Il 2021 degli agriturismi si chiude con il segno "più". Ma il Covid rimane un'incognita

Per i 40 anni dell'associazione Terra Verde, Cia-Agricoltori Italiani e Ismea hanno presentato un'indagine sul settore. Per il 70% delle aziende bilanci positivi. Il segreto? Un'offerta in linea con le nuove esigenze dei turisti (per lo più italiani) in cerca di relax, sicurezza e qualità enogastronomica

15 dicembre 2021 | 12:08

Gli agriturismi sono in ripresa! Il bilancio 2021 del settore stilato da Cia-Agricoltori Italiani (che tiene conto di un totale di 24mila strutture associate), presentato ieri, 14 dicembre, a Roma per i 40 anni dell'associazione Turismo Verde, parla chiaro: il 70% delle aziende chiuderà l'anno con un segno "più" sui propri conti che, in prospettiva, è confermato anche per il 2022. A supportare il recupero, dopo le secche del lockdown 2020 e una prima parte di 2021 ancora condizionata da forti restrizioni sono stati il senso di sicurezza delle destinazioni, la sostenibilità dell'offerta e la qualità della proposta turistico-gastronomica.

 

Le vacanze estive delle famiglie italiane hanno spinto le performance

Qualità apprezzate soprattutto durante il periodo estivo in cui il richiamo delle vacanze all'aria aperta ha determinato un aumento della domanda di ospitalità per il 42% delle aziende coinvolte dall'indagine Cia. Il tutto per un valore aggiunto economico pari a 20 miliardi di euro per il settore degli agriturismi. Protagonisti di questo giro d'affari sono stati prevalentemente gli ospiti italiani che hanno rappresentato la maggioranza in 8 strutture su 10. Di questi, nel 31% dei casi la provenienza era dalla stessa regione in cui sorgono gli agriturismi e per il 49% da altre regioni d'Italia. A loro si sono aggiunti i turisti europei (20% del totale degli ospiti). In generale, sono state le famiglie a prediligere queste sistemazioni (tipologia in crescita su base annua per oltre il 40% degli intervistati).

Alloggio, ristorazione, servizi: i segreti del successo anche nel 2022

Alloggio e ristorazione sono stati segmenti trainanti, ma per l’82% delle imprese che hanno ricevuto richieste specifiche, queste sono state relative a maggiore autonomia, spazi aperti e sicurezza. Contestualmente, gli agriturismi hanno consolidato la propria attività di vendita diretta con consegna a domicilio (37% degli intervistati) e l’ospitalità di lungo periodo (33%). Richiesti anche gli spazi per smart working (20%), l’e-Commerce (15%) e pasti a domicilio (13%). Punti di forza, questi, per un 2022 che si prevede positivo stando al 72% delle imprese intervistate, anche senza cambiare i prezzi (per il 58% delle attività) e sempre se sapranno entrare in empatia con clienti esigenti, alla ricerca di un approccio green, senza rinunciare al relax.

 

Agriturismi, un'eccellenza tutta italiana

«L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, il settore ha saputo reagire allo shock di mercato imposto dalla pandemia, limitando le perdite meglio di altri comparti turistici - ha affermato Angelo Frascarelli, presidente di Ismea che ha condotto l'indagine per conto di Cia - ? evidente l’accelerazione di alcuni processi evolutivi della domanda, come il desiderio di vacanze sostenibili e connesse alla natura e all’ambiente, tendenza che negli anni a venire potrà essere sempre più marcata. Allo stesso tempo, il settore ha mostrato capacità di innovare e sono molti gli imprenditori che hanno utilizzato il periodo del primo lockdown per ripensare la propria offerta di prodotti e servizi, ripartendo dalla fase primaria e introducendo novità importanti, in linea con le esigenze dei clienti, come la consegna di prodotti a domicilio e l’allestimento di locali attrezzati per il lavoro da remoto».

 

Ma sulle feste di Natale pesa la ripresa dei contagi

Primo banco di prova per le nuove strategie degli agriturismi sarà il Natale ormai alle porte che, secondo le stime di Turismo Verde, dovrebbe generare un +20% di fatturato. Pandemia permettendo, ovviamente: «La nuova variante Covid sta mettendo in bilico le prenotazioni per le tavolate tra il 24 dicembre e l’Epifania, scelte soprattutto da ospiti fidelizzati e di prossimità per vivere le festività in un contesto familiare», ha avvertito il presidente Giulio Sparascio.

 

 

Perdere questa occasione, quindi, sarebbe un duro colpo. Soprattutto perché nell'ultimo anno e mezzo «gli agriturismi hanno ridato luce alle aree interne del Paese, ristrutturato tante case rurali, recuperato ricette della tradizione contadina, cultivar antiche e specie autoctone, ripristinato il paesaggio e valorizzato l’agricoltura. Un patrimonio di cui l’Italia deve saper far tesoro», ha affermato Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori.

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Alberto Lupini


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