Dazi, chi è dentro e chi è fuori Baldrighi: «Serve pressione su Ue»

Rincari del 25% e non, come temuto, del 100%. Colpiranno, tra gli altri, tanti formaggi, la carne di maiale e i liquori, ma non pasta, prosciutti crudi, Prosecco e olio extravergine d'oliva . Il presidente del Consorzio del Grana Padano: «Dall’Unione europea partano iniziative per favorire le aziende produttrici»

03 ottobre 2019 | 16:01
di Sergio Cotti
Dentro tanti formaggi e i liquori, ma anche cozze e vongole, tanta frutta e alcuni tipi di succo. Fuori la mozzarella di Bufala, il prosciutto crudo, il Prosecco e l’olio extravergine. I dazi americani colpiranno una larga parte del settore agroalimentare, ma non tutto. E soprattutto non al 100%, come temuto nei giorni scorsi. Gli aumenti doganali saranno del 25%, un quarto di ciò che era stato ventilato prima del pronunciamento del Wto.

Pasta e olio non rientrano tra i dazi, molti formaggi sì

La stangata sui prodotti del Made in Italy c’è ed è pesante, ma non sarà tale da mettere completamente in ginocchio l’intero settore. Nel frattempo però bisognerà tenere duro, almeno fino a quando questi dazi dureranno. Forse un anno, forse qualcosa in più; di certo fino a che gli Usa avranno recuperato i 7,5 miliardi di dollari di cui hanno diritto, per via della querelle che ha interessato Boeing e Airbus.

«Il dazio c’è ed è comunque significativo - spiega Nicola Baldrighi, presidente Consorzio Grana Padano - però la situazione non è così difficile come si è temuto nei giorni passati. Il periodo per il quale verranno applicato ancora non è conosciuto ed è di difficile valutazione. Tuttavia ho già sentito confortanti dichiarazioni sia del premier Giuseppe Conte che del ministro dell’Agricoltura per mettere pressione sulla Comunità europea affinché prenda qualche contromisura che vada incontro alle aziende che esportano negli Stati Uniti, consentendo di alleggerire un po’ il costo di questo dazio».

Nicola Baldrighi

In particolare, il Ministro Teresa Bellanova ha chiesto l’istituzione di un fondo europeo per azzerare l'effetto degli eventuali dazi americani sui prodotti agroalimentari. «Mettere a rischio le eccellenze che rappresentano la cultura e l'identità dei nostri territori - ha detto - è inaccettabile. Ora è il momento della diplomazia, bisogna trovare un accordo con l'Amministrazione Trump, perché una guerra commerciale con l'Europa la pagherebbero solo cittadini e imprese. Ma credo sia arrivato il momento per l'Europa di anticipare i problemi, perché fino ad oggi siamo arrivati a intervenire con due o tre anni di ritardo. Quando magari le aziende avevano chiuso. Ecco perché ho scritto al Commissario Hogan per prevedere in ogni caso la creazione di un Fondo Azzeradazi e di valutare ogni azione necessaria anche sulle restituzioni all'esportazione. Siamo davanti a una fase nuova delle relazioni internazionali, non possiamo usare strumenti inadeguati. Servono risposte immediate, perché il rischio è altissimo».

Intanto si comincia a fare qualche conto, in attesa che i dazi partano davvero, presumibilmente il 18 ottobre.
«Valgono - riprende Baldrighi - più o meno 3 euro al chilo, con un effetto moltiplicatore per 3 una volta che arrivano a destinazione. Il che significa che sul prezzo finale, dai 30 euro di oggi, potremmo raggiungere i 40 euro». Tanto, ma comunque una cifra lontana dai 70 euro paventati fino a qualche ora fa. Ma il problema è anche un altro: «Se questi dazi dovessero compromettere seriamente le vendite - conclude il presidente del Consorzio del Grana Padano - creerebbero un aumento dell’offerta sui mercati tradizionali, che porterebbe a un abbassamento dei prezzi su tutta l’intera produzione». Con rischi per tutta la filiera.

Questa, infine, la lista ufficiale dei prodotti italiani inseriti nei dazi:
  • Liquori e amari;
  • Formaggi di latte vaccino;
  • Formaggi di tipo svizzero, emmental e con conformazioni a buchi;
  • Formaggi a pasta erborinata, tipo gorgonzola;
  • Formaggi tipo groviera;
  • Formaggi cheddar;
  • Formaggi di latte ovino, eccetto quelli da grattugiare;
  • Formaggi tipo romano, reggiano, parmigiano, provoloni e provole;
  • Formaggi freschi, incluse mozzarelle;
  • Yogurt;
  • Burro;
  • Altri derivati del latte;
  • Frutta congelata;
  • Carne di maiale;
  • Prosciutti di maiale;
  • Spalle di maiale;
  • Preparati di carne suina;
  • Salsicce di maiale e prodotti simili;
  • Frattaglie di maiale;
  • Cozze, vongole e molluschi vari;
  • Ciliegie;
  • Pesche, escluse le nettarine;
  • Miscele di frutta o di altre parti commestibili delle piante;
  • Arance, mandarini e clementine;
  • Limoni;
  • Gelatine di ribes o frutti di bosco;
  • Pere;
  • Succhi di pera o di prugna.

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Alberto Lupini


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