Dal limite dei 200 metri alla fase 3 Il lento risveglio della Lombardia

Oggi via libera ad altre riaperture, come quelle dei centri estivi, dei cinema e dei teatri. La Regione più colpita dal virus riparte lentamente assaporando sempre di più il piacere delle piccole cose

15 giugno 2020 | 09:45
di Renato Andreolassi
Da oggi inizia la fase 3. Per chi ha vissuto in Lombardia, a partire dal 20 febbraio quando a Codogno è stato ufficialmente riscontrato il primo caso di covid-19, sa cosa vuol dire tornare “lentamente” alla normalità. Normalità intesa come la quotidianità dei gesti: andare in pizzeria o al ristorante, al cinema oppure a teatro, portare i figli a scuola, passeggiare liberamente ovunque e non oltre i 200 metri del “recinto” dalla propria casa.


La fase 3 della Lombardia convalescente

Queste “cose normali” per molte zone del resto del Paese, al Nord (per 120 giorni) sono state dimenticate. Perché - come ricordano gli esperti - ci sono state due pandemie: una nelle terre del Manzoni e l'altra nel resto della Nazione. E proprio un ritorno alla “quasi” normalità è la riapertura dal 15 giugno dei centri estivi per bambini e adolescenti da 0 a 17 anni, i cinema, i teatri, le sale giochi e le sagre locali (queste ultime con annesse critiche da parte della ristorazione). Numeri ridotti e contingentati per i cinema e i teatri, molti dei quali stanno ancora studiando le modalità organizzative per riaprire i battenti in sicurezza. Intanto anche il turismo regionale prova a rimettersi in marcia con strategie mirate di comunicazione.

Porte aperte anche nelle fattorie didattiche come quella “Del Cortese” gestita dalla Coldiretti, a Soncino nel cremonese. La nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Attilio Fontana, viene confermata su tutto il territorio regionale ed è valida dal 15 al 30 giugno. Nel nuovo provvedimento, viene anche ribadito che in tutti i 1.546 comuni permane in vigore l'obbligo di portare la mascherina o altri indumenti utili a coprire le vie respiratorie anche all’aperto. In tema di organizzazione del lavoro, resta obbligatoria la misurazione della temperatura per il datore di lavoro e i dipendenti, come per i clienti di ristoranti e pizzerie.

Restano per ora chiuse le attività che si svolgono in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all'aperto o al chiuso, le fiere, i congressi. Precauzioni e prudenza perché alcune cifre fanno riflettere su cosa è stata fino ad ora la pandemia in Lombardia: al 14 giugno le persone riscontrate positive complessivamente sono state: 91.658, quelle attualmente contagiate 15.989; le vittime, 16.449. È come se, in quattro mesi, fosse scomparso un comune di medie dimensioni.

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