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Quanto poco vale l’agricoltura Pomodori e uva a 3 e 10 centesimi

Per i prezzi delle uve Moscato si parla di miriagrammi, unità di misura in disuso e non riconosciuta. In Puglia una famiglia di olivicoltori racconta che gli industriali acquistano i pomodori a 3 centesimi al chilo e l’uva da tavola a 10 centesimi. Ma tutti gli ortaggi valgono pochi centesimi

 
15 settembre 2010 | 10:46

Quanto poco vale l’agricoltura Pomodori e uva a 3 e 10 centesimi

Per i prezzi delle uve Moscato si parla di miriagrammi, unità di misura in disuso e non riconosciuta. In Puglia una famiglia di olivicoltori racconta che gli industriali acquistano i pomodori a 3 centesimi al chilo e l’uva da tavola a 10 centesimi. Ma tutti gli ortaggi valgono pochi centesimi

15 settembre 2010 | 10:46
 

Nel comunicato stampa che annuncia l'accordo su prezzi dell'uva moscato si parla di miriagrammi, unità di misura in disuso e non riconosciuta; perché mai viene utilizzata? Gli estensori sembrano voler confondere il lettore. Stiamo parlando in realtà di 10 kg (misura nota a tutti) quindi l'uva viene venduta a meno di 1 euro al chilo; pare che talvolta con miriagrammi s'intendano più chili.

La prima considerazione è che il corretto uso della lingua facilita la comprensione, da enogastronomia a location, da eventi a wine bar, da assolutamente si a living culture (in un articolo sulla tipicità!) si gabba il lettore e consumatore con un polpettone linguistico che rende indistinguibile la verità.

Lo dovevo scrivere, ma ora bando ai rimbrotti, e dai fortunati coltivatori di moscato che ricavano quasi un euro al kg. facciamo una seconda considerazione. In Puglia una famiglia di olivicoltori mi raccontava che gli industriali acquistano i pomodori a 3 centesimi al chilo e l'uva da tavola va a 10 centesimi. Avete letto bene: centesimi. Dai treni delle Ferrovie Sud Est, partendo da Bari per la valle d'Itria, Lecce, Brindisi, Taranto si potrebbero contare milioni di piante di ulivo, un mare punteggiato da case coloniche e trulli, un paesaggio verde, stupendo e immenso, inalterato da millenni. Se tutto il potenziale olio fosse venduto al suo valore di 5 euro per litro minimo, saremmo tutti, dico tutti, milionari. Invece l'amico ulivicultore sottolinea che quest'anno il governo ha tolto ogni defiscalizzazione sul lavoro dei braccianti e una giornata costa il 50% in più. Avete compreso? L'ortaggio vale pochi centesimi, dall'altra raccoglierlo costa decine di euro; più conservarlo, lavorarlo, confezionarlo ecc.

Colgo l'occasione per segnalare, solo a titolo d'esempio, una fra le migliaia di aziende agricole che ancora producono delizie per il palato e benefici per la salute, pur fra tante difficoltà: Le Arance Rosse di Michele Ossino Fisicaro e Giuseppe Carpagnano, Contrada Armicci, Lentini (Siracusa). Consiglio di consultare il sito www.learancerosse.it, ben fatto, chiaro e utile. Arance rosse, limoni, fichi d'india (già da fine settembre) mandorle, olio extravergine di oliva si possono ordinare e ricevere anche per posta.

Sui pomodori stendo un velo pietoso; non vorrei dissertare fra qualche anno dei ching ciang o ming ming, accompagnati a té verde.

Vorrei fare una proposta concreta. Sospendiamo momentaneamente le lodevoli campagne a favore (solo per fare qualche esempio), del fagiolo zolfino, della cipolla rossa, della cicerchia, per carità tutte lodevoli e gustose, ma ininfluenti sul piano economico. D'accordo sui presidi, le 5T, gli accostamenti cibo e vino, i benedetti agriturismi, così poco agri e ancor meno turismi, ma veniamo al sodo, quello economico. Stiliamo un elenco di dieci specialità fondamentali, per esempio: pomodori, arance, limoni, zucchine, pesche... continuate voi; ma scegliamole rapportando il vero valore che forse hanno alla borsa di Londra e Wall Street alla quantità di produzione, per ottenere infine il fatturato presunto.

Poi difendiamole; perché non andare nelle piazze, di fronte ai grandi magazzini, nelle piazzole autostradali a venderle con i nostri giornali, le nostre insegne commerciali? Aggiungo un programma di piacere, uscendo dalle solite piste: dedicate una domenica all'assaggio di qualche vino rosso con fette d'arancia e mandarini di varie specie. Un'altra domenica a vini bianchi con limoni e cedri, un'altra ancora a fichi d'india e passiti oppure decidete voi. Farete un piacere a voi e all'agricoltura.

Ricordiamo ai sommelier quanto sia buono il cacio con le pere, il gorgonzola con le mele e il Verdicchio chi ha più gusto e fantasia suggerisca. A proposito di formaggio ricordo come sia stato importante per il mercato di nicchia avere alle spalle i colossi del parmigiamo reggiano, gorgonzola, provolone, asiago, fontina ecc. Idem per i salumi con parma, felino, mortadella etc. Prendiamo esempio in agricoltura.

I tranquilli svizzeri a primavera sono scesi in piazza sul tema non è tempo di fragole, ricordando che in Andalusia per fare concorrenza ai contadini centro europei hanno plastificato migliaia di ettari, tenuto in ostaggio lavoranti dell'Est, e infine produrre milioni palline rosse immangiabili.

Ogni giorno decine di artigiani che tentano di vivere con il frutto del loro lavoro, con il pregio di far star bene anche noi, perdono un pezzetto di speranza; ogni ora si abbassa definitivamente una saracinesca mentre intorno tutti parlano di aria fritta e non scorgono la marea che avanza.


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