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Insetti e “nuovi alimenti” in arrivo Dal Parlamento europeo il via libera

Sì dell’Europarlamento alle nuove regole che semplificano le procedure di autorizzazione per immettere sul mercato europeo i “novel foods”. No al progetto di legge comunitaria per permettere agli Stati membri di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo di alimenti o mangimi Ogm già approvati a livello Ue

28 ottobre 2015 | 18:42
Insetti e “nuovi alimenti” in arrivo 
Dal Parlamento europeo il via libera
Insetti e “nuovi alimenti” in arrivo 
Dal Parlamento europeo il via libera

Insetti e “nuovi alimenti” in arrivo Dal Parlamento europeo il via libera

Sì dell’Europarlamento alle nuove regole che semplificano le procedure di autorizzazione per immettere sul mercato europeo i “novel foods”. No al progetto di legge comunitaria per permettere agli Stati membri di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo di alimenti o mangimi Ogm già approvati a livello Ue

28 ottobre 2015 | 18:42
 

Semi di chia, flavonoidi derivati dalla Glycyrrhiza glabra o proteine di colza sono tutti stati riconosciuti ufficialmente come “nuovi prodotti alimentari”. I deputati del Parlamento europeo hanno approvato la semplificazione delle procedure di autorizzazione per immettere nel mercato unico i nuovi alimenti (novel food). Il testo deve essere ancora votato dal Consiglio.



I nuovi prodotti alimentari sono prodotti come gli insetti o i nanomateriali, ma anche funghi, alghe e nuovi coloranti. Sono prodotti attraverso nuovi metodi, cibi o alimenti innovativi realizzati con nuove tecnologie e processi di produzione. Il cibo tradizionalmente consumato al di fuori dell’Ue è anche classificato come un “nuovo alimento”.

Il regolamento Ue sui nuovi prodotti alimentari risale al 1997. Da allora, si sono aggiunti dei nuovi alimenti e ingredienti. Una revisione del regolamento è quindi necessaria per seguire a livello normativo i progressi scientifici e tecnologici. La risoluzione legislativa è stata approvata con 359 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti.

Le nuove regole dovrebbero sottoporre i nuovi prodotti alimentari alla valutazione della sicurezza e all’autorizzazione attraverso una procedura armonizzata a livello Ue. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dovrebbe effettuare una valutazione nei casi in cui un alimento abbia un effetto sulla salute umana.

Le norme proposte riguarderebbero anche gli alimenti provenienti da animali clonati aspettando l’adozione di una legislazione specifica sulla clonazione, così come una nuova definizione per i nanomateriali e le restrizioni sulla sperimentazione animale.

Il testo approvato dalla plenaria sarà ora sottoposto al Consiglio dei Ministri Ue. Nel caso quest’ultimo intenda modificarlo, ci saranno ulteriori negoziati fra le due autorità legislative.

Ogm, bocciata la proposta sui divieti nazionali
Il Parlamento europeo ha inoltre respinto un progetto di legge comunitaria che avrebbe permesso ai singoli Stati membri di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti o mangimi Ogm già approvati a livello Ue. I deputati sono preoccupati che questa legge potrebbe dimostrarsi irrealizzabile o condurre alla reintroduzione di controlli alle frontiere tra i Paesi favorevoli e quelli contrari agli Omg. Hanno quindi chiesto alla Commissione di presentare un nuovo progetto di legge.

«Il voto di oggi ha inviato alla Commissione europea un chiaro segnale. Questa proposta potrebbe andare contro ciò che si è ottenuto con il mercato unico e con l’unione doganale», ha affermato il relatore Giovanni La Via (PPE, IT), la cui raccomandazione di respingere la proposta è stata approvata con 579 voti favorevoli, 106 voti contrari e 5 astensioni.

Il relatore ha spiegato che sono state espresse serie preoccupazioni circa la mancanza di qualsiasi analisi d’impatto, sulla compatibilità della proposta con il mercato unico e ne è stata anche messa in discussione la sua reale attuazione. «Non è stata fornita nessuna valutazione sulle potenziali conseguenze o su altre opzioni percorribili», ha aggiunto.



«Credo che questa proposta potrebbe avere conseguenze negative sull’agricoltura comunitaria, che dipende fortemente dalle forniture di proteine provenienti da fonti Ogm, e potrebbe anche avere effetti negativi indiretti sulle importazioni. Infine, sussistono preoccupazioni circa la possibilità che questa proposta possa essere applicata, poiché non ci sono controlli alle frontiere nell’Ue», ha concluso.

La proposta, che andrebbe a modificare la legislazione Eu esistente per permettere agli Stati membri di limitare o proibire l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti e mangimi geneticamente modificati approvati dall’Ue, è stata presentata dalla Commissione il 22 aprile 2015.

La Commissione ha suggerito che questa proposta dovrebbe essere modellata sulla falsariga di un’altra legislazione europea, quella sulla coltivazione degli Ogm, che è entrata in vigore a inizio aprile di quest’anno. Tali norme permettono agli Stati membri di vietare la coltivazione sul proprio territorio degli Omg approvati a livello europeo.

La differenza è che, mentre la coltivazione ha luogo necessariamente sul territorio di uno Stato membro, il commercio di Ogm supera le frontiere nazionali. Questo significa che un divieto nazionale “sulla vendita e sull’utilizzo” potrebbe essere difficoltoso o impossibile da far rispettare, senza reintrodurre controlli alla frontiera sulle importazioni.

Il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha detto che la Commissione europea non ritirerà la proposta legislativa, che sarà ora discussa dai ministri europei.

Slow Food Italia: Adesso si rispetti il "no" dei consumatori-cittadini-elettori europei
«Il voto di oggi si inserisce in un rassicurante contesto di segnali di buon senso da parte dell’Unione Europea», ha dichiarato Cinzia Scaffidi, vicepresidente di Slow Food Italia. «In coerenza con il rifiuto agli Ogm dato dai consumatori-cittadini-elettori europei e con le posizioni di cautela assunte dai 19 stati membri che hanno richiesto di poter escludere i propri territori dalle coltivazioni - anche se approvate a livello comunitario - oggi si è chiarito che la regolamentazione dell’uso dei prodotti Ogm va discussa guardando alle istanze sinora espresse. Ora si riparta da una nuova e più condivisibile proposta che risponda alle aspettative suscitate dal presidente Juncker quando promise di rivedere tutta questa materia. Resta il dispiacere per un lavoro fatto a metà, poiché la maggioranza non è invece stata raggiunta sulla proposta di moratoria alle autorizzazioni di nuove colture Ogm, cosa che avrebbe consentito di lavorare e decidere in un clima meno condizionato dagli interessi del mercato. Su tutta questa analisi aleggia poi lo spettro del Ttip, un trattato Europa-Usa che - se approvato, e stiamo lavorando perché ciò non avvenga - rischia di sovrapporsi, quando non sostituirsi, a decisioni che andrebbero invece prese dagli eletti con l’obiettivo del benessere dei cittadini».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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