Il caro bollette finisce sullo scontrino: accanto al prezzo della pizza anche luce, gas e affitto

Gesto provocatorio di Salvatore Grasso della Pizzeria Gorizia, storico locale campano. “Ho ritoccato i prezzi delle pizze perché nel 2021 pagavo 2.500 euro al mese per l'energia, stavolta quella di luglio è arrivata a 8.300”

25 agosto 2022 | 15:24
di Martino Lorenzini

Sullo scontrino, insieme al prezzo della pizza margherita e a quello dell'acqua ha inserito anche il prezzo per il contributo gas, per l'energia elettrica e per l'affitto. Dopodiché ha postato il tutto sui social accompagnando la fotografia con quella dell'ultima bolletta dell'energia elettrica. È il gesto provocatorio di Salvatore Grasso, titolare della Pizzeria Gorizia, storico e rinomato locale, sto in via Bernini a Napoli. «L'anno scorso per l'energia e la luce al mese pagavo 2.500 euro, a luglio invece la cifra è salita a 8.300. Per forza ho dovuto ritoccare i prezzi delle mie pizze».

Sullo scontrino, pizza, acqua contributo per energia e affitto

Lo scontrino che Salvatore Grasso ha postato sui social, non ha alcun valore legale: «È soltanto una provocazione - ha spiegato il ristoratore - Altrimenti se inserissi quelle voci veramente sullo scontrino sarei poi costretto a pagarci l'Iva».

Grasso ha motivato il gesto perché qualcuno dei suoi clienti si è lamentato che nel corso dell'ultimo mese il prezzo delle pizze è aumentato.

Nel suo locale il prezzo della margherita d'asporto è salito da 4,5 a 5,5 euro, mentre in sala viene servita a 8 euro. «La differenza fra quella d'asporto e quella che viene servita nel ristorante è sostanzialmente dovuta al fatto che, sebbene di forma più grande la quantità di fiordilatte è leggermente inferiore, pari a circa 30 grammi in meno rispetto a quella che serviamo al ristorante», ha spiegato Grasso.

Lo sfogo: «È aumentato tutto»

Il titolare della Pizzeria Gorizia ha spiegato che «in questi mesi è aumentato tutto; a cominciare dalla farina, anche se finora in quseto caso l'aumento è stato di poco conto, rispetto alla bolletta della luce e del gas, e quindi non sta incidendo sul prezzo delle pizze - ha spiegato - In ogni modo, a mio parere i provvedimenti fin qui adottati dal Governo per calmierare i prezzi dell'energia non sono serviti e l'ultima bolletta della luce che ho ricevuto lo dimostra. Da 2.500 euro al mese sono arrivato a quasi 8.300. In percentuale significa un aumento del 300%. Al tempo stesso l'aumento delle mie pizze è stato in percentuale decisamente inferiore, pari a circa il 12%. Ci tenevo però a farlo capire chiaramente ai clienti e per questo ho scelto di postare quello scontrino».

Incidono anche le commissioni bancarie

Grasso ha inoltre spiegato che oltre a questi aumenti da un po' di tempo deve fare i conti anche con le commissioni bancarie di chi paga col bancomat. «Una volta i clienti che pagavano col Pos erano pochissimi - ha spiegato - Adesso, invece, sono circa l'80%. Per ogni pagamento abbiamo una commissione dell'1,4% e quindi sui grandi numeri la cifra che ogni mese si trattiene la banca diventa considerevole. Praticamente è pari a uno stipendio. MI auguro quindi di poterla al più presto ricontrattare».

 

 

La promessa: «Appena si potrà i prezzi delle pizze scenderanno»

Grasso ha comunque promesso che nel momento in cui i prezzi dell'energia torneranno ad abbassarsi il prezzo delle sue pizze calerà di conseguenza; «anche perché non ho intenzione di rinunciare alla qualità delle materie prime», ha concluso Salvatore Grasso.

Le altre forme di protesta

Il primo ristoratore ad assurgere gli onori delle cronache per aver affisso sulle vetrine del suo locale la bolletta energetica per spiegare ai clienti i motivi legati all'aumento dei prezzi delle sue pizze è stato Alberto Rovati, titolare della pizzeria Funky Gallo a Roncadello, frazione di Casalmaggiore, in provincia di Cremona.

«Quando le spese diventano insostenibili - Mettere una pizza Margherita a 10 euro e passare da ladro o chiudere l'attività?», aveva scritto chiaramente sul cartello posto di fianco all'ultima bolletta della luce, quella di luglio, pari oltre quattromila euro (4.058 euro e 9 centesimi per la precisione).

Intervistato dal Corriere della sera aveva poi motivato così la sua scelta: «Non l’ho certo fatto per spaventare i clienti - aveva premesso - ma per essere molto trasparente. E per lanciare una forte protesta: così non si va avanti. E ho esposto la bolletta della luce perché è la più eclatante. Poi ci sono gas e tutte le forniture essenziali. E soprattutto ci sono le materie prime. Se io oggi mettessi una margherita a 8-9 euro, probabilmente pareggerei tutte le spese. Da lì la prospettiva di farla pagare 10 euro. Ma meglio mettere la pizza margherita a 10 euro e passare da ladro, oppure chiudere l’attività?».

L'alternativa: togliere gli ingredienti più costosi impoverendo i piatti

Le alternative che hanno a disposizione i ristoratori per far fronte all'aumento dei costi e dall'altra parte salvaguardare il rapporto qualità prezzo dei menu sono purtroppo ben poche.

Qualche tempo fa era balzata agli onori delle cronache anche un'altra notizia legata a una pizzeria d'asporto lombarda, Pappa & Pizza da Maurino, a Villasanta in provincia di Monza. Il titolare in questo caso aveva deciso di contrastare il caro materie prime togliendo tutti gli ingredienti più cari dal menu. Ma, alla fine, dopo qualche tempo, si è dovuto arrendere. Ha aumentato lievemente il prezzo delle sue pizze, ma ha promesso che lo abbasserà nel momento in cui le sue spese caleranno.

La protesta di Fipe: «Gli esercenti espongano le bollette»

Tra l'altro; proprio in questi giorni la Federazione italiana pubblici esercenti (Fipe) ha lanciato un'iniziativa, che è stata subito raccolta da Confcommercio. Invita di fatto gli esercenti a esporre al pubblico nelle vetrine delle proprie attività le bollette del 2022 a confronto con quelle del 2021. UN modo per sensibilizzare la clientela e la cittadinanza su un problema che ogni giorno che passa sta diventando sempre più difficile da affrontare per gli esercenti.

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Alberto Lupini


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