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Oste, cuoco e siciliano "doc" La vita in cucina di Filippo La Mantia

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Filippo La Mantia del ristorante del Majestic di Roma, che ci ha svelato i suoi sogni e i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande agli ingredienti che non mancano mai nel suo frigorifero, fino a come ha speso il suo primo stipendio da cuoco

di Clara Mennella
vicedirettore
 
18 novembre 2012 | 18:25

Oste, cuoco e siciliano "doc" La vita in cucina di Filippo La Mantia

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Filippo La Mantia del ristorante del Majestic di Roma, che ci ha svelato i suoi sogni e i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande agli ingredienti che non mancano mai nel suo frigorifero, fino a come ha speso il suo primo stipendio da cuoco

di Clara Mennella
vicedirettore
18 novembre 2012 | 18:25
 

Filippo La Mantia. Foto: Cibo News GianmarcoIl suo percorso non ha seguito l'iter tradizionale con gli studi seguiti dal tirocinio al fianco dei grandi, ma grande lo è diventato eccome: da autodidatta, scegliendo la professione di cuoco da adulto, dopo aver svolto diversi lavori tra i quali il fotoreporter di cronaca.

Sicuramente questo era il suo destino. Siciliano Doc, il mestiere di cucina ha sublimato tutto ciò che Filippo La Mantia (nella foto) porta nel Dna e tutto quello che i suoi sensi hanno acquisito nel corso della sua vita: in primis il profumo delle arance e dei limoni poi quello degli ortaggi dell'orto e tutti i sapori e i colori dei prodotti della sua terra che ha scoperto facendo la spesa al mercato e nella cucina di casa.

Con questo bagaglio, unito a un grande estro, è riuscito a portare la Sicilia nel cuore di Roma nel suo ristorante all'interno del lussuoso Majestic di via Veneto. Qui incanta i palati lavorando solo materie prime freschissime, senza artifici chimici e anche senza grassi animali, senza aglio e senza cipolla. La sua filosofia in cucina: leggerezza, sapori riconoscibili e ben definiti e un prezzo accessibile.

Da bambino cosa sognavi di diventare?
Una rockstar, ho sempre amato la musica e suono da tantissimi anni.

Il primo sapore che ti ricordi.
Il latte materno e da lì iniziato tutto.

Qual è il senso più importante?
Il senso dell'onore, della dignità e dell'onestà

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
La prima pappa per mia figlia Carolina, non ero sicuro che gli sarebbe piaciuta.

Come hai speso il primo stipendio?
Nel ‘78 ho comprato una Honda 350 Four rossa.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
La caponata di melanzane, i bucatini con le sarde e la cassata siciliana.

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Quasi nulla! Mi piace sapere che ho tutto quello che mi serve per ricevere amici.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Pane buono, olio buonissimo, pomodoro crudo e basilico.

Che rapporto hai con le tecnologie?
Quasi zero. In cucina nulla, nella vita sono grato all'iPod per avere permesso a tutti quelli che amano la musica di avere tutto in pochi centimetri.

All'Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
L'aglio e la cipolla!

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Papa Wojtyla, mio padre e mio fratello, Jimi Hendrix e Gandhi.

Quale quadro o opera d'arte rappresenta meglio la tua cucina?
La Vucciria di Guttuso

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
'Italiani” di Edoardo Bennato

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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