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Con la crisi, più pasta in tavola Sprechi alimentari ridotti dal 30 al 7%

Nel carrello della spesa la pasta è aumentata dallo 0,58% allo 0,61%, tornando al centro dei consumi degli italiani come nel Dopoguerra. La crisi economica ha imposto agli italiani un ridefinizione del proprio paniere alimentare, con un taglio della quantità, una selezione diversa rispetto al passato e la riduzione degli sprechi

30 gennaio 2014 | 12:45
Con la crisi, più pasta in tavola
Sprechi alimentari ridotti dal 30 al 7%
Con la crisi, più pasta in tavola
Sprechi alimentari ridotti dal 30 al 7%

Con la crisi, più pasta in tavola Sprechi alimentari ridotti dal 30 al 7%

Nel carrello della spesa la pasta è aumentata dallo 0,58% allo 0,61%, tornando al centro dei consumi degli italiani come nel Dopoguerra. La crisi economica ha imposto agli italiani un ridefinizione del proprio paniere alimentare, con un taglio della quantità, una selezione diversa rispetto al passato e la riduzione degli sprechi

30 gennaio 2014 | 12:45
 

Pastasciuttari per gusto, ma anche per necessità. Così appaiono gli italiani nei tempi della crisi secondo l’indagine condotta nel 2012 dall’Eurispes, e presentata nel Rapporto 2013, che evidenzia come negli ultimi cinque anni, su dati Federalimentare, a fronte di una flessione degli acquisti di prodotti alimentari del 10%, pari a 20 miliardi di euro in meno, aumenti l’acquisto di pasta, in quanto bene economico che consente di mettere a tavola un pasto soddisfacente.

Nel carrello della spesa, sottolinea Eurispes, la pasta è aumentata dallo 0,58% allo 0,61%, tornando al centro dei consumi degli italiani come nei difficili anni del Dopoguerra. E per oltre 10 milioni di italiani la pasta viene messa in tavola tutti i giorni. La crisi economica, osserva l’istituto di ricerca, ha quindi imposto agli italiani un ridefinizione del proprio paniere alimentare, con un taglio della quantità e una selezione diversa rispetto al passato. La spesa è più ragionata, consapevole e prudente; da qui anche la riduzione degli sprechi: gli scarti alimentari sono calati dal 30% al 7%.



La buona cucina è per ricchi
Il cibo sempre più spesso è associato ad un vero e proprio nemico. E dal Dopoguerra ad oggi - quando sono 1,5 miliardi nel mondo gli individui in sovrappeso o obesi con malattie legate a diete squilibrate - la contrapposizione tra chi soffre fame e malnutrizione e i malati per eccessi a tavola hanno prodotto uno dei paradossi della modernità e un cambiamento culturale nei confronti del cibo. Negli Usa, ricorda la ricerca Eurispes, il cibo uccide più delle armi.

E negli Stati Uniti più che altrove mangiare sano ha un costo elevato: molti non possono permetterselo. Anche in Italia, come sottolinea l’indagine svolta alla fine del 2012 dall’Università Cattolica di Campobasso, seguire la dieta mediterranea risulta più facile a chi ha un reddito alto (la segue il 72%), mentre la quota degli obesi è più elevata nelle fasce di reddito basso (36% a fronte del 20% dei benestanti). Anche il Child’s Messurement Programme ha elaborato una percentuale del 12,3% di obesi tra i bambini indigenti, a fronte di un più contenuto 6,8% dei bambini benestanti.

Un italiano su 2 si dichiara “equilibrato” a tavola
Oltre la metà degli italiani (53,7%) dichiara di seguire un’alimentazione “abbastanza equilibrata”, l’8,2% “molto”, ma il 30,9% “poco”, e il 5,7% per niente. Mentre il timore per la prova costume sembra aver spinto il 26,1% degli italiani a seguire qualche volta una dieta dimagrante, il 65,1% non lo ha mai fatto. Secondo l’indagine Eurispes, il 46,7% tiene abbastanza sotto controllo il peso, l’8,3% molto, il 32,3% poco, e il 10,7% per niente. L’istituto di ricerca precisa inoltre che il 19,2% degli italiani segue ogni tanto una dieta purificante (il 74,8% mai).

Nel determinare le scelte alimentari - si legge nel report - alle motivazioni prettamente legate alla salute si sovrappongono quelle legate a valori ed ideali. La volontà di rispettare gli animali, ad esempio, impegnandosi a manifestare il proprio dissenso contro l’allevamento industriale o la sperimentazione sugli esseri viventi, è alla base delle scelte di vegetariani o vegani. Si tratta, secondo i dati dell’Eurispes, del 7,1% degli italiani (6,5 vegetariani e 0,6% vegani).

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