I ricercatori e tartuficoltori orobici festeggiano i 25 anni dell'associazione
09 aprile 2015 | 14:06
di Roberto Vitali
Nella foto, da sinistra: Roberto Benussi, Salvatore Starace, Andrea Bonucci e Gloria Bonucci
«Il pericolo è l’avidità dei cercatori - dice lo Bonucci - che pur di portare a casa del raccolto non si limitano a usare i cani addestrati ma ricorrono alla zappa, rovinando l’habitat naturale che si ribella e non produrrà più. In Bergamasca c’è sempre maggiore richiesta, anche nei ristoranti, di tartufo nero pregiato e la produzione locale ormai non basta più, ecco perché la nostra associazione riunisce anche i tartuficoltori, quelli che mettono a disposizione un terreno per piantare gli alberi idonei a produrre, dopo almeno cinque anni, ottimi tartufi».
«In provincia - non posso dire le località esatte per ovvi motivi - ci sono quattro impianti tartufigeni di grossa entità - continua il fondatore e presidente di Arto - con 150-250 piante; inoltre ce ne sono altri 11 che stanno crescendo e produrranno nei prossimi anni. Si pensi che il periodo migliore di produzione è dopo 10-12 anni di impianto della tartufaia. Una decina di altri giovani imprenditori stanno facendo richiesta di mini-impianti tartufigeni».
Andrea Bonucci è fondatore e presidente dell’Arto da sempre, prima a Dalmine, dove l’associazione è nata e mantiene la sede (i soci sono 120), oggi dalla sua residenza di Rota Imagna (Bg). Il traguardo dei 25 anni associativi, con i suoi 120 soci, è stato celebrato al ristorante-pizzeria Orchidea di Mariano di Dalmine (Bg), il cui titolare, Salvatore Starace, oltre che cuoco abilissimo (la Federazione italiana cuochi gli ha assegnato la massima onorificenza del “Collegium Cocorum”, con l’intervento del presidente dei cuochi bergamaschi, Roberto Benussi) è cofondatore e vicepresidente dell’Arto. Da una scissione dell’Arto, nel 2004 è nata l’Associazione tartufai bergamaschi con circa 50 iscritti, presidente Pino Ciocchetti.
«Quando una trentina d’anni fa - ricorda Bonucci - con i primi ricercatori appassionati che mi seguirono, mi recai in amministrazione provinciale per mettermi in regola chiedendo il patentino di ricercatore di tartufi, i funzionari ne ignoravano ancora l’esistenza. Oggi il patentino mi risulta dato a circa 700 tartufai bergamaschi. Tantissimi, ma molti cominciano e poi lasciano perdere: quelli che più o meno costantemente fanno questa attività non arrivano a un centinaio. Io continuo a sostenere che anche la Bergamasca è terra vocata per i tartufi neri di pregio: l’estivo, da giugno ad agosto; l’uncinato, da settembre a novembre; il nero pregiato, in dicembre e gennaio. Gli alberi più indicati sotto i quali si possono cogliere pregiati tuberi sono il carpino nero o bianco e il nocciolo. In pianura anche il tiglio produce bene».
Tra le prossime iniziative dell’associazione, l’11 aprile a Rota Imagna corso di quattro ore, teorico e pratico, per coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della ricerca e raccolta del tartufo. Il 18 aprile, a Costa Imagna corso di tartuficoltura specifico per il territorio bergamasco. La segretaria dell’Arto, Gloria Bonucci, figlia del presidente, ha da tempo avviato il commercio online sul sito ufficiale e all’ingrosso di tartufi e prodotti per la tartuficoltura.
Per informazioni:
Tel 339 3783311
associazione.arto@gmail.com
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Alberto Lupini