Chiusura dei locali alle 23? Per Galli un segnale utile

Per l’infettivologo Massimo Galli, l'ipotesi del coprifuoco nei ristoranti e bar, sarebbe un segnale forte (e utile) nella direzione di un controllo della movida. Il no fermo di Lino Stoppani della Fipe

07 ottobre 2020 | 09:32
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà oggi, mercoledì 07 ottobre alle 11, ma ormai sono certe le regole del nuovo decreto per l’emergenza: la mascherina deve essere portata sempre con sé e deve essere sempre indossata all’aperto, escludendo i luoghi isolati e durante lo sport. Pena multe da 400 a 3mila euro.


Massimo Galli

In particolare, l’obbligo delle mascherine all’aperto è ritenuto necessario per evitare la diffusione del covid-19 tra i ragazzi all’uscita delle scuole e nei luoghi della movida, dove ci si accalca davanti a bar e ristoranti spesso senza alcuni tipo di precauzione. Se, infatti, il governo ha prorogato il divieto di assembramento, non ha disposto la chiusura dei locali. Ma lasciando intendere la possibilità di chiusure selettive se la situazione dovesse peggiorare.

Sulla questione dei ristoranti e dei bar, è intervenuto, in un’intervista al Corriere della Sera, anche l’infettivologo Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università statale, recentemente nomination per l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano, per la sua attività in prima linea nell’emergenza Covid: «L’ipotesi di un’eventuale chiusura di ristoranti e bar alle 23? Sarebbe un segnale forte (e utile) nella direzione di un controllo della movida. Non dimentichiamo che Paesi più tolleranti, come Francia, Spagna e Regno Unito, stanno pagando ora le conseguenze di comportamenti un po’ disinvolti». E, infatti, Parigi, che ha chiuso i bar per 15 giorni, e Berlino, che ha imposto il coprifuoco alle 23, sono corse ai ripari.


Lino Enrico Stoppani

Ma è davvero utile “accanirsi” sui ristoranti? «Imporre la chiusura dei locali alle 23 – ha sottolineato il presidente Fipe- Confcommercio, Lino Enrico Stoppani - sarebbe un atto di puro autolesionismo per il Paese e un’inutile punizione per il settore. Se l’obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni, l’unico effetto che si ottiene così facendo è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo. Abbiamo lavorato per mesi a un protocollo in grado di garantire sicurezza e lavoro e ora si vorrebbero annullare questi sforzi a danno di un settore già duramente colpito dal lockdown e dal perdurare della crisi. In questa fase di allerta dobbiamo avere il coraggio di riportare il consumo all’interno dei locali nel pieno rispetto delle misure di sicurezza a partire dal distanziamento di un metro, dall’uso di gel igienizzanti e delle mascherine quando ci si sposta, dalla rilevazione del nome di almeno un cliente per tavolo per assicurare la tracciabilità. Su questo punto dobbiamo anche andare oltre, consentendo ai clienti di scaricare l’app Immuni direttamente all’interno di bar e ristoranti. Gli abusi si contrastano individuando e sanzionando chi non rispetta le regole non chiudendo tutte le attività».

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Alberto Lupini


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