Caldo record, in Pianura padana a rischio il 30% del raccolto

L’anticiclone africano farà registrare tra oggi e domani temperature oltre i 40 gradi nelle regioni del Nord. Nei campi bruciano angurie e peperoni, agricoltori costretti a ricorrere a irrigazioni di soccorso . Ma secondo gli esperti non esistono rischi di siccità. Si soffrirà di caldo e afa almeno fino alla metà della prossima settimana

27 giugno 2019 | 10:21
Annunciato da giorni, il grande caldo è arrivato su tutto il Paese e con esso anche i primi danni alle coltivazioni, soprattutto nel Nord Italia in particolare nella Pianura padana, dove si stima che addirittura il 30% del raccolto sia a rischio.

Agricoltori costretti a irrigazioni di soccorso per salvare il raccolto

Le alte temperature di queste ultime giornate, che in alcune località non si abbassano sotto i 26-27 gradi neppure durante la notte, hanno già provocato perdite dal 10% al 30% del raccolto in alcune aziende della Pianura padana, dove si registrano i picchi di calore più elevati. «Dalle angurie che - sottolinea la Coldiretti - mostrano evidenti segni di scottature con sfregi bianchi sulla buccia ai peperoni ustionati con macchie marroni che li rendono invendibili, con il grande caldo è emergenza nelle campagne, dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro».

Peperoni bruciati dal sole

Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio stress idrico e colpi di calore che compromettono la crescita dei frutti negli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali. L’intervento con irrigazione di soccorso è importante soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che non avendo radici sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie.

La buona notizia è che, almeno al momento, non c’è allarme siccità poiché le riserve di acqua sono per ora garantite grazie alle precipitazioni del mese di maggio come dimostrano i grandi laghi che hanno un grado di riempimento pari al 78% in quello di Como al 92%, il Maggiore e fino al 96% per il Garda mentre il fiume Po al Ponte della Becca si trova ad un livello di poco più di mezzo metro al di sotto dello scorso anno. «Bene anche i bacini artificiali in Piemonte - assicura la Coldiretti - vicini alla capacità massima, così come quelli in Emilia Romagna e del Centro-Sud, dal Lazio all’Abruzzo fino alla Calabria e alla Sicilia secondo l’Anbi che segnala invece difficoltà solo in Basilicata e in Sardegna».

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Alberto Lupini


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