Bolletta stratosferica per la Gelateria Fassi: «Come pagarla? Venderò 9mila coppette al mese»

Andrea Fassi, dell’omonima e storica gelateria, pubblica su Facebook il suo sfogo: la bolletta ammonta per la precisione a 17.862,84 euro per il periodo dal 1° al 31 luglio, oltre il quadruplo del 2021

19 settembre 2022 | 13:10

Una bolletta stratosferica che tocca quasi i 20mila euro. A vedersela recapitata Andrea Fassi, dell’omonima e storica gelateria (è nata nel 1880) di via Principe Eugenio all’Esquilino a Roma, che ora a gran voce si unisce al coro degli imprenditori preoccupati e seriamente minacciati dell’aumento dei costi dell’energia.


L’amaro sfogo via Facebook

«Questa bolletta è l’esempio limpido del venir meno di un patto fondamentale tra stato e imprese. Violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me. E vale per tutti. Polverizza la speranza, inaridisce i desideri. È una goccia densa di tutto quanto ci sia di sbagliato al mondo oggi, della direzione storta di questo presente – scrive su Facebook Fassi, amministratore delegato del Palazzo del freddo e vicepresidente dei locali storici d’Italia della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) - La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci».


Bolletta quadruplicata

La bolletta, come dicevamo, ammonta per la precisione a 17.862,84 euro per il periodo dal 1° al 31 luglio. In pratica, sottolinea l’imprenditore, siamo a oltre il quadruplo di quanto aveva pagato nel 2021 (4.741 euro).


«Questa bolletta è un insulto a tutto quello che ho fatto fino a ora – continua Fassi – Come amministratore delegato del Palazzo del Freddo, come socio fondatore della Scuola di scrittura Genius, unico vero capolavoro dopo mia figlia Amelia, come consigliere Fipe e come vicepresidente dei locali storici d’Italia sempre per Fipe, penso questa bolletta sia un punto a capo per la mia vita e per quella di molti altri».

 


Nessuna intenzione di chiudere

Ma «no non ho intenzione di chiudere, ma così la situazione diventa insostenibile - spiega l’imprenditore - Il punto è che io questo lavoro non volevo farlo, e così non è più neanche divertente. E io mi annoio subito e quando mi annoio, o forse quando ho paura, distruggo tutto. Ecco, in Italia, a lavorare bene, anche un animo come il mio con energie infinite si annoia e ha paura. Per ora reggo, è solo l’ansia che sale, ma non vi mollo: sia mai lasci spazio al gelato all’amatriciana o al sorbetto di funghi porcini o, peggio ancora, a quelle poltiglie scolorite e gonfie».

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Alberto Lupini


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