Il gioco d'azzardo non si ferma. Un'ora in più davanti alle slot

Secondo una ricerca coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), il calo dovuto al lockdown è stato velocemente recuperato nell'ultima parte del 2020. A farne le spese, giovani, fumatori e alcolisti

02 febbraio 2021 | 16:29
È bastato un piccolo allentamento al lockdown perché riprendesse il gioco d'azzardo; sia online che terrestre. A dirlo è uno studio condotto dall’Iss in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la rete Oncologica (Ispro), l’Università degli studi di Pavia e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano sull’abitudine al gioco degli italiani. Risultati? Aumento di un'ora del tempo trascorso a giocare.

Durante il lockdown i giocatori hanno aumentato di un'ora il tempo di gioco

Lo studio ha interessato un campione della popolazione italiana di età compresa tra 18 e 74 anni; i dati raccolti riguardano le abitudini di gioco nel periodo di lockdown (27 aprile – 3 maggio 2020) confrontati con le abitudini precedenti la pandemia e con una successiva fase di restrizioni parziali (27 novembre – 20 dicembre 2020).

Il recupero del gioco d'azzardo
Andando più nel dettaglio, la pratica del gioco d’azzardo dal 16,3% del periodo prepandemico è scesa durante il periodo di lockdown al 9,7% per poi risalire al 18% nel periodo di restrizioni parziali. Stesso andamento per il gioco d'azzardo terrestre (prima al 9,9%, poi al 2,4% e risalita fino all'8%) e per il gioco online (passatpo dal 10 all'8% nel primo lockdow per poi risalire al 13%).

Durante il lockdown, tuttavia, chi ha continuato a giocare lo ha fatto in media per un'ora in più al giorno. Il 19,7% di coloro che già giocavano ha incrementato l’attività totale di gioco e questo è accaduto più frequentemente ai giovani, ai fumatori, ai consumatori di cannabis e a coloro che avevano un consumo rischioso di alcolici. Anche l’uso di psicofarmaci, la bassa qualità della vita, la scarsa quantità di sonno, la depressione e l’ansia risultano significativamente correlati ad un aumento dell’attività di gioco durante il lockdown. Tanto che l’1,1% di coloro che hanno dichiarato di non aver mai giocato prima della pandemia ha dichiarato di aver iniziato a giocare proprio nel periodo di totale restrizione.

Giochi tradizionali e non
I giochi maggiormente praticati in tutte le rilevazioni si confermano il Gratta e vinci per il gioco d’azzardo terrestre; per il gioco online, le scommesse sportive, il Gratta e vinci e le slot machines. Nell’ultima rilevazione è stata indagata anche la pratica dei videogiochi gratuiti nei quali, da un sito o un’applicazione su computer, dispositivi mobili, tablet o social network, è possibile pagare per avanzare nel gioco. Nelle ultime quattro settimane dalla rilevazione, il 33% del campione ha dichiarato di aver praticato questi giochi.

«Con l’allentamento delle restrizioni - dice Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale Dipendenze e Doping - si è assistito a un nuovo incremento della popolazione che pratica gioco d’azzardo, fino a superare, nel caso dei giocatori d’azzardo online, la percentuale precedente la pandemia. La forte relazione trovata tra situazioni di disagio emotivo e comportamenti di dipendenza richiede politiche urgenti per impedire che le popolazioni vulnerabili aumentino e sviluppino una grave dipendenza dal gioco».

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Alberto Lupini


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