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Franciacorta: vino, territorio, storia Oltre 14,3 milioni di bottiglie nel 2013

Franciacorta, Champagne e Cava sono gli unici 3 vini in Europa che possono utilizzare un unico termine per identificare in modo preciso un vino, un territorio e il metodo di produzione. Il Franciacorta è il primo vino italiano, prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia, ad avere ottenuto la Docg

19 luglio 2014 | 13:40
Franciacorta: vino, territorio, storia 
Oltre 14,3 milioni di bottiglie nel 2013
Franciacorta: vino, territorio, storia 
Oltre 14,3 milioni di bottiglie nel 2013

Franciacorta: vino, territorio, storia Oltre 14,3 milioni di bottiglie nel 2013

Franciacorta, Champagne e Cava sono gli unici 3 vini in Europa che possono utilizzare un unico termine per identificare in modo preciso un vino, un territorio e il metodo di produzione. Il Franciacorta è il primo vino italiano, prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia, ad avere ottenuto la Docg

19 luglio 2014 | 13:40
 

credito foto: Fabio Cattabiani

Il Franciacorta è stato il primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e, sempre nello stesso anno, il riconoscimento del metodo di produzione Franciacorta, abbandonando l’espressione “vino spumante”.

Oggi sulle etichette si legge solo la denominazione Franciacorta, unico termine che definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino. In tutta Europa solo 10 denominazioni godono di tale privilegio e di queste solo tre vengono realizzate con la rifermentazione in bottiglia: Cava, Champagne e Franciacorta. Le cantine storiche, diventate oggi moderne cattedrali di tecnologia enologica, producono le diverse tipologie di Franciacorta (non millesimato, millesimato, Rosé, Satèn, Riserva), ma anche Curtefranca Doc bianco e rosso e Sebino Igt, i vini fermi della Franciacorta.

Nel tempo, il Franciacorta ha conquistato i vertici delle classifiche delle guide enologiche, occupando stabilmente le posizioni più elevate a livello trasversale e la stragrande maggioranza delle Top 50. Anche all’estero l’apprezzamento è in continua crescita: i più accreditati esperti stanno dedicando spazi crescenti con valutazioni molto positive al Franciacorta.

I numeri del Franciacorta

  • 5 marzo 1990: nascita del Consorzio Franciacorta
  • 1995: assegnazione Docg
  • 109: le cantine associate
  • 19: i comuni che costituiscono la Franciacorta (compreso comune di Brescia)
  • 2.800: gli ettari vitati Franciacorta Docg (82% Chardonnay, 14% pinot nero, 4% pinot bianco)
  • 350: gli ettari vitati Curtefranca Doc
  • 3.150: totale ettari vitati in Franciacorta con vino a denominazione
  • 14.302.978: le bottiglie vendute nel 2013, di cui 1.287.473 vendute all’estero (9%)
  • Principali paesi in cui si esporta: Giappone; a seguire Usa, Germania, Svizzera; molto interessanti i risultati ottenuti in UK, dove nel 2014 proseguono le attività di promozione e valorizzazione del brand iniziate nel 2013.

Metodo di produzione
È il metodo Franciacorta a garantire ancora oggi la qualità di ogni singola bottiglia. Un’antica arte che si unisce, in perfetto connubio, con le tecnologie più moderne e la maestria dei viticoltori del territorio. “Norme rigide e scrupolose per ottenere vini di assoluta qualità”: è questo l’imperativo del Consorzio Franciacorta e dei suoi produttori, che impiegano esclusivamente vitigni nobili, raccolta a mano, rifermentazione naturale in bottiglia e successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi, 30 per i Millesimati e ben 60 mesi per le Riserve.

credito foto: Fabio Cattabiani

Le uve
Il Franciacorta è prodotto con uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco, quest’ultimo consentito fino a un massimo del 50%. Le vigne della Franciacorta hanno una resa massima di 95 quintali di uva a ettaro e la vendemmia, effettuata obbligatoriamente a mano, si svolge, a seconda delle annate, tra la prima decade di agosto e la prima di settembre. I grappoli vengono adagiati in cassette e trasportati in cantina dove il raccolto di ogni vigneto è vinificato separatamente: le uve vengono sottoposte a pressature molto delicate per garantire il frazionamento dei mosti, indispensabile garanzia di qualità dei vini base.

