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Posti di classe

Trieste, il Grand Hotel Duchi d'Aosta riapre con la luce di 5 stelle

01 ottobre 2021 | 10:30

Dimora elegante e raffinata, in pieno stile Mitteleuropeo, una casa che custodisce la memoria artistica e storica del nostro Paese. Qui nella centralissima piazza Unità d’Italia, uno dei luoghi più belli d’Europa, il Grand Hotel Duchi d’Aosta, insieme agli altri splendidi edifici, fa da cornice alla piazza che si affaccia proprio sul mare, godendo di una posizione strategica e suggestiva dove fascino e stile promettono grandi emozioni. La sua riapertura, avvenuta il 24 settembre dopo un rinnovamento, ha ridato lustro e vigore all'intera piazza.

Grand Hotel Duchi d'Aosta Trieste, il Grand Hotel Duchi d'Aosta riapre con la luce di 5 stelle

Grand Hotel Duchi d'Aosta

La struttura

Il Grand Hotel Duchi d’Aosta è un boutique hotel 5 stelle, situato nel più bel “salotto a cielo aperto” d’Europa; collocato in posizione strategica sia per chi arriva via terra o via mare e a pochi passi dalle più interessanti attrazioni cittadine, dalla Cattedrale di S. Giusto al Teatro Romano.

Le 45 camere e suite sono tutte caratterizzate da uno stile eclettico e raffinato, dotate dei migliori comfort quali TV Led Hd con canali satellitari, connessione internet Wi-Fi, aria condizionata con regolazione individuale, cassaforte elettronica, set cortesia e minibar con soft drinks. Camere ampie e luminose, recentemente rinnovate, alcune di esse offrono un’incantevole vista della Piazza Unità d’Italia e del Golfo di Trieste.

 

Il legame con l'Harry's Piccolo

Al pianoterra della struttura spicca il ristorante, due stelle Michelin, Harry's Piccolo. Occhio di riguardo da parte di chi sta provando a vincere premi alla 6ª sessione di "Check-in... gioca e parti!" perchè è proprio questo (insieme ad una notte all'hotel Vis-a-Vis) il primo e più ambito.

Matteo Metullio e Davide De Pra Trieste, il Grand Hotel Duchi d'Aosta riapre con la luce di 5 stelle

Matteo Metullio e Davide De Pra

Creato e lanciato nel 1972 da Arrigo Cipriani del famoso Harry’s Bar di Venezia, il brand Harry’s ha saputo mantenere nel tempo il suo fascino e la capacità di creare un’atmosfera inconfondibile. Una filosofia unica che, nata a Venezia, ha preso vita piena e propria nella straordinaria città di Trieste, dove oggi Harry’s rappresenta a pieno titolo un marchio che è sinonimo di eccellenza enogastronomica in tutte le sue espressioni.

Gioca e Parti

Km vero: qualità senza limiti territoriali

Tra i capisaldi della filosofia Harry’s ce n’è uno che sta particolarmente a cuore agli chef Matteo Metullio e Davide De Pra: il km vero. Nel viaggio enogastronomico proposto si fondono elementi autoctoni e ingredienti lontani, terra e mare; con la costante ricerca della qualità senza limiti territoriali, come una nave pronta ad esplorare nuovi mondi.

Harry’s Piccolo: Dal Palato al Cuore

Un luogo intimo dove concedersi un’esperienza gastronomica esclusiva e suggestioni d’alta cucina, alla continua scoperta di nuovi sapori, piacere dei sensi ed emozioni per la mente.

Il progetto di ristrutturazione

Il progetto prende forma dalla volontà di mantenere l’heritage del luogo, un progetto chirurgico che non si priva, però, di introdurre delle interpretazioni contemporanee, delle sfumature progettuali che collocano gli spazi tra passato e contemporaneità. Si è voluto sottolineare l’importanza storica dei suoi spazi attraverso la scelta di colori e materiali che rafforzassero la sua natura elitaria, la sua identità, il cui massimo splendore fu raggiunto durante la dominazione asburgica. Propri degli interni asburgici il verde, il rosso e il blu sono i colori selezionati per essere lo sfondo e la palette della nuova hall. Materiali locali e tecniche antiche, come l’uso delle tesate di broccatello veneziano, i marmi Rosso Verona e Fior di Pesco Carnico, i decori manuali delle parti lignee, caratterizzano gli spazi della hall, delle salette laterali e del corpo scale.

Varcando le porte in legno dell’originale bussola di ingresso, si viene accolti da uno spazio “teatrale”: un sontuoso lampadario, in pregiato cristallo veneziano con sfumature acquamarina è attore principale, mentre un tappeto cangiante, in tinta con i pastorali di vetro, richiama l’increspatura e i colori del mare di Trieste. Alla ricerca di una nuova simmetria il progetto ridefinisce le geometrie delle colonne perimetrali, rivestite con marmo rosso Verona intarsiato come le lesene della facciata dell’edificio, che si adagiano all’originale parquet in legno di noce tramite delle fughe in ottone.

