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Quel lembo fatato del Cilento costiero, lontano dal turismo moderno e modaiolo

Il Cilento costiero racchiude in sé uno tra i mari più belli d'Europa, meraviglie archeologiche e gastronomiche. Al nord si concentra il massimo del turismo. Il sud affascina grazie a piccoli borghi e sentieri sperduti

 
19 giugno 2013 | 11:31

Quel lembo fatato del Cilento costiero, lontano dal turismo moderno e modaiolo

Il Cilento costiero racchiude in sé uno tra i mari più belli d'Europa, meraviglie archeologiche e gastronomiche. Al nord si concentra il massimo del turismo. Il sud affascina grazie a piccoli borghi e sentieri sperduti

19 giugno 2013 | 11:31
 

Si fa presto a dire Cilento. Dessimo poi seguito ad una dicitura che risente di equilibrismi politici, dovremmo ritenere un tutt’uno il Cilento ed il Vallo di Diano e addirittura, dacché le ricerche degli equilibri e le esigenze elettorali aumentano, includere in entità territoriale omogenea e tipicamente riconoscibile, anche i Monti Alburni.

Ciò dovremmo fare, sedimentazioni storiche, cultura materiale e differenti realtà paesaggistiche ignorando, se volessimo attenerci ad etichetta attuale ed imminente dell’ente parco.

Il Cilento costiero, tra i mari più belli d’Europa, ha convenzionalmente la sua porta settentrionale ad Agropoli e la sua porta meridionale a Sapri.




A nord è delimitato dalla piana del Sele e quindi dalle vestigia archeologiche di Paestum (e dalla squisita mozzarella di bufala campana dop). La parte settentrionale del Cilento costiero per prima ha visto flussi turistici consistenti, a causa della sua maggior vicinanza all’enorme bacino napolitano.

La parte meridionale del Cilento, invece, ha mantenuto pressoché intatto il suo peculiare fascino di territorio da scoprire e dal quale lasciarsi suadentemente ammaliare. Parliamo in particolare di un paesino fatato, uno e trino, dacché qui si vuole intendere San Giovanni a Piro (Sa) e, in aggiunta al suo insito agglomerato, le due frazioni di Bosco e Scario.

Qui la distinzione tra terra e mare è resa unica ed affascinante dall’assenza di qualsiasi, ancorché esile, striscia pianeggiante. Il monte finisce e là comincia il mare. Marosi sempiterni hanno scolpito la costa come al divino artefice piacque: anfratti, grotte mirabili, calette da starci in due e non in più due.

Mare trasparente e dai cangianti colori. Il mare che ha l’odore del mare, qui è ancora così.

Bosco è in altura, a presidiare i punti di origine di sentieri che solleticano i fianchi di monti austeri. Qui il trekking vuole dire non tanto mettere a dura prova i muscoli dei propri arti inferiori (agevoli e ben segnalati i sentieri) bensì titillare battiti di un cuore che sa emozionarsi al cospetto di tanta affascinante bellezza, di tale meraviglioso panorama, con il golfo di Policastro dabbasso e con il notturno luccichio di paesini incastonati e di borghi rivieraschi.

Il pittore Ortega qui visse e qui tanto magistralmente dipinse. Da visitare, commovente, il piccolo museo.

Scario è il borgo rivierasco, è il funzionale porticciolo, è family beach, è quel pizzico gradevole e giammai debordante di una vita animata che mai diverrà (auguriamocelo) sfrenata night life.

Vorrà esserci più che bastevole, per sempre, il delizioso gelato artigianale di Rocco, valente gelatiere della gelateria Mosè, sul lungomare, da degustare in amena convivialità, a tavolino. Imperdibile il gusto ricotta e fico del Cilento.

A settembre, a Scario, la prima rassegna incentrata sul pescato locale, specificamente il pesce azzurro: alici come prima. Qui la scuola eleatica ha permeato gli animi all’armonia ed alla bellezza ed anche, diciamolo, al culto dell’ospitalità; hospites sacri sunt.

Il virtuoso flusso turistico con un incoming worldwide e destagionalizzato, con superamenti di paradigmi desueti che hanno puntato esclusivamente al balneare (stagione corta, di conseguenza) è anelito forte di un team compatto di operatori turistici e dell’assessore comunale al turismo e cultura Giovanna Tripari.

Ne sortisce una nascente vision ed un coerente agire pragmatico che poggia sul pilastro indispensabile della qualità e sulla comunicazione da attuarsi prevalentemente secondo i percorsi resi agibili dalla società digitale.

Aprire le porte ed i cuori, perciò, non tanto al turismo mordi e fuggi di quella dozzina di week-end all’anno, ma a coloro i quali si avvicinano a questo lembo fatato del Cilento costiero meridionale, di esso volendo suggere la storia millenaria, i ritmi lenti di chi sovente qui è ancora contadino di giorno e pescatore di notte.

Strutture, perciò, che sanno proporsi “glocal” con un’offerta che è il portato naturale del loro vivere e con servizi a contorno che agevolano una commutazione assente la quale tanto fascino si perderebbe.

Quale la commutazione? Semplice, smettere in pochi giorni (forse, ore) i panni del turista (il forestiero) per vestire quelli confortevoli e gioiosi del temporary citizen.

E allora parliamo dell’agriturismo “Tenuta Terre di Bosco” con il prode Federico (la mamma ai fornelli, il fratello in sala ed al bar) che coccola i suoi ospiti, su di essi agendo in maieutica per la suddetta commutazione.

E la country house “VerdeBlu” dove al verde dei colli si mischia il blu del mare. E quando è ora di cena…pretendere pasta con provola e patate: un piccolo capolavoro.

Ed ancora, sempre a Bosco, l’agriturismo “Il rifugio del contadino” condotto da coppia amorevole, Cesare half romagnolo, ed Isabella (con mamma in cucina).

Ed ancora il b&b “Casa dei nonni” con panorama imperdibile e con chicca inusuale, una vera ancorché agibile, casetta sull’albero. Ne è mentore la bravissima Nicoletta.

Giovani menti e giovani ed ardimentosi cuori, per non dimenticare e non scordare origini e per rammentare e ricordare che questo lembo meridionale del Cilento costiero è patrimonio troppo prezioso per continuare a tenerlo nascosto ai chi nel mondo vorrà rispettosamente apprezzarlo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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20/06/2013 10:52:28
2) Sono fiero di essere del Cilento
Il cilento è sempre il Cilento e io sono fiero di farne parte, anche se sono lontano per lavoro.
giuseppe trotta
Impiegato
Ministero Difesa
19/06/2013 20:05:47
1) Hai colto la magia dei luoghi
Grazie per questo bell'articolo che tocca le corde dell'anima perche' significa che hai intravisto la magia di questi posti.. grazie perche' e' anche incoraggiante per il progetto a cui stiamo lavorando: dopo averlo letto mi sento ancora piu' in fase " I have a dream!" Un caro saluto
Nicoletta Tripari

B&B Casa dei nonni


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