La spremitura
Dalla soffice spremitura delle uve si ottiene il mosto-fiore per la produzione delle basi Franciacorta, le quali a primavera vanno a formare la cuvée, l’assemblaggio di vini-base Franciacorta, anche di diverse annate, selezionate dopo attente degustazioni, per determinare le caratteristiche che ogni produttore vuole dare al “proprio” Franciacorta.

Il tiraggio
Il tiraggio è l’imbottigliamento dei vini base assemblati (cuvée) a cui sono aggiunti zucchero e lieviti che svolgeranno la seconda, lenta, fermentazione o rifermentazione. Durante questa fase si sviluppa anidride carbonica (presa di spuma), con conseguente l’incremento della pressione interna, sino al raggiungimento di 6-7 atmosfere.

La fermentazione in bottiglia
Le bottiglie, sigillate con tappo metallico a corona, vengono accatastate in posizione orizzontale nelle cantine, dove rimangono per molto tempo. Terminata la fermentazione (presa di spuma), in questi mesi, per effetto della lisi dei lieviti, il Franciacorta raggiunge il suo particolare profilo sensoriale, arricchendo la propria complessità aromatica. In base ai tempi di riposo sui lieviti in bottiglia si possono distinguere le seguenti tipologie di Franciacorta:
  • Franciacorta non millesimato: almeno 18 mesi;
  • Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé non millesimato: almeno 24 mesi;
  • Franciacorta Millesimato Satèn, Franciacorta Millesimato e Rosé Franciacorta millesimato: almeno 30 mesi;
  • Franciacorta Riserva Satèn, Franciacorta Riserva Rosé e Franciacorta Riserva: almeno 60 mesi.
 
Scuotitura e sboccatura
Terminato il periodo di affinamento, le bottiglie vengono poste su appositi cavalletti (detti anche “pupitres”), ruotate giornalmente di 1/8 di giro e inclinate progressivamente per veicolare il sedimento con i lieviti verso il collo della bottiglia entro 3-4 settimane. Questa particolare rotazione prende il nome di scuotitura o remuage ed è praticata da personale specializzato (ognuno ruota fino a 15mila bottiglie al giorno).

credito foto: Fabio Cattabiani

L’atteso momento della sboccatura è arrivato: le bottiglie sono poste in posizione verticale con il collo immerso in una soluzione refrigerante che porta alla formazione di un “tappo” di ghiaccio, intrappolando completamente il deposito di lieviti. A questo punto il tappo metallico viene rimosso e il residuo ghiacciato, grazie alla pressione interna, viene violentemente espulso con una minima perdita di vino. Per riportare il volume al livello iniziale si introduce solo una piccola quantità di vino nel caso dei Franciacorta non dosati, mentre per gli altri si aggiunge lo “sciroppo di dosaggio” composto da vino base Franciacorta e zucchero in quantità tale da determinare la tipologia di gusto dei Franciacorta: Dosaggio zero, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec o Demi-sec.

Infine, le bottiglie sono chiuse con il classico tappo a fungo, ancorato con la tipica gabbietta metallica. Terminato il confezionamento, prima della commercializzazione, su ogni bottiglia deve essere applicato il contrassegno di Stato italiano (fascetta), che certifica la designazione Docg del Franciacorta essendo rilasciato solo se il vino ha superato tutti i controlli qualitativi, dall’analisi chimico-fisica a quella organolettica. Su questo sigillo sono stampati il nome della Denominazione di origine controllata e garantita Franciacorta, un codice alfanumerico univoco, l’indicazione della capacità della bottiglia e il logo distintivo della Denominazione, la “F” merlata.

