Commercianti “aperti per ferie” Per 8 su 10 ormai una necessità

Il dato emerge da un’indagine di Fipe-Confcommercio sulle aperture estive di bar e ristoranti a Firenze nel mese di agosto, per tradizione quello dedicato alle vacanze degli italiani . La tendenza 2019 conferma l’andamento degli anni scorsi. Essere attivi è un obbligo più che una scelta per esigenze di incassi

30 luglio 2019 | 10:34
«Restare aperti anche ad agosto - sottolinea il presidente provinciale di Confcommercio Aldo Cursano - per tanti operatori sta diventando ormai più una necessità che una scelta imprenditoriale. I conti da pagare sono tanti, a settembre poi ci aspetta il salasso delle tasse. Logico che chi può programmare la turnazione dei propri dipendenti cerca di restare aperto per non perdere gli incassi del mese e poter onorare le spese».


Negozi aperti anche in piena estate

Sempre che, ovviamente, il gioco valga la candela: «I pubblici esercizi in centro sono più motivati a proseguire il lavoro, nella speranza di intercettare i turisti. Nelle periferie, invece, ai bar e ristoranti legati alla presenza di fabbriche e uffici conviene naturalmente chiudere approfittando del calo di clienti per dare le ferie al personale. Resteranno garantiti i servizi essenziali».

«La città resta comunque viva e vitale - prosegue Cursano - nel fine settimana forse si può svuotare un po’ di più, perché gli stessi fiorentini cercano refrigerio tra mare e montagna, ma dal lunedì al venerdì di gente in giro se ne vede ancora. Segno chiaro che il vecchio modello delle ferie di massa nello stesso periodo è finito. La gente non va più via per due o tre settimane di fila, o addirittura un mese, come succedeva un tempo. Tanti scelgono gli short break e quando restano in città amano godersi le serate a contatto con la natura, il verde. Questo ha fatto la fortuna dei locali che si sono adeguati con una serie di iniziative e servizi adeguati a godere un po’ di aria fresca lungo le rive dell'Arno, nelle parti più alte della città o in campagna, visto che in città la calura si fa sentire di più».


Aldo Cursano

Secondo la Confcommercio, a restare aperti in percentuale saranno di più i ristoranti: nove su dieci, contro sette bar su dieci. Il picco di chiusure pare confermato nella settimana di Ferragosto. «Ad incidere nelle scelte degli imprenditori - chiosa Cursano - c’è anche la preoccupazione per il futuro: dopo tanti anni di crescita costante, anche il comparto del “fuori casa” da qualche tempo è entrato in affanno sia per la concorrenza esasperata sia perché i turisti sono diminuiti e quelli che arrivano spendono meno. Restare aperti o chiudere per ferie diventa sempre di più un delicato compromesso fra la necessità di garantire i servizi alla comunità autoregolamentando i turni, le esigenze aziendali come quella di mandare in ferie i dipendenti, e le tendenze del mercato. Nessuno, purtroppo, può più permettersi il lusso di valutare semplicemente se è stanco o no».

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Alberto Lupini


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