Ravasio 1926 Il futuro ha... radici profonde

«Un esordio che affonda le radici nella tradizione», spiega Sergio Pietro Ravasio, alla guida dell’azienda di famiglia. «Abbiamo voluto ritornare al passato dando peso a una data storica, il 1926, l’anno in cui mio nonno Pietro avviò l’attività di importazione e vendita di prodotti di drogheria e coloniali per poi specializzarsi nel mondo del caffè. Ravasio 1926 vuole inoltre essere un elemento di sinergia con tutti i nostri prodotti, un faro che permetta di identificare subito la nostra attività in ogni sua declinazione».



Trent’anni caratterizzati da uno sviluppo continuo che ha visto l’azienda bergamasca prima affidare la produzione a torrefattori esterni, per poi strutturarsi e lavorare in autonomia. «Il nostro impianto - ricorda Ravasio - ha una capacità produttiva di 4.500 kg di caffè, lo stabilimento si sviluppa su una superficie di 2.000 metri quadri e il nostro raggio d’azione è tutta la Lombardia. All’estero siamo presenti in 15 Paesi. Investiamo costantemente nelle miscele con un’attenzione maniacale alle materie prime. Il nostro ciclo produttivo è presidiato da selettori ottici magnetici e selettori di crivello per pulire e controllare tutti i chicchi, che vengono setacciati tramite il vibrovaglio, apposite lastre con fori calibrati. Assicuriamo quindi un controllo totale di filiera, con un monitoraggio completo sulla materia prima».



Una filosofia produttiva premiata dalla certificazione Biologica a cui è seguita quella Fairtade (il marchio del commercio equo e solidale): la miscela Ravasio Caffè Bio Fairtrade si è imposta nel 2018 alla terza edizione del premio World Fairtrade Challenge. «Siamo molto soddisfatti - ammette Sergio Pietro Ravasio - in quanto non è per nulla scontato ottenere la doppia certificazione sulla stessa materia prima. Creare una miscela così particolare è molto impegnativo anche sul fronte dell’approvvigionamento. Si tratta infatti di micro-lotti e organizzare degli stock richiede molta ricerca e attenzione. Qualità e sostenibilità, del resto, sono per noi valori fondamentali. Questo sistema di certificazione lavora infatti per ridurre le ingiustizie del commercio internazionale attraverso l’introduzione di pratiche di scambio più eque nei confronti dei contadini nei Paesi in via di sviluppo».



Una miscela che ha quindi tutte le carte in regola per essere un polo d’attrazione alla 41ª edizione di Host Milano. «Host - sottolinea Ravasio - è un importante momento di incontro per consolidare la nostra immagine sia sul mercato nazionale che su quelli esteri. Un appuntamento di rilievo con i buyer a cui presentiamo la nostra produzione che si articola in 7 miscele, oltre la Bio Fairtrade. In totale una quarantina di referenze».

Per informazioni: www.cafferavasio.it