Un caleidoscopio di nome Puglia

L’estate 2018, almeno per queste due prime settimane di agosto, ha parlato pugliese. In un’alternanza di notizie. Un vero singhiozzo. I riflettori sulla regione più a Oriente d’Italia ha iniziato a puntarli il Codacons

13 agosto 2018 | 15:00
di Gabriele Ancona
L’associazione dei consumatori (in questi giorni impegnata in un contenzioso con l’Agenzia delle entrate che ne sta mettendo a dura prova la stabilità finanziaria) l’ha confermata in cima alle preferenze degli italiani. Scelta dal 20% delle famiglie, la Puglia è la meta dei desideri per chi ha deciso di non espatriare. Due mari, spiagge a non finire, arte, cultura, enogastronomia, un territorio poliedrico che si allunga per 400 chilometri. Una regione che ha molto da offrire e piace sempre di più anche a livello internazionale.



Un’offerta ricettiva sia di fascia iperbolica sia alla portata di tutte le tasche. I matrimoni da mille e una notte e la villeggiatura “discreta e protetta” di alcune rock star e vip di diversa caratura hanno fatto epoca, proprio come l’assalto a Gallipoli trasformata per anni nell’Ibiza d’Italia da migrazioni bibliche di giovani. Un turismo sregolato, mordi e fuggi, tutto aperitivo in spiaggia e discoteca. Un’estasi evaporata. In luglio la tribù si è spostata verso altri lidi. Si è sparsa la voce che la discoteca cult e il Parco Gondar sono inagibili (revoca amministrativa e sequestro).

Alberghi e residence comunque non si lamentano. «Vanno male le attività che puntavano solo sul turismo della notte», ha dichiarato al Corriere della sera Giuseppe Coppola, presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce. «Gallipoli ha sempre potuto contare su 500mila presenze ufficiali a stagione, ma il dato di conferimento dei rifiuti faceva presumere 1,5-2 milioni di persone. Su 5mila appartamenti, l’80% erano affittati in nero. Sono curioso di conoscere i dati dei rifiuti di luglio».

Il brand Puglia è sempre seducente, ma ha bisogno di prendere fiato e va pianificata un’importante strategia di accoglienza che vada a intercettare i turisti di mezzo. I super ricchi e i super giovani non rappresentano un benchmark. L’enogastronomia e i già numerosi eventi culturali sono carte pesanti da mettere sul tavolo.

E poi c’è la raccolta del pomodoro, dove il profitto selvaggio trasforma gli uomini in carnefici e vittime, in domatori e bestie. A oggi sono 16 i braccianti immolati in nome di una filiera drogata. Il costo del pomodoro è così al ribasso che i piccoli e medi produttori sono alle corde e i grossi svendono. Ultimo anello il consumatore, che chiede uno scontrino ultralight. A monte vanno introdotte più regole o almeno applicate quelle esistenti. Il sacrificio dei 16 Cavalieri del Lavoro in pectore lo impone.

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Alberto Lupini


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