Le Marche puntano sul tartufo per la ripartenza del turismo italiano ed internazionale

Il vicepresidente della Regione Marche: Mirco Carloni, ed il direttore dell'Accademia del tartufo nel mondo: Giuseppe Cristini spiegano come le Marche puntino sul "brand" tartufo per la ripartenza del turismo

10 maggio 2021 | 09:45
La Regione Marche punta sul brand tartufo come appeal ambientale e culturale, in previsione di una ripartenza del turismo italiano e internazionale che vede nella gastronomia del tartufo un richiamo di grande fascino edonistico.

«Accademia del Tartufo nel Mondo e il pregiato tuber delle Marche saranno ambasciatori delle Marche per le strategie di internazionalizzazione».



Con questa frase il Vicepresidente della Regione Marche e assessore all’agroalimentare e all'internazionalizzazione Mirco Carloni, lancia un forte segnale di ripresa della marchigianita’  attraverso il principe della cucina e re della tavola: il tartufo; indicando anche prospettive e programmi che da giugno in poi potranno promuovere il tartufo nelle Marche nel mondo.



«Il tartufo», ha proseguito Carloni, «è un indicatore ecologico e, nelle Marche, lo possiamo degustare tutto l'anno. Tutte le otto tipologie edibili sono presenti nella nostra Regione e attraverso l’Accademia del tartufo nel mondo, possiamo raccontare la bellezza dei territori e dei luoghi dove il tartufo nasce, grazie ad una agricoltura sana e verace per un richiamo internazionale di un turismo facoltoso ed esigente».
Dal tartufo nero pregiato del Piceno, fino al bianco di Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, il bianchetto a Fossombrone e il tuber aestivum nel Montefeltro: tutta la Regione offre una versatilità e una poliedricità di dimensioni culturali, turistiche, ambientali e gastronomiche che presentano le Marche come una Regione al plurale e la caratterizzano come l’Italia in una sola Regione.


 
La marchigianità deve buttare il cuore oltre l'ostacolo ed avere il coraggio di aprirsi al mondo e narrare la propria identità, attraverso una promozione che privilegi i borghi, le vallate e le colline, oltre alla bellezza dell’Adriatico.
«E», prosegue ancora Carloni, provenendo lui stesso da una famiglia di ristoratori, «accanto al tartufo devono fare bella mostra di sé anche i grandi vini marchigiani; da un Bianchello del Metauro ad un Verdicchio di Matelica fino ad un Pecorino di Offida, affinché questi grandi vini della nostra terra possano corteggiare e affiancare il tartufo anche sulle spiagge, magari abbinato al meraviglioso pescato dell'Adriatico. Penso a una vellutata di ceci o fagioli con dei calamaretti appena scottati e  una grattugiata di tartufo nero, ma anche un risotto con i crostacei e il tartufo e per i grandi gourmet, un rombo chiodato al forno con copioso tuber aestivum».



«Pesce e tartufo» esclama il Direttore di Accademia del tartufo nel mondo Giuseppe Cristini: «può essere veramente un grande claim per un richiamo estivo dei turisti e dei gourmet, nella nostra ristorazione sul mare».

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Alberto Lupini


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