Green pass, ecco le nuove regole per il turismo: il piano per riportare gli stranieri in Italia

Il Governo prova a salvare la Pasqua, ma rispetto ad altri Paesi europei, come la Grecia, che è tutta aperta, è in ritardo o ha ancora regole confuse

21 febbraio 2022 | 11:23

La Pasqua incombe e il Governo prova a far ripartire il turismo con i nuovi provvedimenti atti a favorire l’ingresso dei turisti stranieri in Italia. Come? Abolendo anzitutto la quarantena e abolendo la proroga dell’obbligo di Green pass per gli alberghi. Lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, non sarà infatti rinnovato, ma rispetto ad altre nazioni europee, come Francia, Spagna e Grecia, che hanno già fissato le date per l’eliminazione delle restrizioni, il Governo è in ritardo. La Federazione turismo organizzato di Confcommercio ha infatti già evidenziato «ritardi e scelte incomprensibili». Come quella, per esempio, che impone l’uso del Green pass per chi prenota in albergo e lo esclude per chi si rivolge agli affitti brevi. La sensazione è che entrare in Italia al momento per gli stranieri sia alquanto complicato, a vantaggio quindi della concorrenza estera.

I provvedimenti del Governo per riportare gli stranieri in Italia

Lo stato di emergenza scade il 31 marzo e non sarà rinnovato e quindi il Governo è già al lavoro per stilare il percorso a tappe per l’eliminazione graduale delle restrizioni per il contenimento della pandemia. Sul turismo bisogna però fare in fretta per non rimanere indietro rispetto ad altri Paesi d’Europa.

La quarantena

Dopo aver eliminato il tampone per chi arriva dai paesi dell’Unione europea, il Governo vuole rendere più agevole l’ingresso anche da chi proviene da altri Stati. Di conseguenza le ordinanze del ministro della Salute che impongono la quarantena o i test sierologici non saranno rinnovate. In Italia, come negli altri Paesi stranieri per entrare vale l’obbligo del Green pass, ma se in Grecia e in Spagna il certificato vale 9 mesi, in Italia ne vale solo sei.

La questione dei ristoranti e dei bar

Dall’1 aprile dovrebbe essere eliminato l’obbligo di mostrare il Green pass per chi consuma al tavolo all’aperto nei bar e nei ristoranti. Però gli operatori del settore, come gli esponenti della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti, chiedono di escludere l’obbligo del Green pass ai pubblici esercizi anche al chiuso. L’ipotesi è che le loro richieste possano essere accontentate non prima di maggio. Gli operatori del settore però, hanno già fatto notare che Grecia e Spagna hanno già messo fine alla richiesta del Green pass nei locali.

Gli alberghi

L’utilizzo del Green pass rafforzato (che viene rilasciato ai vaccinati o ai guariti) negli alberghi e nelle altre strutture ricettive, comprese fiere e congressi scade il 31 marzo e non verrà rinnovato se la curva epidemiologica non tornerà a salire. A oggi resta però il diverso trattamento tra chi prenota in hotel e chi sceglie la formula dell’affitto breve. Nell’ultimo caso, infatti non serve il Green pass.

I viaggi

Il 31 marzo scade anche l’obbligo di Green pass rafforzato anche per i viaggi in treno, aerei e navi per il trasporto pubblico locale. La volontà del premier Mario Draghi è di eliminare le restrizioni il più presto possibile.

Il riconoscimento dei vaccini stranieri

È già stato deciso il riconoscimento del vaccino russo Sputnik, che attualmente non consente il rilascio del Green pass, perché non approvato dall’Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. D’ora in avanti sarà consentito anche l’uso delle certificazioni cartacee a chi proviene da Paesi dove il Qr code non c’è o non è compatibile con quello italiano (come succede negli Stati Uniti).

 

 

Gli operatori del settore chiedono di accelerare i tempi

Dopo due anni di crisi le imprese del turismo sono in ginocchio. Nel 2021, secondo i dati di Confesercenti, hanno cessato l'attività 4.116 imprese della ristorazione e dei servizi turistici. Il dato peggiore degli ultimi cinque anni. In dodici mesi sono nate solo 1.916 nuove imprese turistiche per un saldo negativo di -2.200.  A Confesercenti sono seguite quelle di Federalbeghi: «L'obbligo di tampone per i cittadini europei che hanno completato la seconda dose da più di sei mesi scoraggia i turisti», ha fatto sapere in una nota. Questo è quindi per il turismo italiano una fonte di discredito, a vantaggio della concorrenza straniera.

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Alberto Lupini


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