Discoteche destinate all'estinzione. Il 30% dei locali ha già chiuso

La denuncia del presidente regionale di Silb-Fipe e di Confcommercio Rimini, Gianni Indino: «Il settore è un importante ingranaggio del turismo, ma il Governo naviga a vista» . La boccata d'ossigeno estiva non ha rimpolpato i bilanci e ha messo in cattiva luce il divertimento: alimenta focolai

08 gennaio 2021 | 15:23
di Gabriele Ancona
Le discoteche sono chiuse dallo scorso febbraio e solo l’apertura estiva non è stata sufficiente. Anzi, a livello di opinione pubblica, ha creato un putiferio. Casi isolati hanno veicolato un’immagine negativa su tutto un settore che è composto da aziende, non il “paese dei balocchi”, ma aziende guidate da imprenditori che vivono e danno da vivere con il lavoro. Il saldo di questo ingranaggio dell’accoglienza, al momento, fa registrare un 30% delle attività che ha chiuso i battenti e una percentuale analoga è data per scontata a breve.


Esclusa la parentesi estive le discoteche sono chiuse dal mese di febbraio 2020

Presidente per l’Emilia Romagna di Silb-Fibe-Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo di spettacolo e di Confcommercio per la provincia di Rimini, Gianni Indino è fuori dalla grazia di Dio.

«Nessuno si illuda - spiega - a queste condizioni il settore è cancellato. Ci hanno costretto all’estinzione, come i dinosauri. Non abbiamo possibilità: tra un mese è un anno che siamo chiusi. Eppure abbiamo un peso e rappresentiamo migliaia di aziende e di lavoratori. Siamo considerati dei reietti. Divertirsi, rilassarsi è ormai considerata cosa volgare; le emozioni sono eretiche. Siamo stanchi e arrabbiati».

Se non sarà il virus saranno i debiti
Nelle vesti di presidente di Confcommercio per la provincia di Rimini, poco prima di Natale Indino aveva ammonito che se non sarà il virus a uccidere saranno i debiti che si accumulano «per colpa di un Governo incapace di mettere in campo soluzioni efficaci che tengano conto dell’enorme difficoltà in cui versano le imprese, i lavoratori e le famiglie del nostro Paese. Eravamo pronti, avevamo aguzzato l’ingegno: nei locali le prenotazioni arrivate per Natale e Santo Stefano ci avrebbero dato ossigeno, il Capodanno a mezzogiorno avrebbe potuto funzionare, i commercianti avrebbero potuto mitigare un po’ il crollo dei consumi con la voglia di fare shopping natalizio». Invece, niente.

Di delusione in amarezza il presidente si sposta sul versante discoteche sottolineando il fatto che con un ristoro annuo di 10mila euro non ci si lava la coscienza. Vanno a finire nella tassa sui rifiuti, senza contare tutte le altre spese fisse che si pagano anche con le luci spente.

Gianni Indino

«Siamo una risorsa – puntualizza – come ha ricordato il governatore Bonaccini, un importante tassello per il turismo. Nei giorni di apertura estiva le discoteche si sono rivelate una fonte di attrazione che ha generato benessere per tutto il sistema di accoglienza della Riviera Romagnola. Eppure il Governo naviga a vista, non ha idee. In un contesto come questo la pace sociale è a rischio. Noi ci siamo, anche disposti a fare tamponi rapidi a spese nostre. Ma veniamo considerati il superfluo. Un superfluo in grado di tranquillizzare e contenere in sicurezza tanti giovani che hanno diritto a un minimo di serenità».   

Per informazioni: www.silb.itwww.ascomrimini.it

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