Xylella, albero infetto in quarantena per provare a fermare il batterio

L’avanzata della Xylella che in questi mesi ha decimato gli alberi di olive in Puglia si potrebbe combattere provvedendo a mettere in quarantena gli arbusti malati, onde evitare che la malattia si propaghi

13 febbraio 2019 | 16:16
E mentre la Coldiretti torna a chiedere «un deciso cambio di passo dopo le incertezze e i ritardi che hanno provocato l’avanzata inarrestabile del batterio che ha già causato 1,2 miliardi di danni», domattina per la prima volta un albero di Monopoli (Bari) sarà letteralmente incappucciato con una rete antinsetto per evitare la propagazione del batterio.



L’albero è stato scelto dalla Procura di Bari perché si trova nel punto più a nord della regione dov’è stata riscontrata la malattia. L’obiettivo è chiaro: provare ad arrestare il batterio, non spostando la pianta infetta, bensì isolandola in loco. «La copertura – sottolinea la Coldiretti - si è resa necessaria dopo che la magistratura ha bloccato l’espianto dell’ulivo infetto che essendo “corpo del reato” non può essere neppure sfiorato e per questo è stata costruita una vera e propria struttura in tubi in acciaio che consentirà di posare la rete antinsetto ad una distanza di 50/70 centimetri dall’albero stesso. Dopo i ritardi accumulati nella presentazione alla conferenza Stato Regioni del decreto per far partire il piano di interventi, occorre una decisa accelerazione con – prosegue la nota della Coldiretti – le risorse adeguate per gli agricoltori colpiti e le necessarie “eradicazioni chirurgiche” che se fossero state fatte prima avrebbero risparmiato alla Puglia e all’Italia questa situazione drammatica».

Secondo l’associazione dei coltivatori, è arrivato il momento di agire, dopo «errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente proprio a Monopoli, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione». Per Coldiretti ci sarebbero precise «responsabilità regionali e anche comunitarie, e sotto accusa sarebbe ache il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam».

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Alberto Lupini


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