Grandi vini per una buona causa Torna l'Asta del Barolo

L'Asta del Barolo torna con una nuova formula: l'appuntamento è domenica 12 maggio alle 11.00 al Castello comunale Falletti di Barolo (Cn). Saranno circa una sessantina i lotti

26 marzo 2019 | 11:56
Come sempre il Barolo sarà l'assoluto protagonista: la nuova formula vuole privilegiare il grande rosso piemontese famoso nel mondo, attorno al quale si discute, si studia... e che naturalmente si degusta.



60 lotti circa, appunto, bottiglie rare, gioielli di un patrimonio di grande interesse per gli estimatori. Sono infatti previsti collegamenti e presenze da tutto il mondo. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza alla Onlus 1Caffè dell'attore Luca Argentero.

Si tratta di «un momento culturale in cui i grandi cru di Barolo, le annate storiche, le etichette che hanno fatto la storia e le bottiglie di produttori che non ci sono più - ha sottolineato Gianni Gagliardo, ideatore della manifestazione - salgono sul palcoscenico e aiutano a conoscere meglio il Barolo. Queste bottiglie raccontano la storia bellissima della gente semplice delle Langhe e delle loro vigne magiche».

L'Asta del Barolo è stata ideata per la prima volta nel 1998 come evento aziendale, ma sin da subito condiviso da molti produttori, tanto che nel 2010 la famiglia Gagliardo decide di donare l'evento al territorio. Per la nuova gestione viene fondata l'Accademia del Barolo, di cui fanno parte produttori storici con una comune filosofia.

Il meccanismo dell'Asta è semplice: i lotti sono allocati ad un prezzo base, molto interessante, poi si va al rialzo guidato dal battitore. La risposta, soprattutto dai mercati internazionali, è sempre stata in crescita. Collegamenti da Hong Kong, Singapore, Dubai, Shangai, New York e altre metropoli sono una delle caratteristiche dell'Asta. L'altro elemento di successo è la "location", il luogo di produzione stesso: ciò consente di trovare pezzi rarissimi, custoditi negli archivi personali di collezionisti e produttori.

«L’Asta del Barolo ci ha permesso - ha spiegato Gianni Gagliardo - di sensibilizzare le grandi case d’asta internazionali specializzate a dar maggior considerazione al nostro vino ; ha offerto a tanti estimatori ed esperti la possibilità di effettuare un acquisto sicuro, di aggiudicarsi pezzi unici, ma ha anche stimolato il desiderio di venire in Piemonte per visitare le cantine, i borghi e i ristoranti. Esplicitare questo desiderio, questa stima globale è certamente stato e continua ad essere, un importante momento di promozione».

Per informazioni: www.accademiadelbarolo.com

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Alberto Lupini


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