Il Grana Padano sposa l'innovazione «Per una filiera più sostenibile»

Il Consorzio di tutela partecipa al Campus organizzato da Social Innovation Academy e Fondazione Triulza nel Milano Innovation District, rivolta a coinvolgere i giovani nell’utilizzo delle nuove tecnologie

05 febbraio 2020 | 11:52
Il Consorzio Tutela Grana Padano è presente al Campus Italiano dell’Innovazione Sociale (in programma oggi e domani), rinnovando sostegno ed attenzione all’iniziativa promossa da Social Innovation Academy e Fondazione Triulza nel Milano Innovation District, rivolta a coinvolgere i giovani nella comprensione e nell’utilizzo delle nuove tecnologie non solo nelle attività di produzione, ma anche a sostegno di cooperazione e terzo settore.

Il Grana Padano è presente al Campus Innovazione

«Una tradizione cresce nel tempo se sa adeguarsi all’evoluzione dei bisogni e delle aspirazioni usando i linguaggi e gli strumenti della contemporaneità e restando sempre aperta e disponibile ad un’innovazione capace di consolidare i valori e le buone pratiche - spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Nicola Cesare Baldrighi - Il Grana Padano Dop ne è l’esempio. Nato nel 1135 nell’Abbazia cistercense di Chiaravalle, secoli di rispetto della ricetta originale di produzione lo hanno portato dalla pianura del Po in tutti i continenti e a diventare il formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo con 5.164.759 forme, oltre un terzo delle quali esportate».

Nicola Cesare Baldrighi

Tema dell’edizione 2020 del Campus è “Shared City_dal gioco alla realtà”, percorso che in 36 ore punterà a ipotizzare in vari ambiti uno sviluppo fondato sulla sostenibilità. «È un tema che da tempo vede le imprese del sistema del Grana Padano Dop impegnate a finanziare ricerche con atenei italiani ed europei che portino al più elevato benessere animale, alla riduzione dell’impatto ambientale e all’ulteriore miglioramento dei controlli di qualità - conclude Baldrighi - Vogliamo una filiera produttiva eco sostenibile, partendo dalla riduzione delle emissioni, da consumi energetici sempre più green e dall’utilizzo di packaging che azzerino l’utilizzo di plastica».

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Alberto Lupini


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