Meloni, angurie e ravanelli: l'estate si fa largo nell'ortofrutta

Dopo le gelate di aprile, che hanno determinato qualche "buco" di produzione, le referenze estive arrivano sul mercato con prezzi stabili. Lo testimonia Sipo, azienda fornitrice della Gdo

10 giugno 2021 | 10:25
di Nicola Grolla

L’estate si fa sempre più vicina e il settore dell’ortofrutta si appresta a ingranare la quarta sulle produzioni maggiormente rappresentative del settore. Dai meloni alle angurie, passando per ravanelli, peperoni, pomodori e via dicendo l’assortimento ha completato la transizione stagionale. A incidere, anche il clima stabile delle ultime settimane di maggio che ha permesso l’avvio della regolare raccolta degli ortaggi e della frutta di stagione (e si è lasciata alle spalle le gelate che avevano caratterizzato l’ultima parte del mese di aprile). Una situazione che, a sua volta, ha determinato prezzi stabili sul mercato alla produzione con qualche tendenza al ribasso per certe categorie di prodotto (come le pesche, di cui si allargano sempre più gli areali di raccolta).



Ravanelli, fiori di zucca, friggitelli e insalate: le produzioni stagionali di Sipo

«Attualmente, i nostri prodotti di stagione sono i ravanelli, i fiori di zucca, il peperone friggitello, le insalate a foglia larga. Abbiamo poi prodotti estremamente di nicchia come gli strigoli o il radicchio verde da taglio. Prodotti poco attaccabili dai competitor e per cui ci vuole una particolare specializzazione tecnico-agronomica e commerciale che ci permette di avere un maggior grado di fidelizzazione da parte dei nostri clienti», racconta Massimiliano Ceccarini, direttore generale di Sipo. L’azienda, attiva dagli anni ’50 e ormai arrivata alla terza generazione, ha nella grande distribuzione il primo canale di sbocco delle proprie produzioni (con collaborazione avviate con gruppi come Pam Panorama e associati, Coop, Gruppo Selex, ecc.).



Una produzione quasi tutta italiana 365 giorni all'anno

Essenzialmente ortaggi che vengono coltivati in diversi areali lungo tutto il territorio italiano e commercializzati per «famiglie di prodotto» (che al loro interno contengono poi diverse singole referenze). «La nostra produzione è al 98% italiana, tranne qualche referenza come, ad esempio, il mais dolce in pannocchia che d’inverno è difficile avere. In generale, facciamo produrre ad aziende associate il nostro prodotto fornendo supporto tecnico e materiale con pianta o semi. In questo modo garantiamo 12 mesi all’anno», afferma Ceccarini. A questa produzione “generalista” (che va sotto la linea Sapore del mio orto) se ne aggiunge anche una più specifica sia a livello di tempistiche che di area geografica: Verdure di Romagna.



Maurizio Ceccarini (Sipo): «Inverno mite e gelate primaverili hanno generato qualche rialzo»

Ma con la pandemia e le gelate primaverili come è cambiato il mercato? «Con il primo lockdown, nel canale Gdo, c’è stato un incremento di vendite sui prodotti durevoli e di grande consumo come carote e sedani. Questo perché i consumatori andavano meno a fare la spesa e si facevano maggiori provviste che potessero durare nel tempo. Nella seconda parte dello scorso anno la domanda si è stabilizzata premiando i prodotti di nicchia. Trend che si è mantenuto anche nella terza ondata. In generale, insomma, il reparto ortofrutticolo è andato molto bene. Per quanto riguarda gli aspetti meteorologici, l’andamento dell’ultimo anno è stato simile a quello degli anni precedenti: inverno mite e breve che ha lasciato spazio, in primavera, a un colpo di coda con gelate e grandine che hanno di fatto spostato in avanti la produzione di circa 15 giorni/un mese. Un fenomeno che ha creato dei periodi di buco in cui si sono verificate delle speculazioni al rialzo per radicchi, porri, spinaci, ecc. Con l’arrivo dell’estate, però, la situazione si è nuovamente normalizzata», conclude Ceccarini.




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