Molise, terra di oli imperiali

In una regione quasi sconosciuta (ma che esiste ed è florida) nasce, nell’antica Roma, l’olio extravergine d'oliva (uno dei migliori) che i romani consideravano degno del loro impero

06 ottobre 2019 | 10:21
di Fulvio Raimondi
Ebbene sì, il Molise esiste, ed esiste anche l’olio evo del Molise. Eccome se esiste. Tanto che se si torna indietro nel tempo, e si arriva all’impero romano, l’olio che veniva prodotto nella zona del Venafro, era considerato "albus" quello derivato dalla prima spremitura, cioè quello migliore. Si pensi poi che l’olio di questa regione venne citato anche da famosi poeti di quel tempo come Plinio nel suo "De Oleo", da Catone in "De rustica" e da Orazio nelle sue "Satire".


L'olio molisano è conosciuto sin dai tempi dell'Impero romano

Pur essendo una regione di ridotte dimensioni, in fatto di produzione mantiene una sua spiccata dignitá. Con i suoi oltre 100 frantoi, con circa 13mila ettari coltivati e con le sue 3 milioni di piante è riuscita a mantenere costante la sua produzione nell’ultima annata, essendo così in contro tendenza al calo generalizzato che ha colpito tutto il sud della penisola.

Ha la sua Dop nella zona di Colletorto da cui nasce il nome della sua cultivar più famosa, l’oliva nera di Colletorto, appunto, affiancata poi dalla Gentile di Larino e, in misura minore dalla cultivar Aurina. Viene coltivato in quasi la totalità della regione, dalle zone vicino al mare fino a risalire nella parte collinare più interna. Sono oli il cui fruttato può venire considerato tra il delicato ed il medio delicato. C’è una certa classe nel far sentire la propria presenza in un olio di questa regione. Non ha bisogno di sbandierarsi per farsi notare.

E per trovare sul posto gli oli in questione, non si può non visitare la parte molisana del Parco Nazionale d’Abruzzo, habitat ideale di lupi ed orsi, oppure non dimenticarsi del fatto che la regione si affaccia sull’Adriatico ed ha in Termoli uno dei posti da vedere con il suo Castello Svevo risalente al XIII secolo. Se poi volessimo ammirare Campobasso ed Isernia, nel capoluogo ci attende il Castello Monforte costruito addirittura nel 1100 e restaurato dal Conte Nicola II Monforte a metá del 1400 dopo un terremoto; mentre ad Isernia il monumento più importante è senza dubbio la Cattedrale di San Pietro Apostolo, la cui costruzione è datata 1349.

Parlando di oli e di territorio, i piatti su cui gli oli molisani sono maggiormente indicati sono principalmente insalate di pesce, tortelli di ricotta e, tra i piatti proprio locali, troviamo i fusilli al ragù di pecora e la carpa mollicata. La delicatezza del loro carattere regalerá a queste pietanze il rispetto e la dovuta considerazione. I romani furono i primi a considerare l’olio evo come possibile alimento e fu qui che trovarono quello che soddisfava i loro fini palati. Non dimentichiamoci del piccolo ma imperiale Molise.

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Alberto Lupini


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