Sullo sfondo della hall si erge lo storico bancone in legno, eredità della direzione Ciga, restaurato e riportato agli antichi splendori con un piano in vetro cotto con riflessi dorati e bronzei. Particolare attenzione è stata data al progetto di illuminazione, curato dalla lighting designer Bianca Tresoldi. Illuminazione che tende a sottolineare le forme dell’architettura e i materiali con estrema ricercatezza, che analizza anche gli effetti di tipo fisiologico e psicologico della luce, senza trascurare la sua funzione principale di consentire la visione. Modellando la brillanza, il colore e l’intensità è stata costruita una luce in grado di far immergere gli ospiti nello spazio architettonico-storico cercando di fargli vivere un’esperienza unica che racconta il luogo. Tutto l’impianto di illuminazione è gestito da un adeguato sistema di controllo che consente la variazione dell’atmosfera luminosa in funzione di precisi momenti della giornata.

Il bar Trieste, il Grand Hotel Duchi d'Aosta riapre con la luce di 5 stelle

Il bar

Ai lati la hall si apre su due salette simmetriche. A destra l’esclusiva saletta Svevo impreziosita da un broccatello rosso della storica tessitura veneziana Bevilacqua alle pareti e soffitto con una tenue velatura. Al suo interno un tappeto dai riflessi dorati detta la posizione di preziosi elementi d’arredo, che vanno a creare un salottino da conversazione, arricchito dalla libreria in ottone realizzata su misura e disposta nella nicchia della stanza.

A sinistra della hall il Club dei Club, sala utilizzata dal ristorante stellato, è rivestito alle pareti con un broccatello verde. Lo sguardo dell’ospite/spettatore è rubato e intrattenuto dalle “ballerine”, dei tavoli su disegno che sembrano librarsi nello spazio grazie alla luce morbida che traspare dai tulle che sottendono il piano e avvolgono la gamba centrale. Lo spazio è pervaso da una sensualità di sottofondo.

Uno degli obiettivi del progetto è stato di aprire la vita dell’albergo alla città. La bussola di ingresso è definita ai lati da due vetrine lignee, una racconterà le eccellenze dell’offerta del Grand Hotel Duchi d’Aosta, l’altra vetrina racconterà la vita di Trieste e i suoi eventi. Il progetto delle nuove camere parte dal presupposto di raccontare al loro interno gli elementi connotativi della città di Trieste: complessità, contrasto e riflesso.

Sono stati progettati due concept: il primo prevede l’inserimento all’interno del preesistente spazio classicheggiante di ogni camera di uno scrigno contemporaneo. Un volume che racchiude cabina armadio e bagno, circoscritto da sottili superfici riflettenti verticali ed orizzontali; uno scrigno che si veste di materiali nobili come le tesate damascate di Rubelli, le carte da parati in fibra di vetro e i mosaici a terra. Le pareti della camera, scandite da cornici in gesso, accompagnano nei toni colore le matericità presenti, i tessuti dei letti, gli imbottiti e le tende di raso Dedar.

Camera prestige con vista Trieste, il Grand Hotel Duchi d'Aosta riapre con la luce di 5 stelle

Camera prestige con vista

La luce nelle camere da letto è progettata in modo tale da comporre tre scenografie luminose: luce di benvenuto, messa a notte e relax in grado di far sentire l’ospite a proprio agio. Il progetto, curato sempre da Bianca Tresoldi, prevede un’illuminazione indiretta dei soffitti in marmorino, una luce d’accento che sottolinea i quadri alle pareti, dei segni luminosi intorno agli arredi e dei pendenti in vetro soffiato trasparente.

Il secondo concept interpreta la complessità creando uno spazio di accoglienza e servizio in contrasto e separato dallo spazio notte. Una porta segreta, celata tra le cornici di gesso della camera, divide i due ambienti. Entrando si viene accolti da uno spazio contemporaneo con superfici materiche preziose: soffitto di legno scuro, pavimento alla veneziana, resine cementizie e soprattutto una parete di marmo (Fior di Pesco Carnico, Port Laurent e Palissandro). Un diaframma di vetro decorato per acidatura divide l’area ingresso-cabina dal bagno. La cabina armadio ricavata in nicchia riprende sui toni acidi i colori delle vene del marmo.

Tutti i materiali, riecheggiano riflettendosi in un grande specchio tondo, in corrispondenza del lavabo, sulla parete di marmo. Accedendo all’area notte, si viene accolti da uno spazio dai toni classicheggianti: le cornici in gesso racchiudono pareti di marmorino, la moquette tinta unita dai riflessi cangianti è in sintonia con le tende di raso. Il letto è protetto da un’ampia testata imbottita su disegno, le ali inclinabili proteggono, abbracciandolo, il letto. Due lampade Catellani&Smith alle pareti riscaldano con i toni dorati le superfici murarie. Preziosi arredi antichi restaurati occupano lo spazio e connotano l’importanza storica del luogo.

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