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Famiglia e Territorio Parole d’ordine di Bruno Rocca Rabajà

di Riccardo Melillo
 
18 ottobre 2017 | 14:47

Famiglia e Territorio Parole d’ordine di Bruno Rocca Rabajà

di Riccardo Melillo
18 ottobre 2017 | 14:47
 

Al Carroponte di Bergamo è andato in scena il Barbaresco (ma non solo) raccontato con passione da Luisa Rocca che, insieme al fratello Francesco, rappresenta la nuova generazione che affianca il padre Bruno, fondatore.

Serata interessante quella architettata dall’istrionico Oscar Mazzoleni per scoprire il Piemonte declinato dall’azienda agricola Rabajà Bruno Rocca. Realtà a totale conduzione familiare che coltiva nei Comuni di Barbaresco e Neive (Cn), nelle Langhe e nel Comune di Vaglio Serra (At), nel Monferrato. L’idea è che sia la terra, più che il produttore stesso, a firmare i vini, e a questo, oltre che al racconto che sta dietro ogni singola bottiglia, sono legate le etichette con la distintiva piuma.

(Famiglia e Territorio Parole d’ordine di Bruno Rocca Rabajà)

Barbaresco ma non solo dicevamo perché spazio è stato dato anche a Barbera, Dolcetto d’Alba e Langhe Chardonnay. Proprio da quest’ultimo (annata 2015) ha inizio la cena, in abbinamento con Cubo di manzo alla bourguignonne con fonduta di toma, buon connubio per esaltare la sapidità.

A seguire Tartare di fassona piemontese con tartufo nero e Barbaresco Docg 2014, frutta e spezie, avvolgente ma allo stesso tempo immediato. Risotto mantecato ai porcini e robiola della langa con Barbaresco Rabajà Docg 2014, il Cru non delude, fine e complesso, distintivo e sontuoso, nonostante la potenza riesce grazie ai tannini morbidi a non essere invadente.

Infine il Barbaresco Riserva Currà Docg 2012 con Guancia di vitello brasata con scaloppa di foie gras e puré di patate. Riserva che è anche una novità perché viene commercializzato da settembre di quest’anno e, come ci racconta Luisa Rocca, «è il primo vino realizzato interamente da mio fratello Francesco. Il Barbaresco Riserva Currà proviene dalla parte ad est del Barbaresco e rappresenta secondo noi l’eleganza con note floreali, esce la rosa canina, la viola e ha un buon gusto di polpa d’anguria. Per la prima volta inoltre abbiamo usato le botti grandi per la maturazione perché papa usava solo le barrique e questo ci inorgoglisce».

Un Semifreddo alle castagne ha chiuso una serata che il “proprietario di casa” Oscar Mazzoleni ha definito «molto piacevole grazie alla famiglia Rocca che fa vini straordinari».

Per informazioni: www.brunorocca.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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