Olio evo nella Sicilia Orientale Gusto tutto da scoprire
La vera forma di potere dell’isola sta nel paesaggio, nella luce, nell’arte tramandata nei secoli e nei sapori. Goethe, nel suo “Viaggio in Italia”, scrisse: «È in Sicilia che si trova la base di tutto»
03 luglio 2019 | 16:51
di Fulvio Raimondi
Un uliveto in Sicilia
E vogliamo lasciare indietro una città come Catania e la sua anima rock? Ma ancora, scendendo verso Ragusa e Siracusa, la valle di Noto, Scicli e, perché non fare un giro a Punta Secca, luogo dove il famoso Montalbano riposa dalle fatiche delle sue indagini? Insomma, le potenzialità di questa terra sono infinite. E come olio evo come siamo messi? In assoluto la Sicilia è la terza regione come produzione nazionale con i suoi oltre 160mila ettari, le circa 20 milioni di piante ed i suoi quasi 600 frantoi. Non fa eccezione, purtroppo, la diminuzione di produzione che la scorsa annata ha colpito tutto il sud. Qui è stato fatto circa il 25% in meno rispetto all’anno prima, producendo comunque oltre 39mila tonnellate di olio evo.
L’olio evo siciliano, caratterialmente, ricalca quelle che sono le personalità dell’isola: non si rivela subito. Sembra quasi un po’ schivo, riservato se ci si ferma alla superficialitá. Ma se si decide di conoscerlo meglio, se si vuole approfondire, allora libera tutta la sua forza, tutta la sua prestanza. Siamo di fronte a degli oli che non esiterei a definire muscolosi. Tendenzialmente intenso, con sentori molto forti. Amante del caldo per esprimersi al meglio. Qui trovano terreno fertile circa 35 cultivar diverse, ma le più conosciute sono la Minuta, la Moresca, e poi quelle sicuramente più diffuse, la Nocellara etnea, la Nocellara messinese e la Tonda iblea.
Si capisce, parlando di oli muscolosi per questa terra, perché ne servono di forti e possenti per sostenere piatti come la pasta alla norma che regge bene il confronto con una Nocellara etnea ed i suoi sentori di pomodoro e carciofo ad esempio, oppure, un pesce spada alla messinese che va d’accordo e si capisce alla perfezione con il fruttato medio della Nocellara messinese. Mentre invece, se si vuole osare, potreste gustarvi un favoloso cannolo, sulla cui ricotta fresca si possono versare con devozione delle intense e gustose gocce di Tonda iblea. A volte basta poco per sentire di essere felici.
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Alberto Lupini