Ormai è questione di pochi giorni, se non ore, e finalmente sapremo come affronteremo le settimane dell'Avvento e le festività. Le ipotesi sul tappeto sono tante, ma ormai si tratterebbe di definire solo alcuni particolari. Dalla conferma del coprifuoco fino alle 22, con l'anticipo delle messe di Natale da concordare con la Conferenza episcopale, ai negozi aperti fino alle 21; dai bar e locali chiusi dalle 18 compresi i ristoranti (nelle zone gialle), che terranno le saracinesche abbassate anche per tutte le giornate di Natale e Santo Stefano, fino alla chiusura degli impianti sciistici. Su tyutte le decisionin peserà però come il Govenro deciderà di sostenere le atività chiuse (ristoranti e stazioni scistiche in primis). Le anticipazioni finora fatte non convincono nessunio, perchè sono in queste settimane che si fanno gli incassi maggori. E non a caso la Fipe è intervenuta con durezza proprio per contestare l'entità dei ristorti previsti. Una posizione a cui si è aggiunta oggi quella dei Ristoratori toscani che si oppongonmo ad un'apertura, dobve consentito, fino alle 18... Vedremo cosa deciderà il Governo che, in modo assolutamente vergognoso, ha convocato solo per le 22 il consiglio dei ministri in cui varare, all'ultimo minuto, il decreto ristori quater che dovrebbe sopendere, il pagamehto delle tasse previsto per lunedì (vedi bozza in allegato)...

E a peggiorare le cose ricordiamo che qualche giorno prima di Natale dovrebbe entrare in vigore il divieto di spostamento tra le Regioni. Una misura che non dovrebbe riguardare chi ha la residenza in un'altra regione o chi dovrebbe fare rientro nel proprio domicilio. Nella zona arancione, secondo le regole già in vigore, non è infatti consentito lasciare il proprio Comune. Più libertà di movimenti per chi vuole raggiungere la propria seconda casa all'interno della zona gialla prima del blocco. Per chi andrà all'estero, in particolare per sciare nei Paesi che mantengono gli impianti aperti, si profila la quarantena al rientro.
Uno dei temi che più fa discutere è quello della scuola. L'orientamento prevalente del governo sarebbe quello di far rientrare tutti i liceali in classe dal 7 gennaio, passate le feste. Ma c'è chi insiste, in particolare M5S e Iv, per una riduzione graduale della didattica a distanza per gli studenti delle superiori già da dicembre, forse dal 14.
Le misure del nuovo Dpcm per affrontare l'emergenza Coronavirus saranno in ogni caso al al centro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, convocata dal vice presidente Giovanni Toti in seduta straordinaria per domani (lunedì) alle 17 solo in videoconferenza. Ci sarà un unico punto all'ordine del giorno che prevede l'esame delle proposte per i diversi provvedimenti di carattere sanitario, sociale, economico e organizzativo da adottare con il prossimo Dpcm del premier Giuseppe Conte che a questo punto verrà varato a inizio dicembre. Le Regioni vorrebbero più libertà di movimento e apertura dei ristoranti.
Richoeste conmtrarie all'impostazione del Cts (Comitato tecnico scientifico). «Con questi numeri» di contagi e morti Covid «è difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa così come è difficile immaginare forme di aggregazioni e raduni tra persone che provengono da contesti molto diversi», aveva spiegato in proposito il professor Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, nella conferenza di sabato. «Ci troviamo in una fase in cui l'incidenza è molto elevata e diffusa in tutte le regioni, anche se con differenze. Le prossime settimane sono molto critiche rispetto alla nostra capacità di rispettare distanziamenti ed evitare aggregazioni. Se non lo facciamo, il rischio è che i numeri ripartano. Dobbiamo immaginare un Natale che abbia una sua unicità rispetto al passato e al futuro. Gli affetti, le aggregazioni, la vicinanza, la condivisione andranno vissuti in una dimensione Covid».