Dop e Igp italiane da record Produzione da 15,2 miliardi di euro

Il Veneto è la prima regione per valore dei prodotti Dop e Igp (3,5 miliardi di euro), un settore che globalmente vale 15,2 miliardi di euro di valore alla produzione, dato più alto mai registrato . Il contributo dei prodotti a denominazione è pari al 18% al valore economico complessivo del comparto agroalimentare nazionale

13 dicembre 2018 | 16:02
di Sabino Cirulli
A dirlo l’ultima edizione del rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma. «I dati che emergono dall’indagine - spiega Raffaele Borriello, direttore generale Ismea - dimostrano come il sistema delle indicazioni geografiche rappresenti ormai una solida realtà dell’economia agroalimentare italiana e quanto esso contribuisca al consolidamento della reputazione del made in Italy nel mondo.



Senza dimenticare l’enorme valore aggiunto che per il nostro Paese può derivare dal legame tra territorio, turismo e enogastronomia. In questo contesto, questo sistema può avere un ruolo centrale in un nuovo progetto di politica agraria nazionale in grado di valorizzare il nostro modello di agricoltura nelle sue distintività produttive e territoriali, dove l’origine e la qualità dei prodotti sono elementi fondanti».


Raffaele Borriello

Dal rapporto emerge come sul podio oltre al Veneto, nella classifica regionale, vi siano anche Emilia Romagna (3,4 miliardi) e Lombardia (1,9) mentre il Sud, con la Campania (610 milioni), è solo all’ottavo posto. Per quanto riguarda invece le province, la prima per impatto economico è Parma (1,4 miliardi) seguita da due del Veneto, Verona (987 milioni) e Treviso (880 milioni).

A livello di performance, nell’ultimo anno, il balzo in avanti più significativo lo hanno compiuto in ambito regionale la Sicilia, cresciuta del +28% e per le province Cuneo con un progresso del +15,5%. Continua a crescere l’export delle Ig made in Italy che raggiunge gli 8,8 miliardi di euro (+4,7%) pari al 21% dell’export agroalimentare italiano. Bene anche i consumi interni nella Gdo che continuano a mostrare trend positivi con una crescita del +6,9% per le vendite food a peso fisso e del +4,9% per il vino.

Il settore food sfiora i 7 miliardi di euro di valore alla produzione e 3,5 miliardi all’export per una crescita del +3,5%, mentre raggiunge i 14,7 miliardi di euro al consumo con un +6,4% sul 2016. Il comparto wine vale 8,3 miliardi di euro alla produzione (+2%) e 5,3 miliardi all’export (su un totale di circa 6 miliardi). Il primo prodotto per valore all’origine è il Parmigiano Reggiano Dop, mentre quello per valore al consumo è il Grana Padano Dop. Sul fronte dell’export, la punta di diamante è l’aceto balsamico di Modena Igp con il 92% della produzione totale destinata alle tavole di tuto il mondo.

«Si afferma in Italia la Dopeconomy che conta 220mila imprese e 822 denominazioni - commenta Mauro Rosati, direttore generale Qualivita - nonostante questi dati dobbiamo guardare subito al futuro perché nei mercati globali, dove ormai trovano il loro maggiore valore economico i nostri prodotti agroalimentari gli scenari cambiano sempre più rapidamente. Le sfide da cogliere sono molte. Tra queste la riorganizzazione della governance del sistema delle Ig partendo dall’Europa, una produzione maggiormente sostenibile, il rischio dazi e la costruzione di una nuova politica nazionale sulla qualità su cui rafforzare le basi dei distretti agroalimentari».


Mauro Rosati

Per dare slancio al comparto è fondamentale raccontare il prodotto agroalimentare, lo storytelling che sempre più fa la differenza nelle propensioni di acquisto dei consumatori. Questo il filo conduttore emerso dalla tavola rotonda svoltasi a margine della presentazione del rapporto. «Mangiare qualcosa di cui si sa la storia - afferma Carlo Alberto Pratesi, professore Università degli Studi Roma Tre - migliora l’esperienza. Ma oltre alla narrazione che vi è dietro i Dop e Igp, ci sono altri fattori che rendono il nostro paniere unico e superiore rispetto a quello degli altri Paesi e sono una qualità elevata in termini di salute, sostenibilità ambientale, bontà e facilità nelle preparazioni».


Carlo Alberto Pratesi

C’è chi sottolinea un deficit in formazione. «Il turismo enogastronomico - dichiara Roberta Garibaldi, professore Università di Bergamo - è il driver principale per generare reddito in Italia. Siamo tuttavia indietro nella preparazione degli hospitality manager nel settore food&wine. Solo facendo sistema possiamo colmare questa lacuna e creare progetti di promozione pari a quelli di nazioni concorrenti».


Roberta Garibaldi

Nicola Baldrighi, presidente Aicig ha parlato di Origin Italia, un nuovo soggetto che avrà come punti saldi il coinvolgimento tra i soci non più solo singole realtà consortili ma anche Associazioni dei Consorzi relativi a segmenti di prodotti a denominazione specifici: «Gli obiettivi più importanti sono due, aggiornamento normativo per il Consorzi di Tutela e Pac per dare efficacia al sistema delle Indicazioni geografiche per quanto riguarda tutela, valorizzazione e promozione».


Nicola Cesare Baldrighi

«Il racconto del prodotto va necessariamente modulato sul nostro interlocutore - ribadisce con veemenza Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc - finora abbiamo puntato troppo sulla tradizione tralasciando gli aspetti più legati all’innovazione. Il prossimo passo dopo aver narrato una storia è parlare del rispetto dell’ambiente e degli aspetti sociali legati alle certificazioni. Sono questi gli asset che danno competitività. La sostenibilità è un atteggiamento mentale e culturale che ripaga ampiamente in termini economici».


Riccardo Ricci Curbastro

Sul fronte delle istituzioni, Andrea Comacchio, capo dipartimento Mipaaft, ha messo in evidenza come «la produzione integrata sia uno dei temi centrali delle politiche ministeriali. Noi siamo convinti della bontà del sistema ma è fondamentale l’adesione a questo sistema di certificazione. Ormai è evidente come Dop e Igp rappresentino le punte di diamante per sviluppare il made in Italy nel mondo».


Gian Marco Centinaio

I numeri - ha fatto sapere il ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo Gian Marco Centinaio, annunciato ma non presente all’evento - delineano uno scenario chiaro, dietro il quale c’è la qualità delle nostre eccellenze, c’è la passione, il lavoro dei nostri imprenditori. Ci sono storie e tradizioni da preservare e continuare a tramandare. C’è il sistema Italia».

Per informazioni: www.qualivita.it

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