I Comuni puntano sui dehors A Rimini bar all'aperto fino al 2021

L’amministrazione consentirà per tutto l’anno prossimo ai locali di sfruttare gli spazi esterni, probabilmente si dovrà però pagare la tassa. Roma amplia la superficie, Bergamo pensa a una breve deroga

16 settembre 2020 | 13:00
I tavolini all’aperto sono stati ancor più del solito i protagonisti dell’estate. La necessità di evitare assembramenti, di stare il più possibile all’aria aperta e la scelta delle amministrazioni comunali di non far pagare nulla ai locali per l’occupazione di suolo pubblico hanno dato vita a un boom che ha in parte ridisegnato e ridato vita ai centri storici delle nostre città.


Piazza Tre Martiri a Rimini

Ora l’estate sta finendo, ma questa concessione agli esercizi pubblici durerà fino al 31 ottobre, anche se il decreto Rilancio ha già aperto un’altra finestra fino al 31 dicembre. Qualche città però si sta già attrezzando per sostenere il settore ancora più a lungo. Su tutte c’è Rimini che ha già comunicato di concedere anche l’anno prossimo ai locali suolo pubblico per una superficie totale pari al 50% degli spazi disponibili all’interno.

Circa la possibilità che questo avvenga gratuitamente le bocche sono ancora cucite, anche se indiscrezioni dicono che è più probabile che le tasse per questa concessione saranno da pagare. Il segnale però c’è ed è significativo perché significa poter progettare con una certezza in più la prossima stagione, soprattutto estiva che per Rimini vale quasi un anno intero di fatturati.

In tema di dehors si era mossa anche Roma che aveva modificato le regole per bar e ristoranti: inizialmente ai ristoratori era consentito aumentare gli spazi esterni del 35% nel centro storico della città e del 50% in periferia e nelle altre zone. A luglio invece la giunta Raggi ha varato una delibera che consente loro di aumentare i tavolini del 50% nel centro e fino al 70% in tutti gli altri quartieri di Roma. La norma che consente una maggiore occupazione di suolo pubblico per tavolini e dehors riguarda bar, ristoranti, centri sportivi, attività ricettive che effettuano somministrazione anche a clienti che non vi alloggiano e librerie in cui è prevalente l'attività di vendita di libri. Gli unici criteri che gli esercenti dovranno rispettare sono quelli del codice della strada e una distanza di almeno cinque metri dai monumenti. Le misure sono valide fino al 31 dicembre 2021.

A Bergamo invece la partita si fa più complessa e si naviga a vista. «Stiamo lavorando per poter prolungare almeno fino a novembre la concessione del suolo pubblico ai locali pubblici - ha detto Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo - non sarà una partita facile perché bisogna ragionare giorno dopo giorno considerando la situazione dei contagi. L’amministrazione ha fatto molto per il commercio, ma non possiamo chiederle di guardare oltre in questo momento».

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Alberto Lupini


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