Bankitalia: cresce il turismo nel Paese Vale il 5% del Prodotto interno lordo

L’Italia è uno dei Paesi al mondo con la più antica vocazione al turismo, ha in assoluto il maggior numero di siti Unesco e città come Roma e Venezia che ogni turista sogna di visitare almeno una volta nella vita . Ma resta lontana dai primissimi posti della classifica in fatto di presenze turistiche sul suo territorio

12 dicembre 2018 | 11:07
Il rapporto che Banca d’Italia ha presentato ieri sul turismo nel nostro Paese è un bilancio in chiaroscuro, che tuttavia sottolinea progressi importanti, rispetto a un periodo di crisi del settore durato per anni. I numeri, per la verità già da qualche tempo, sono tornati a crescere e oggi l’indotto vale il 5% del Pil italiano e il 6% degli occupati del Paese.



«Dal 2011 - ha detto Fabio Panetta, vice direttore generale della Banca d’Italia - le entrate turistiche internazionali sono tornate a crescere a ritmi sostenuti, di oltre il 30% fino al 2017. Il divario con la domanda si è assottigliato, generando una perdita rispetto ai guadagni potenziali di circa 1,5 miliardi all’anno in media». La spesa degli stranieri è tornata ad aumentare con percentuali di tutto rispetto: «Il 4,3% all’anno in media a fronte dello 0,8% del decennio precedente». Il settore è indubbiamente in espansione, nonostante ciò il divario di crescita rispetto alla domanda potenziale di servizi turistici è rimasto negativo, a causa della poca attenzione alla pianificazione strategica, dell’incapacità di promuovere l’immagine del Paese e dei bassi investimenti pubblici sul settore. Per contro, migliora anche il saldo relativo ai viaggi della bilancia dei pagamenti, arrivato nel 2017 allo 0,9%.



L’identikit del turista in visita nel Belpaese porta ad identificare un viaggiatore sempre più in cerca di vacanze culturali (+9% annuo), mentre calano i viaggi d’affari, che per le strutture di accoglienza sono quelli più remunerativi, scesi dal 22 al 14%. Tra gli stranieri, il 59% arriva ancora dai Paesi dell’Unione europea, ma stanno crescendo soprattutto gli arrivi da Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone e Cina, che si fermano però pochissimo, probabilmente facendo dell’Italia una delle tappe del loro lungo viaggio. In generale, chi viene nel nostro Paese lo fa in media per tre giorni e mezzo, concentrandosi nelle città d’arte (Roma, Firenze e Venezia) e in poche altre zone. A dimostrazione di ciò, i numeri sulle presenze nei musei è chiaro: i 20 più affollati raccolgono da soli oltre il 30% delle visite annuali delle 5mila strutture museali italiane.



E mentre in questi anni le presenze nel nord Italia (soprattutto a Milano e Torino) hanno fatto registrare importanti incrementi, il Mezzogiorno fa ancora fatica ad attrarre turisti, soprattutto stranieri. Ma se da un lato le presenze, come ha sottolineato il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, sono arrivate a circa 420 milioni, «secondo i nostri calcoli - ha precisato - ce ne sono tra 500 e 600 milioni sul mercato nero», dovute perlopiù alla presenza sul territorio nazionale di strutture abusive fuori controllo.

Sulle prospettive per il futuro, si è espresso anche il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina: «Sono anni che avvertiamo che il turismo non gode dell'attenzione che merita da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Considerazione che vale soprattutto per il Mezzogiorno d'Italia, con il suo immenso patrimonio paesaggistico ed artistico-culturale. Non è più tempo per indugiare - aggiunge - occorre dare vita ad un piano di riqualificazione delle strutture ricettive, dando maggiore attenzione agli aspetti della sicurezza e del rispetto della legalità e introducendo incentivi che favoriscano la piena realizzazione di Turismo 4.0».

Per informazioni: www.bancaditalia.it

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Alberto Lupini


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