Dosaggi
Le diverse tipologie di Franciacorta sono caratterizzate da differenti dosaggi di “liqueur” aggiunti dopo la sboccatura, dotate quindi di originali e spiccate personalità.
  • Non dosato (zucchero fino a 3 g/l, residuo naturale del vino): è il più secco della gamma dei Franciacorta;
  • Extra brut (zucchero fino a 6 g/l): molto secco;
  • Brut (zucchero inferiore a 12 g/l): secco ma un po’ più morbido rispetto all’Extra brut, è sicuramente la tipologia di Franciacorta più versatile;
  • Extra dry (zucchero 12-17 g/l): morbido, con un dosaggio leggermente maggiore rispetto al classico Brut, è indicato per una grande varietà di cibi;
  • Sec o Dry (zucchero 17-32 g/l): meno secco e leggermente abboccato;
  • Demi-sec (zucchero 33-50 g/l): sapore abboccato dovuto al dosaggio zuccherino piuttosto elevato, si abbina bene con i dolci.

Le tipologie di Franciacorta

Franciacorta
  • Uvaggio: uve Chardonnay e/o Pinot nero, è permesso l’uso del Pinot bianco fino a un massimo del 50%.
  • Caratteristiche: rifermentazione in bottiglia per minimo 18 mesi di affinamento sui lieviti; elaborazione e maturazione durano almeno 25 mesi dalla vendemmia. Pressione in bottiglia tra le 5 e le 6 atmosfere.
  • Note degustative: giallo paglierino con riflessi dorati, perlage fine e persistente, bouquet caratteristico della fermentazione in bottiglia, sentori di crosta di pane e di lievito, arricchiti da delicate note di agrumi e di frutta secca (mandorla, nocciola, fichi secchi). Sapido, fresco, fine e armonico.
  • Dosaggi: Pas dosé, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec o Dry, Demisec.

Franciacorta Satèn
  • Uvaggio: Chardonnay (prevalenti) e Pinot bianco fino ad un massimo del 50%.
  • Caratteristiche: la morbidezza gustativa è data da un’accurata selezione dei vini base e dalla minore pressione in bottiglia, sotto le 5 atmosfere. Si produce esclusivamente nella tipologia Brut.
  • Note degustative: perlage finissimo e persistente, quasi cremoso. Colore giallo paglierino, anche intenso con colori verdolini, sfumato ma deciso profumo di frutta matura, accompagnato da delicate note di fiori bianchi e di frutta secca anche tostata (mandorla e nocciola). Una piacevole sapidità e freschezza si armonizzano con un’innata morbidezza che ricorda le sensazioni delicate della seta.
  • Dosaggi: Brut.

Franciacorta Rosé
  • Uvaggio: uve Chardonnay, Pinot bianco (massimo 50%), Pinot nero (minimo 25%).
  • Caratteristiche: le uve Pinot nero fermentano a contatto con la buccia per il tempo necessario a conferire al vino la tonalità desiderata. E’ prodotto con vino base Pinot nero vinificato in rosato in purezza (100%) oppure nascere dal suo assemblaggio con vini base Chardonnay e/o Pinot bianco.
  • Note degustative: la presenza del Pinot nero conferisce a questo Franciacorta un corpo e un vigore particolare oltre che i sentori tipici del vitigno.
  • Dosaggi: Pas dosé, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec o Dry, Demisec.

credito foto: Fabio Cattabiani

Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosè possono acquisire maggior personalità, complessità e raffinatezza, con periodi più lunghi di maturazione e affinamento. È il caso del Franciacorta Millesimato e del Franciacorta Riserva.

Franciacorta Millesimato
  • Caratteristiche: la parola “millesimo” indica che tutto il vino è proveniente da un’unica annata. Il Millesimato si produce quando l’annata è particolarmente qualitativa e lo si valorizza con degli affinamenti più lunghi di quelli che subiscono le cuvée (i Franciacorta non millesimati). Devono passare almeno 37 mesi dalla vendemmia perché venga messo in commercio.
  • Note degustative: i Franciacorta millesimati hanno una personalità sensoriale e gustativa che rispecchia in maniera evidente le caratteristiche climatiche dell’annata e le espressioni qualitative delle uve di quella specifica vendemmia.
  • Dosaggi: Pas dosé, Extra brut, Brut, Extra dry, ad eccezione dei Satèn Riserva, declinati solo nella tipologia Brut.

