Brescia, si fermano 50 locali La Regione: «Un atto di coraggio»

Bar e ristoranti abbassano le serrande nonostante la possibilità di tenere aperto fino alle 18. Provvedimenti simili anche a Bergamo, dove molti locali chiudono da oggi

10 marzo 2020 | 09:41
di Renato Andreolassi
Volontariamente, una cinquantina di bar e ristoranti del centro storico di Brescia hanno deciso di abbassare le saracinesche a causa del Coronavirus. Due cartelli per tutti, apparsi in città e in rete. Il Laboratorio Lanzani scrive: «Rispettiamo le regole, rispettiamo le persone. Nei prossimi giorni il Laboratorio sarà chiuso per rispettare l'ordinanza, ma soprattutto per tutelare i nostri clienti e i nostri collaboratori».

Locali chiusi a Brescia e Bergamo

E i “Nazareni” in rete rilanciano: «Noi ristoratori e baristi di Brescia, dopo giorni di confronti continui, siamo arrivati alla decisione di chiudere le nostre attività, compresi i bar e i ristoranti a cui è stato concesso di tenere aperto dalle 6 alle 18. Ci aspettavamo un'ordinanza che ce lo imponesse, perché vi lasciamo immaginare le conseguenze economiche di questa decisione. Tuttavia, vista la gravità della situazione riteniamo doveroso fare la nostra parte chiudendo autonomamente, dando così il nostro apporto affinché non si sovraccarichi il sistema sanitario».

Ma non solo, in molti comuni del bresciano chiudono parrucchieri, estetisti e tatuatori con alcune ordinanze sindacali. Da oggi devono bloccare temporaneamente le loro attività. Che siano scelte imposte o volontarie, è una decisione più che mai di senso civico, perché il virus si è diffuso a macchia d'olio con percentuali che si avvicinano a quelle di Cremona e Bergamo, le più alte in assoluto in Lombardia. «Ringrazio gli esercenti bresciani per l'atto di coraggio. Sono un esempio - ha dichiarato l'assessore lombardo all'Agricoltura Fabio Rolfi - di responsabilità per la città e per tutta l'Italia. Mi auguro che anche altre realtà facciano lo stesso. Purtroppo non tutti hanno capito la portata del problema. Nessuno è immune dal Coronavirus: gli esercenti bresciani che mettono il bene comune davanti al proprio legittimo interesse personale lanciano un messaggio corretto che la collettività deve ascoltare. Quando l'emergenza passerà dovremo, tutti, ricordarci del loro gesto».

Un esempio, quello bresciano, seguito da tanti locali, anche stellati, in altre parti d'Italia. In Lombardia, saracinesche già abbassate in Città Alta, mentre con oggi chiuderanno anche quelli del centro città.

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Alberto Lupini


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