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Insuperabile, onesto, unico Antonio Bonadonna si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Antonio Bonadonna dell’Abbazia Santa Anastasia di Castelbuono (Pa), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo

di Clara Mennella
vicedirettore
 
09 aprile 2017 | 18:46

Insuperabile, onesto, unico Antonio Bonadonna si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Antonio Bonadonna dell’Abbazia Santa Anastasia di Castelbuono (Pa), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo

di Clara Mennella
vicedirettore
09 aprile 2017 | 18:46
 

Volendo rappresentare con un’immagine simbolica Antonio Bonadonna, si dovrebbe ritrarlo con la Sicilia fra le mani. Nessuno più di lui mantiene le radici in questa terra ed è capace di coglierne tutte le sfumature del gusto, dei profumi, dell’essenza, della poesia. Nato circa mezzo secolo fa a Castelbuono (Pa), paese di storia e d’arte, incastonato fra il mare, le montagne e il Parco delle Madonie, si è sentito fin da bambino a casa solamente nella sua terra, così ha deciso di muoversi con la fantasia, lo studio e la creatività, mantenendo ben piantate le radici nel suo paese.

Insuperabile, onesto, unico Antonio Bonadonna si racconta

La scelta di esercitare il mestiere di cuoco è arrivata presto con la scuola alberghiera e i primi lavori tutti fra Castelbuono e Cefalù, per scrivere - anzi incidere - nel Dna tutto quello che di buono la Sicilia ha da offrire. Bonadonna descrive con precisione ogni fiore, ogni frutto, ogni erba spontanea, ogni tralcio di vite che la natura ha fatto nascere in queste zone, cultore di un’alimentazione sana e leggera, in simbiosi con la natura e le sue stagioni, ma che può essere di livello altissimo, infatti la sua cucina riesce a raccontare come nessun’altra il lusso della semplicità.

Antonio Bonadonna da oltre dieci anni è “comandante” all’Abbazia Santa Anastasia, il luxury resort ricavato da una struttura del 1200, ed ha portato la “nave” in porto anche quando il mare era in tempesta con grande capacità di leadership. Amato, rispettato e stimato perché ha sempre “seguito il cuore”... forse per questo il suo punto forte è l’organizzazione di matrimoni indimenticabili.


Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un pittore

Il primo sapore che ti ricordi?
Le polpette di mia madre, delle soffici polpette fatte con uova, pane raffermo, caciocavallo, ecc.

Qual è il senso più importante?
Il gusto, poiché più di tutti è responsabile nel giudicare una pietanza
 
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato?
Riuscire ogni giorno ad emozionare con le mie proposte i commensali

Come hai speso il primo stipendio?
Avevo 15 anni e comprai la mia prima moto da cross

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Macco di fave secche con misto di verdure spontanee, pane croccante all’olio di oliva; il caciu all'Argintera; la testa di turco

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Il formaggio

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Pane condito con del buon olio di oliva

Che rapporto hai con le tecnologie?
Discreto, anche se preferisco l’odore di libro antico

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Mi farò consigliare in loco da qualche collega chef

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Tutta la mia famiglia e Clara Mennella

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
La Vucciria, dipinto dal pittore palermitano Renato Guttuso che dall’immagine riesce a far emanare i profumi dei prodotti tipici, frutta e verdura, esposti sulle bancarelle, fondamentali nella cucina siciliana

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Pane e sale” di Zucchero


Per informazioni: www.abbaziasantanastasia.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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