Irregolarità in un'assunzione Il Comune chiude un bar a Firenze

Un controllo ha fatto scattare la chiusura del Caffè Sonia. Dipendenti tutti a casa: tra loro c'è Nicoletta, 35 anni, mamma di 3 figli che ora, senza stipendio, non sa più come andare avanti

27 giugno 2020 | 15:36
Non bastava il Covid a mandare in crisi migliaia di famiglie italiane. Nella ristorazione, i bar e i ristoranti che fanno fatica ad andare avanti purtroppo non si contano. A Firenze, invece, c’era un locale che, proprio in questi giorni, aveva deciso di assumere. Un evento straordinario, da festeggiare. E invece no. La burocrazia, in questo caso sottoforma di ispettori comunali, si è messa di mezzo e ora il locale, il Caffè Sonia di via degli Artisti, è chiuso.

Nicoletta, la barista di Firenze rimasta senza lavoro (foto: La Nazione)

La titolare gestisce altri due bar nel capoluogo toscano, mentre Nicoletta, 35 anni, mamma di tre figli, dipendente nel locale di via degli Artisti, è rimasta a casa, senza stipendio e senza prospettive. Era stata assunta meno di due settimane fa, a metà giugno, e dopo di lei la titolare aveva avviato le procedure per un’altra assunzione. Peccato che la chiusura degli uffici comunali, chiusi il 24 giugno per la festa di San Giovanni Battista, patrono di Firenze, non abbiano ricevuto in tempo le carte. Così, più solerti che mai, si sono materializzati nel locale gli ispettori comunali. Risultato: 8.500 euro di multa e chiusura del locale, senza se e senza ma.

Ora Nicoletta è a casa, in attesa che il bar possa finalmente riaprire. «Dovevo ancora incassare il primo stipendio – dice Nicoletta, intervistata dal quotidiano La Nazione – Erano 1.300 euro, la mia unica entrata, oltre i 400 euro di mantenimento del mio ex compagno per i due figli più piccoli. Ora sinceramente non so come fare a tirare avanti».

Nicoletta racconta così l’irruzione degli ispettori nel locale: «Non sono stati cattivi, ma rigidi quello sì. Il mio titolare ha dimostrato chiaramente che il ragazzo sarebbe stato regolarizzato in giornata e ha mostrato tutta la documentazione. A conferma della sua onestà ci sono io, regolarmente assunta dieci giorni fa e tutti i dipendenti del suo bar. Hanno applicato la legge, è vero, ma avrebbero potuto dire al ragazzo di tornare al lavoro dopo qualche ora. Non sarebbe cambiato nulla, invece ora così siamo tutti a casa senza stipendio. Mi chiedo come farò a mangiare, adesso. La sensazione è che qualcuno davvero non abbia ancora capito la portata di questa crisi. Firenze sta andando a rotoli, come tutta l’Italia».

Quando si dice il buonsenso… Migliaia di locali sono in crisi, costretti a non richiamare i loro dipendenti perché manca il lavoro e chi invece prova a ripartire con motivazioni e forze nuove, viene sgambettato per un cavillo. Alla titolare del locale di Firenze non è bastato dimostrare che le carte sarebbero state in regola di lì a poco. I sentimenti di Nicoletta sono gli stessi di Giuseppe Masucci, padre della titolare del bar, che ora parla di beffa: «Non me l’aspettavo, non è giusto colpire le persone che provano a rialzare la testa così – dice – Hanno tirato giù la saracinesca del locale davanti agli occhi di mia figli a e dei suoi dipendenti una dimenticanza burocratica di qualche ora».

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Alberto Lupini


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