Come cambia il food marketing L’ascesa della Generazione Y

I Millennials sono cresciuti cullati dagli influencer, dai blogger e dai i talent show culinari. Guardano al cibo come a un’esperienza da vivere sperimentando le diverse sfaccettature del gusto

30 marzo 2020 | 09:01
Generazione Y o Millenials, chi sono?
Nati tra il 1981 e il 1999, i Millennials sono la tribù che abbraccia la generazione che va dai 21 ai 39 anni. Sono le ragazze e i ragazzi che sono diventati maggiorenni nel nuovo millennio, appunto. Nel nostro Paese sono circa 12 milioni. Sono la generazione che ha vissuto l’esplosione delle tendenze vegan e con le loro scelte, nel corso di un tempo relativamente breve, hanno influenzato anche il mercato intorno a loro. Non a caso le multinazionali si sono adattate sempre più rapidamente alle richieste healthy di un pubblico sempre più informato, che ha imparato a dare valore alle etichette e al contenuto dei prodotti che consuma. Si tratta di una generazione maggiormente consapevole di ciò che la circonda, in particolare quando si parla di cibo.


I Millenials o Generazione Y sono nati tra il 1981 e il 1999

Che carattere hanno?
I Millennials sono cresciuti cullati dagli influencer, dai blogger e dai i talent show culinari. Guardano al cibo come a un’esperienza da vivere sperimentando le diverse sfaccettature del gusto. Sono curiosi e attenti, amano anche mangiare a casa. Rappresentano però un mondo che ha conosciuto la precarietà e non ha avuto nemmeno un assaggio della stabilità che era stata garantita a chi li ha preceduti (la Generazione X). Persone senza lavoro fisso, che rimandano il più possibile il momento di comprare casa o mettere su famiglia, perché non hanno certezze e allo stesso tempo hanno uno spirito più avventuriero e seguono più volentieri la filosofia del vivere alla giornata. Incarnano una sorta di fatalismo esistenziale.

In che direzione si muovono?
Pur avendo una forte autostima e determinazione alla realizzazione personale, fanno della condivisione uno dei pilastri in cui credono. Per loro è naturale mettere in comune pensieri, progetti, passioni, ma anche utilizzare gli spazi coworking o le formule di sharing economy studiate per viaggiare a costi contenuti. Per un trentenne i confini geografici non esistono più: contano le reti, le comunità con cui condividere esperienze. E, complice la difficoltà a trovare un lavoro nel nostro Paese, sono preparati all’idea di studiare o lavorare all’estero.



Come vedono e come vivono il mondo del food?
A tavola apprezzano e consumano i cibi etnici, sono informati e interpretano il loro tempo: hanno capito che devono prendere provvedimenti per tutelarsi dal cibo prodotto con procedimenti che danneggiano l’ambiente e l’organismo umano. Sanno leggere le etichette e le controllano per scovare coloranti o addittivi chimici e per assicurarsi di conoscere origine e tracciabilità del prodotto, come e dove è stato lavorato. Sulla loro scia è aumentato il consumo di prodotti bio e calato quello di carne. A monte, una tensione tra l’etico e il salutare.

Come un’azienda appartenente alla sfera enogastronomica può creare una strategia di marketing rivolta ai Millenials?
Nell’ambito del recente Food&Wine Tourism Forum, organizzato a Grinzane Cavour (Cn), Roberta Garibaldi, docente di Marketing e di Economia della gestione delle imprese turistiche all’Università di Bergamo e ambasciatrice per l’Italia della World Food Travel Association, ha tracciato un interessante identikit dei Millennials. Il 66% è interessato ai locali alla moda e di tendenza (+22% rispetto alla generazione dei “boomers”), il 79% ama conoscere la cucina etnica, mentre l’82% predilige il cibo di strada venduto dai food trucks.



I ristoratori devono fare scelte di marketing innovative, a partire ad esempio dal layout dei menu fino al design dei locali, essendo per loro importante uno stile originale per fare incontri di lavoro e personali. L’incontro con altre persone è un motivo di pranzi e cene fuori casa per il 62% dei giovani, che ambiscono a frequentare in corso di cucina molto più dei loro padri o nonni (59%), una percentuale più alta di 21 punti rispetto ai “boomers”.

La ristorazione, per conquistarli, deve essere rigida ed elastica allo stesso modo. Rigore nella scelta e nell’origine delle materie prime, filiere blindate, ma ampia scelta. Ricette anche da ogni continente, perché i Millennials sono cittadini del mondo.

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Alberto Lupini


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