Agriturismi e locali in ginocchio Ma non ritocchino i prezzi

Dal comparto agrituristico, come da quello della ristorazione, arrivano appelli per chiedere aiuto a ripartire. Ma alla ripresa bisogna evitare di far gravare la crisi sui clienti

03 maggio 2020 | 11:49
di Renato Andreolassi
«La situazione del comparto agrituristico è la peggiore nel panorama agricolo italiano. È il periodo economico più nero di sempre. Chiediamo al Governo liquidità immediata, ma siamo anche pronti a ripartire per la fase 2». È questo l’accorato appello di Gianluigi Vimercati Castellini, presidente lombardo degli agriturismi aderenti a Confagricoltura.

Soffre anche il comparto agrituristico

«Assistiamo alla disdetta totale delle prenotazioni dall'estero ed una mancanza di fatturato in tutto il primo trimestre del 2020. Gli agriturismi lombardi - prosegue Vimercati - sono comunque disponibili ad accogliere gli ospiti nel massimo rispetto delle disposizioni di legge, per la tutela della salute». Al grido di dolore della categoria, voglio però anche associare una puntualizzazione e creare una polemica in tempi non sospetti, affinché i soliti furbetti non ne approfittino (vedi l'esempio delle mascherine) a ripresa post coronavirus.

Entro subito, a gamba tesa. Mi auguro che ristoranti, trattorie, pizzerie e appunto agriturismi appena – lentamente - torneranno a lavorare, non ritocchino troppo all'insù i prezzi. La mia ultima esperienza in un agriturismo del bresciano risale all'8 marzo, festa della donna, ultima domenica “libera”, prima del blocco totale. In un agriturismo ho pagato 110 euro per un pranzo di 3 persone. Di fatto per: una bottiglia di rosso locale (12 euro), un’insalata “dimenticata” e non portata, tre antipasti, tre secondi e tre dolci. Agriturismo ripeto, ai tempi del coronavirus, con una bottiglia di acqua minerale di 3/4 a 4 euro. Mi auguro ancora - per passare ad altro fronte - ad esempio, che le pizzerie mantengano fra i 2-3 euro i coperti a testa; che una Margherita non superi i 6 euro, che, insomma, senza rinunciare alla qualità si possano mantenere prezzi equi con una giusta e onesta remunerazione per i ristoratori e soddisfazione per i clienti.

Perché la ripresa sarà dura per tutti, in una situazione economica difficile, complessa e devastante. Il mondo della ristorazione e di riflesso quello del turismo e agriturismo, se vuole riprendersi, dopo lo stop dei due mesi scorsi, per tornare in vetta deve aver pazienza e rinunciare a facili e immediati guadagni. La fiducia dei clienti va riconquistata giorno per giorno, piatto su piatto!

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Alberto Lupini


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