Bergamo, il Casoncello e il turismo La città si unisce nel segno del cibo

Se è vero che il cibo è un efficace mezzo per promuovere un territorio allora il Casoncello è un emblema di questo processo. L’evento “De Casoncello” ne è consapevole e punta forte su questo concetto

08 maggio 2019 | 15:40
di Federico Biffignandi
La 4ª edizione della manifestazione bergamasca (in programma in Città Alta dal 10 al 12 maggio) infatti, coinvolgerà più che mai tutte le paste ripiene realizzate con ingredienti prodotti nel territorio bergamasco. Il casoncello dunque rimane il re indiscusso della bergamasca, se non altro per il fatto che sia la pasta ripiena più antica (la sua prima apparizione risale al 13 maggio 1386), ma attorno al suo regno sono sorte altre ricette altrettanto golose, altrettanto valide e capaci di fare da scrigno ad un mix di ingredienti tipici del territorio.



Ed è proprio nello scrigno che sta il senso del legame tra cibo e territorio. La ricetta prevede, tra gli altri ingredienti, noce moscata, cannella, pepe bianco, uvetta e altre spezie che raccontano le influenze giunte fino all’attuale Bergamo nel corso del tempo. Da qui l’idea di promuovere un territorio intero al fine di agire in maniera efficace anche sul turismo che a Bergamo sta crescendo a dismisura. L’aeroporto sì, le Mura Venete anche, ma una buona parte l’ha fatta il cibo, tra cui i casoncelli, appunto.



Il clou della tre giorni è senza dubbio venerdì. Dalle 19 alle 22 lungo il corso principale di Città Alta si svolgerà “Street Casoncello”. Una ventina di ristoranti - uniti e questo è un altro bel segnale - allestiranno 10 postazioni dove verranno serviti casoncelli appena preparati secondo i sacri crismi della tradizione. Inoltre, sotto ai portici di Palazzo della Ragione, lo stesso piatto si potrà degustare in una postazione fissa da 60 posti che rimarrà allestita fino a domenica pomeriggio.
Sarà questo uno dei fulcri della manifestazione perché qui si svolgerà “I casoncelli della solidarietà” domenica 12 maggio dalle 12 alle 15; la gara di chiusura delle paste ripiene” sabato alle 16 e una lezione sulle paste ripiene tenuta dalla Nazionale italiana cuochi domenica alle 10.

Sotto agli stessi portici sarà possibile anche degustare e acquistare (sottoforma di donazione) altre specialità tipiche bergamasche tra salumi, formaggi e altre paste ripiene come gli Scarpinòcc de Par, le Creste Scalvine (per le quali è in arrivo un disciplinare) e tre nuove ricette studiate dalla Nazionale Cuochi: i Cannelloni Arlecchino, il Casoncello Imperiale, i Ravioli della nonna con ragù antico.



Pasta ripiena, ma non solo. Il casoncello ha contagiato anche il mondo del gelato. A La Marianna e al Cherubino sarà possibile ordinar il gusto casoncello. E, a chi non bastasse, nel locale Location 58 saranno serviti due cocktail ispirati al casoncello, uno nella versione alcolica e uno analcolica.

«Sarà la festa di tutto il territorio bergamasco - ha detto la mente del progetto, Silvia Tropea Montagnosi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Camera di Commercio di Bergamo - perché è solo di squadra che si ottengono certi traguardi. Coinvolgeremo la Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, Bergamo Città dei Mille Sapori, Coldiretti, Food Film Fest per la prima volta, oltre ai sempre presenti Ascom, Confesercenti e la Camera di Commercio di Bergamo. Voglio sottolineare anche una novità: da quest’anno proporremo anche la versione gluten free delle nostre paste ripiene».



Oltre ai locali di Città Alta, saranno numerosi i ristoranti di città e provincia che proporranno nelle prossime due settimane i casoncelli nei propri menu in via eccezionale. Bergamo la chiusa, la riservata, la gelosa dei propri orticelli sta cambiando passo, ampliando le vedute e comprendendo l’importanza della condivisione, dello stare insieme e del godere dei piaceri della vita. Forse non è questo anche il senso più profondo della Cucina?

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Alberto Lupini


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