Il lockdown fa più danni del Covid 6 italiani su 10 con sintomi psichici

Le donne over50 più a rischio depressione, solo 60% chiede aiuto. Insommia e insicurezza fra i casi più frequenti. Le ultime ricerche presentate in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale

10 ottobre 2020 | 14:20
La notizia, riportata dall'Ansa, conferma una sensazione comune ai più: il lockdown ha fatto forse più danni del Covid. A parte la crisi economica gigantesca, si cominciano a fare i conti anche dei danni sulla salute ppsichica. Ed ecco che i dati di una ricerca realizzata dall'Istituto Elma Research in sei Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Polonia) dimostrerebbero che il 58% dei cittadini hanno avuto sintomi di disturbi psicologici con una durata maggiore di 15 giorni durante il lockdown. Con punte del 63% in Italia, del 63% in Gran Bretagna e del 69% in Spagna, Stati dove l'impatto del Covid-19 è stato più forte, mentre il dato risulta inferiore al 50% in Germania. E sono soprattutto le donne ad avere le maggiori conseguenze negative.


Sono infatti propro le donne, con più di 50 anni d'età e con difficoltà economiche, le persone che soffrono di sintomi depressivi. Di queste solo poco più della metà (il 61%) ricorre all'aiuto di qualcuno. E il disagio spesso aumenta con l'età: uno su 5 degli ultra65enni, infatti, si dichiara poco o per niente soddisfatto della propria vita, percentuale che si triplica tra coloro che percepiscono come cattivo il proprio stato di salute. Questi numeri emersi dal Sistema di sorveglianza Passi 2016-19, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), pubblicati in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre. Ed è proprio la pandemia, con le necessarie misure di contenimento e i maggiori problemi di presa in carico da parte dei servizi territoriali, che  sta avendo un impatto sul disagio psichico.

Per tornare alla ricerca realizzata per conto di Angelini Pharma in occasione della Giornata mondiale della salute mentale sono diversi i sintomi citati per quanto riguarda i disagi creati dal Covid: insonnia, difficoltà a dormire o risvegli notturni (19% media europea, 20% Italia); mancanza di energia o debolezza (16% media europea, 14% Italia); tristezza o voglia di piangere (15% media europea, 18% in Italia); paure e timori eccessivi (14% media europea, 17% Italia), mancanza di interesse o piacere nel fare le cose (14% media europea, 13% Italia); panico e attacchi di ansia (10 % media europea, 10% Italia 10%).

La maggioranza dei cittadini europei riferisce di aver avuto almeno due di questi sintomi (61%); in Italia il 67%; il 50% del campione italiano afferma di aver avuto questi sintomi per la prima volta (media europea 46%), mentre il 33% asserisce di aver avuto un peggioramento di sintomi già preesistenti (media europea 39%).

Come le persone hanno affrontato questa epidemia parallela di disturbi psicologici? Per la maggioranza condividendo le preoccupazioni con il partner, i familiari e gli amici piu' vicini (54% media europea, 51% in Italia), mentre solo una minoranza è ricorsa ad una figura professionale di aiuto: medico di medicina generale (media europea 18%, Italia 17%), psicologo (media europea 11%, Italia 11%), psichiatra (9% media europea, Italia 6%). Il coinvolgimento limitato a figure professionali può anche dipendere dalle misure restrittive in vigore all`epoca del lockdown.

Un risultato inatteso della ricerca riguarda il comportamento delle persone rispetto all`informazione. Sebbene i disturbi psicologici fossero molto diffusi, tuttavia solo 1 persona su 4 ha cercato informazioni sul tema della salute mentale collegata al Covid-19 (26% media europea) - con l`eccezione dell`Italia (35%) e della Spagna (38%) dove le percentuali sono più alte.

Le persone hanno cercato informazioni soprattutto su internet (65% media europea di chi si è attivato nella ricerca di informazioni, Italia 64%) seguita dalla televisione (18% media europea, Italia 15%) e dal medico di medicina generale (18% media europea, Italia 18%). Vale sempre l'osservazione che questi numeri sono riferiti a una situazione di emergenza in cui l`accesso al medico di base e ad altri professionisti della cura era fortemente limitato.

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Alberto Lupini


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