Franciacorta Riserva
  • Caratteristiche: i Franciacorta Riserva sono dei Millesimati dalla particolare eccellenza qualitativa che per esprimere al massimo le loro doti olfattive e gustative devono rimanere in sosta sui lieviti per molti anni. Il disciplinare ne impone almeno 5, quindi il Franciacorta Riserva viene immesso al consumo dopo almeno 67 mesi (5 anni e mezzo) dalla vendemmia.
  • Dosaggi: Pas dosé, Extra brut, Brut, ad eccezione dei Satèn Riserva, declinati solo nella tipologia Brut.

Il Consorzio per la tutela del Franciacorta
Il Consorzio nasce il 5 marzo 1990 a Corte Franca (Bs) con lo scopo di garantire e controllare il rispetto della disciplina di produzione del vino Franciacorta. A identificare questo vino, prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, è il nome della regione geografica, dove crescono le sue vigne Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco. Una sola espressione - Franciacorta - che definisce un territorio, un metodo di produzione e un vino.

Trasferitosi nel 1993 nell’attuale sede di Erbusco, il Consorzio Franciacorta conta circa 200 soci tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori, interessati alla filiera produttiva delle denominazioni Franciacorta Docg, Curtefranca Doc e Sebino Igt. Un logo inconfondibile, la “F” merlata, contraddistingue i suoi vini e si rifà alle antiche torri medievali, caratteristiche dei 19 comuni siti nel cuore della Lombardia, ai piedi del Lago d’Iseo: Adro, Brescia (parte), Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato.

L’attività consortile si occupa della tutela e della valorizzazione del marchio e del territorio Franciacorta in Italia e nel mondo, attraverso un lavoro continuo sul disciplinare di produzione fino alla promozione delle attrattive paesaggistiche e culturali. Tutto questo è possibile grazie all’impegno costante dei soci per garantire in primis la qualità del prodotto.

credito foto: Fabio Cattabiani

Negli ultimi 50 anni il Franciacorta ha raggiunto un ottimo grado di notorietà e un’eccellente crescita nei mercati sia italiano che internazionale. Ha intrapreso un preciso percorso di studi e ricerche per essere in grado di sviluppare strategie coerenti con le richieste dei consumatori, avendo sempre come faro la qualità del prodotto. L’Osservatorio economico Franciacorta, primo e unico strumento di rilevazione e analisi di dati certi nel settore vitivinicolo italiano, ne è l’esempio più evidente. Numerosi anche i progetti che il Consorzio promuove con istituti universitari, come il Cermes-Bocconi, o gli Enti locali e le associazioni per la difesa dell’ambiente.

Proprio per l’attenzione da sempre rivolta verso il territorio e l’ambiente, il Consorzio Franciacorta, primo in Italia, ha avviato un programma volontario di autocontrollo delle emissioni di gas serra. Il calcolatore, condiviso in campo internazionale, si chiama Ita.Ca©, misura l’impronta carbonica e contemporaneamente fornisce le conseguenti indicazioni per rendere la produzione più sostenibile. A oggi oltre il 60% dell’area franciacortina ha aderito a tale progetto e, dal 2010, si è registrata una riduzione di 3mila tonnellate di emissioni relativamente al territorio monitorato. Il Consorzio ha ottenuto in questo ambito diversi premi e menzioni, tra cui da parte di Unioncamere Lombardia il riconoscimento per le “Buone prassi aziendali di responsabilità sociale”.

Proposte gastronomiche
Ecco alcune ricette di piatti che si sposano perfettamente con i vini Franciacorta:

Foto del servizio: Fabio Cattabiani

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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