2024 di un raddoppio delle presenze, oggi risultano irrealistiche.

Sergio Paolantoni, presidente Fipe Roma
Anche sul fronte della ristorazione, Paolantoni ammette che le «presenze sono state inferiori alle attese» e che, soprattutto nel caso specifico dei giovani che spesso partecipano con il pranzo al sacco, «hanno inciso poco sulle attività tradizionali del settore food». Tuttavia, la creazione della “Pellegrini Card”, acquistabile esclusivamente tramite l’app ufficiale del Giubileo e che serve per comprare voucher e ticket da spendere in ristoranti e bar che hanno aderito all’iniziativa, «rimane una cosa interessante che sta funzionando bene: abbiamo coinvolto un migliaio di esercizi pubblici, e c’è stata una risposta positiva sia da parte degli operatori che della clientela. Questo ha permesso di offrire pasti a prezzi calmierati, con una garanzia di qualità e trasparenza».
Giubileo, il peso di una comunicazione troppo ottimistica
Tornando ai nodi stime e comunicazione hanno generato un effetto opposto rispetto a quello desiderato. Il Ministero del Turismo, lo scorso 1° luglio, ha parlato di «saturazione record» delle strutture ricettive. Ma come osserva lo stesso Roscioli, la saturazione è figlia della riduzione dell’offerta e non di un aumento reale delle presenze. Nei mesi scorsi addirittura si preannunciavano 50 milioni di turisti e che «Roma era piena di cantieri, che era invivibile. In realtà, i cantieri sono stati chiusi e quei 50 milioni non sono mai arrivati». Insomma, una «comunicazione fatta molto male», per dirla con il presidente romano di Fipe che ammette come «questo tipo di messaggio ha scoraggiato molte persone dal programmare un viaggio, anche solo nel 2024».
Giubileo, effetto olimpiadi: un bene o un male?
Il timore è che si possa generare una sorta di “effetto-Parigi”. L’esperienza delle Olimpiadi del 2024, ricordava su Italia a Tavola Fabio Primerano (presidente di Federalberghi Lombardia) ha insegnato che l’eccessiva speculazione sui prezzi - soprattutto nel comparto alberghiero - può generare l’effetto opposto: i prezzi si sono abbassati progressivamente, ma senza un aumento significativo dell’occupazione. Anche i turisti alto-spendenti, se non percepiscono un adeguato livello di qualità dell’offerta (non solo negli hotel, ma nella destinazione nel suo complesso), si allontanano. Parigi, inoltre, era apparsa “ingessata”, con limitazioni alla circolazione e una gestione della sicurezza molto rigida che ha finito per scoraggiare anche i visitatori non legati all’evento.

Roma teme un effetto-Parigi
Un esempio virtuoso è invece Londra 2012, dove le Olimpiadi hanno contribuito alla ripresa post-crisi finanziaria. L’investimento pubblico era stato ingente, ma ha generato benefici duraturi grazie alla rigenerazione urbana e allo sviluppo infrastrutturale, in particolare del villaggio olimpico. Certo, il contesto economico era molto diverso allora, ma Paolantoni crede in un rimbalzo positivo anche nella Capitale: «L’anno migliore sarà il 2026, quello successivo al Giubileo, perché il Giubileo permette alla città di promuoversi, di realizzare opere e infrastrutture che altrimenti non si sarebbero fatte. Quindi il vero impatto positivo si vedrà l’anno dopo, quando Roma sarà più organizzata, più efficiente e sicuramente più vivibile».