Italia, la crisi dell’olio d’oliva La produzione cala del 59%
L’olio d’oliva italiano è ai minimi storici guardando alle produzioni degli ultimi decenni. 175 mila le tonnellate che si otterranno nel 2018, -59% su base annua. A dirlo, le stime dell’Ismea . Dall'analisi emerge che sono state le regioni del Sud quelle che hanno risentito maggiormente della scure produttiva, a cominciare dalla Puglia una delle zone più martoriate dal maltempo
13 maggio 2019 | 17:47
Per la Puglia stessa si stima una riduzione del 65%. Ma il calo si è registrato anche in Calabria, Sicilia e per quasi tutte le altre regioni centro-meridionali. Più rosee le aspettative nel Centro-Nord con dati migliori in Toscana, Umbria e Liguria uniti a quelli delle altre regioni del settentrione.
È calcolata invece, secondo stime del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), sotto la soglia dei tre milioni di tonnellate, la produzione mondiale 2018, in flessione del 7% sull'anno precedente. Gli analisti segnalano in particolare che i volumi, a livello globale, sono sostenuti da una produzione spagnola particolarmente abbondante e decisamente superiore alle previsioni fatte prima dell'inizio della raccolta. Le stime di Madrid pubblicate dalla Commissione Ue, indicano - spiega una nota - quantità che sfiorano 1,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 42,5% sul 2017. Registrate flessioni per gli altri Paesi produttori: Grecia (185 mila tonnellate - 47% rispetto al 2017), Tunisia (120 mila tonnellate), Turchia (165 mila, -37%).
È calcolata invece, secondo stime del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), sotto la soglia dei tre milioni di tonnellate, la produzione mondiale 2018, in flessione del 7% sull'anno precedente. Gli analisti segnalano in particolare che i volumi, a livello globale, sono sostenuti da una produzione spagnola particolarmente abbondante e decisamente superiore alle previsioni fatte prima dell'inizio della raccolta. Le stime di Madrid pubblicate dalla Commissione Ue, indicano - spiega una nota - quantità che sfiorano 1,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 42,5% sul 2017. Registrate flessioni per gli altri Paesi produttori: Grecia (185 mila tonnellate - 47% rispetto al 2017), Tunisia (120 mila tonnellate), Turchia (165 mila, -37%).
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