Conte: «Faremo le vacanze estive» Sì, ma con che regole e quali soldi?

In un’intervista al Corriere, il Premier ha parlato delle ferie d’estate aprendo alla possibilità di trascorrerle al mare o in montagna. Parole che sembrano altre chiacchiere senza un piano concreto

10 maggio 2020 | 11:22
di Federico Biffignandi
«Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione».


Il Premier ci manda al mare ma non ci dice ancora come

Lo ha detto il Premier Giuseppe Conte in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera facendo sobbalzare sulla sedia gli italiani, desiderosi di un tuffo in mare o un’escursione in alta quota. «Saranno mesi molto difficili - ha aggiunto - siamo di fronte alla prova più dura dal Dopoguerra. Avremo una brusca caduta del Pil e le conseguenze economiche saranno molto dolorose. Il governo ce la sta mettendo tutta e continuerà a operare con la massima determinazione per garantire la tenuta sociale ed economica del Paese e renderlo più competitivo, più equo e inclusivo».

E ancora: «Stiamo raccogliendo i dati dell’ultimo monitoraggio e con gli esperti stiamo definendo regole chiare sulla sicurezza per lavoratori e clienti. Se sul piano epidemiologico la situazione rimarrà sotto controllo, potremo concordare con le Regioni alcune anticipazioni. L’importante è procedere sulla base di monitoraggi puntuali, perché per le imprudenze pagheremmo costi enormi», spiega il premier quando gli viene chiesto se conferma che dal 18 maggio e non più l'1 giugno riapriranno bar, ristoranti, parrucchieri.

L’entusiasmo iniziale però si affievolisce subito. Che il Presidente del Consiglio ci faccia assaporare l’odore della salsedine e ci porti a iniziare a fantasticare su dove potremmo andare quest’estate sa un po’ di ennesima presa in giro. Primo: perché nelle ultime settimane (o sarebbe più corretto dire dall’inizio dell’epidemia) di voci se ne sono rincorse freneticamente su ogni minimo argomento. Dalla forza del virus alla durata della quarantena, dai morti ai dati esatti, dalle cure allo scontro Stato-Regioni, dalle regole per la riapertura dei ristoranti fino alle vacanze, appunto.

Chiacchiere che ci stanno solo confondendo e non ci stanno permettendo di capire dove stiamo davvero andando e che, di conseguenza, ci inducono anche a comportarci in un modo forse non così in linea con quello che dovrebbe essere da un punto di vista scientifico e di prudenza.

Insomma, ora gli italiani hanno bisogno di indicazioni, regole, scadenze certe. Se le istituzioni non sono sicure, tacciano. Oppure parli solo Conte. Perché Conte invece che “vivacchiare” con queste uscite non propone un piano concreto? Perché non ci dice che andremo in spiaggia, spiegandoci con quali modalità? E poi, perché non si pone il problema dei soldi e anche di quante ferie avranno a disposizione i migliaia di cassa integrati? Vero che si sta parlando di bonus famiglia per le ferie, ma la sensazione è che non basterà.

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Alberto Lupini


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