Latte, nessun accordo sui 72 centesimi Ma il tavolo col Governo resta aperto

Un accordo sulla bozza del Governo ancora non c’è, ma la trattativa tra l’Esecutivo e i pastori sardi sul prezzo del latte va avanti. Nonostante le proteste del fine settimana il tavolo di filiera di giovedì è confermato

18 febbraio 2019 | 11:13
Sarà quella la sede in cui le parti si ritroveranno per parlare non solo del prezzo del latte, ma anche della riorganizzazione di tutto il comparto. Intanto i produttori hanno rispedito al mittente la proposta di portare a 72 centesimi il prezzo per un litro di latte, definendola irricevibile.



E così anche ieri la protesta è proseguita con lo sversamento di centinaia di litri di latte, nonostante la tregua proclamata soltanto sabato pomeriggio, in vista proprio della riapertura del tavolo prevista per giovedì «La proposta irricevibile - ha detto Felice Floris, portavoce del Movimento dei pastori sardi - perché solo non si va avanti, ma siamo tornati indietro anche rispetto a quello che si diceva un anno fa alla Regione, quando si parlava di prezzo medio intorno agli 85 centesimi. Qui, invece si fa un passo indietro. Manca l’aspetto della programmazione e inoltre non viene affrontato il tema del latte tal quale; basterebbe investire un terzo di quanto viene messo sul piatto per liberare il latte tal quale attraverso un piano di esportazione, magari in Turchia, e il problema sarebbe davvero quasi risolto».

I produttori non indietreggiano rispetto alla richiesta di un euro per litro di latte, nel frattempo il Governo ha annunciato di aver messo a disposizione risorse per 49 milioni di euro, che dovrebbero essere utilizzati in parte anche per ritirare dal mercato 670 quintali di pecorino in eccedenza. Sul caso è tornato a esprimersi anche il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, auspicando «una riorganizzazione del settore, con una visione di medio e lungo termine. Si è prodotto tanto, forse troppo – ha detto Centinaio, intervistato da La Verità – e contemporaneamente c’è stato un calo di vendite e soprattutto di esportazioni. Ci siamo ritrovati merce in eccesso e si continua a produrre. Forse sarà il caso di fissare delle quote e farle rispettare».

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Alberto Lupini


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