Il futuro del Garda ai quarantenni Si punta sul benessere interiore

17 luglio 2017 | 18:29
di Renato Andreolassi
«Il futuro del lago di Garda è nelle mani dei quarantenni». Stefano Polato non ha dubbi, è appunto un albergatore-ristoratore di 40 anni che ha vinto la sfida di puntare tutto sul turismo alternativo. Nel cuore antico di Manerba del Garda (Bs), distante della massa estiva dei vacanzieri, fra vicoli strettissimi e mura medioevali ha creato il ''Borgo dei poeti'', o meglio ridato vita ad una antica struttura che stava cadendo a pezzi.



A breve distanza dalle azzurre acque del Benaco e dalla magnifica Rocca ora, riserva naturale riconosciuta dalla Regione, ha investito tutto su un hotel Wellness, nascosto fra gerani, bouganville, edere rampicanti e vecchi balconi in legno. «La cura del corpo è importante - dice ancora Stefano - ma non solo. L'aspetto esteriore conta così come la tranquillità interiore». Ecco allora che assieme alle piscine, idromassaggi e ai più moderni servizi la nuova offerta turistica gardesana punta alla scoperta della rete di sentieri naturali che si snoda attorno alla Rocca e al Parco e soprattutto sulle piste ciclopedonali.
Una cinquantina di chilometri che corrono da Manerba attraverso i comuni della Valtenesi; Soiano, Moniga, Padenghe, Calvagese, Carzago della Riviera, Polpenazze e Puegnago. Buon vino, buon mangiare, prodotti tipici sempre più d'eccellenza, dall'olio al chiaretto, ma tutto ciò non basta più.



«Chi viene dalla Germania, dal Nord e dall'Est Europa, dalla Francia e dall'Olanda - rimarca Stefano Polato - chiede non solo spiagge e acque pulite ma anche un ambiente tutelato e integro. In parole povere, basta colate di cemento, basta iper e super che vivono solo nei mesi estivi. La priorità è recuperare l'esistente e salvaguardare i gioielli del passato''. Perché come si dice al “borgo dei poeti” la ricetta del buon e ben vivere quella della felicità non è stata ancora inventata consiste in molta comprensione, un pizzico di buon umore, amore fondente a volontà, sorrisi tanto quanto si desidera, fedeltà molta e una lacrima di sana gelosia il tutto condito e servito in un bel ambiente».

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Alberto Lupini


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