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Latte contaminato, ancora controlli Stefano Berni: Il Grana Padano è sicuro

Il direttore del Consorzio Grana Padano Stefano Berni rassicura i consumatori sulla questione latte contaminato da aflatossina, e dichiara che i formaggi prodotti con latte diluito sono fermi in magazzino: «Non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori»

 
17 marzo 2016 | 11:02

Latte contaminato, ancora controlli Stefano Berni: Il Grana Padano è sicuro

Il direttore del Consorzio Grana Padano Stefano Berni rassicura i consumatori sulla questione latte contaminato da aflatossina, e dichiara che i formaggi prodotti con latte diluito sono fermi in magazzino: «Non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori»

17 marzo 2016 | 11:02
 

«Ogni forma di Grana oggi in commercio è totalmente sicura», così Stefano Berni (nella prima foto in basso), direttore del Consorzio Grana Padano, rassicura i consumatori sulla qualità del formaggio italiano, dopo lo “scandalo aflatossina”. Le forme di Grana sequestrate dai Nas vanno ben oltre le 4mila annunciate qualche giorno fa. «Le forme sequestrate - dichiara Berni - sono circa 7mila, numeri che vanno rapportati ai 4,6 milioni l’anno di forme commercializzate», ma aggiunge: «Non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori perché è stato bloccato in magazzino, per cui i consumatori possono stare assolutamente tranquilli».


Foto: Riccardo Melillo

Le 4mila forme di Grana di cui si è parlato inizialmente sono state prodotte in un solo caseificio della provincia di Brescia, le restanti 3mila forme appartengono ad altri 3 caseifici della bassa bresciana e uno sul lago di Garda. Tutto il formaggio prodotto con il latte incriminato, perché conterrebbe livelli sospetti di aflatossina (sostanza potenzialmente cancerogena), è rimasto nei magazzini, in attesa dei dovuti controlli sanitari.

«Noi - aggiunge Berni - abbiamo come principale mission la tutela del consumatore e da sempre ci battiamo per raggiungere questa finalità. In tal senso abbiamo sempre collaborato con le autorità sanitarie preposte alla sicurezza degli alimenti, e con tutti gli organismi deputati ai controlli, a cominciare dai Carabinieri dei Nas. Il consumatore e la sua tutela sono e resteranno sempre il faro-guida delle azioni del Consorzio e anche questa solerte, tempestiva e lodevole iniziativa conferma che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo, se non addirittura il primo, nella sicurezza alimentare».

Stefano Berni

Purtroppo da questa vicenda il Consorzio Grana Padana ne uscirà danneggiato, e preoccupano le ripercussioni economiche che potrebbe causare la vicenda, visto l'allarmismo diffuso tra i consumatori. Ma il direttore Berni rassicura: «Per fare un chilo di grana servono 15 litri di latte. E il limite massimo di aflatossina stabilito dal ministero della Salute è di 275 nanogrammi al chilo per i formaggi duri, non di 50 come per il latte. Per questo siamo tranquilli: credo siano pochissime, se non pari a zero, le forme con contaminazioni fuorilegge».

A preoccupare dovrebbero essere i “furbi” che, sulla scia del risparmio a tutti i costi, hanno acconsentito a produrre formaggio sapendo di avere a che fare con latte contaminato. Sarebbe però improbabile che il fenomeno del latte contaminato sia circoscritto solo alla provincia di Brescia e dintorni, di conseguenza il sospetto che possa riguardare anche altre province e regioni si fa sempre più vivo. Per questo come dichiara lo stesso Stefano Berni è bene che le autorità continuino ad effettuare i dovuti controlli.

Nel frattempo la Regione Lombardia ha annunciato un piano di gestione straordinaria dell’emergenza aflatossine. La decisione è stata presa nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il comandante gruppo carabinieri tutela della salute, gli operatori della filiera latte, le associazioni degli allevatori, delle industrie di trasformazione, del settore dei mangimi e i rappresentanti dei laboratori di analisi coinvolti nell’esecuzione delle prove di autocontrollo.

Gianni Fava

Presente anche l'assessore all'Agricoltura, Gianni Fava (nella foto appena sopra) che ha ribadito la trasparenza del comparto in Lombardia. «Il latte lombardo è controllato e sicuro. Il problema si è già protratto troppo a lungo, a causa del comportamento scorretto di pochi operatori economici che ha penalizzato la grande maggioranza della filiera».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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